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Il menarca tra soma e psiche

14 aprile 2017

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di Maurizio Tucci, giornalista

Una normale età di menarca e una normale ciclicità mestruale rappresentano dei parametri fondamentali per valutare lo stato di salute di un’adolescente. Veri e propri “segni vitali”   – come li ha definiti  l’Accademia Americana di Pediatria – al pari di frequenza respiratoria e cardiaca. Nella storia recente si è assistito, alle nostre “latitudini”, ad un significativo anticipo dell’età del menarca.  

 

 

Agli inizi dell’800 l’età del menarca (dati nord americani e europei) era intorno ai 16-17 anni. Nel corso di poco più di due secoli si è abbassata, mediamente, di oltre 3 anni e mezzo. Un trend costante che ha avuto un picco al ribasso tra gli anni ’60 e ’80 del secolo scorso, stabilizzandosi successivamente ai livelli attuali. Le cause – secondo gli esperti – sono essenzialmente da ricercarsi nelle migliorate condizioni di salute generale (drastica riduzione delle malattie e delle infezioni), delle migliorate condizioni ambientali e del benessere complessivo, in particolare legato all’alimentazione.

Lo studio

Nel 2014 la Società Italiana di Ginecologia dell’Infanzia e Adolescenza, l’Associazione Laboratorio Adolescenza e la Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza hanno realizzato uno studio, su un campione nazionale rappresentativo di 1027 ragazze frequentanti la  terza media (età 12-14 anni). Il lavoro, particolarmente originale, era finalizzato a valutare non solo parametri oggettivi e soggettivi del ciclo mestruale (riferiti dalle dirette interessate), ma anche aspetti legati al “vissuto” delle mestruazioni, nella prima adolescenza.
Circa l’età del menarca, il picco di insorgenza –  secondo lo studio – è risultato essere dodici anni, mentre in relazione al “dolore mestruale” e alle sue conseguenze, a soffrirne  è risultato essere l’81% del campione (in modo saltuario il 57.8%; a tutti i cicli il 21.8%)  In particolare,  tra le ragazze con mestruazioni dolorose, il 52.3% ha affermato che a causa del dolore deve limitare le normali attività, il 33.8% che deve interrompe l’attività sportiva e il 10.6% che deve rimanere a casa con conseguente interruzione anche dell’attività scolastica.
I “rimedi”  (saltuari o sistematici) più gettonati per far fronte  al dolore mestruale sono risultati essere, prevalentemente, gli antidolorifici (67%), le tisane (47,2%)  e la boule di acqua calda (41,1%), mentre il 7% ricorre – ovviamente su prescrizione ginecologica – ai contraccettivi orali.

Gli aspetti psicologici

Al di là degli aspetti clinici, il 64% delle intervistate ha dichiarato di vivere con disagio le mestruazioni (ansia, cattivo umore, disagio generale), condizione che in larga  percentuale non è riconducibile a problemi di tipo fisico. Un tabù che evidentemente  “resiste” anche tra le adolescenti dell’era digitale e che  Alessandra Marazzani, psicologa di Laboratorio Adolescenza, così spiega: “Le mestruazioni, anche simbolicamente, rimandano inevitabilmente alla sessualità e cioè ad un argomento che, ancora oggi, è di difficilissimo approccio per una adolescente, sia all’interno della famiglia che nel gruppo dei pari. Ciò  produce, talvolta anche inconsciamente, uno stato di disagio che è ovviamente molto più accentuato al momento del menarca – in cui si sancisce il passaggio bambina-donna – e nei primi anni di ciclo”.
E Piernicola Garofalo, Past Presidente della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza sottolinea proprio la delicatezza di questa fase dello sviluppo, nella quale aspetti fisici e psicologici si intrecciano  in modo pressoché indissolubile: “La stessa percezione e, a volte, ostentazione del dolore mestruale, in particolare nella fase post-menarcale, è spesso una miscela tra dolore reale e desiderio di attenzione e cura da parte di chi si ha intorno. Nella percentuale significativa di ragazze che dichiara di non poter andare a scuola a causa del dolore pelvico conseguente le mestruazioni – evidenzia Garofalo – è verosimile che ci sia un buon numero di “mal di pancia” più psicologici che fisici”. Sui rimedi Garofalo e Marazzani concordano: “Servono antidolorifici psicologici, ovvero una educazione dei nostri figli preadolescenti e adolescenti, maschi e femmine, più aperta al dialogo proprio sul tema della sessualità”.

L’irregolarità del ciclo

Un altro elemento che certamente non aiuta a trovare rapidamente la giusta serenità è l’irregolarità del ciclo, caratteristica proprio di questa fase. Come emerge dallo studio, infatti, solo il 44% delle giovani intervistate ha affermato di avere un ciclo che può definirsi regolare (ogni 4 settimane circa), mentre il 48% ha riferito cicli mestruali inferiori a 21 giorni, superiori a 35 giorni o senza un ritmo definito.  Normalmente il tutto si assesta nel giro di un paio di anni senza ricorrere ad interventi farmacologici, il primo dei quali – dopo aver ricercato prima eventuali cause endocrine o organiche con accertamenti diagnostici mirati.- è l’assunzione della pillola anticoncezionale, per l’effetto regolatorio che ha sul ciclo.

Lo sviluppo precoce

Secondo i dati dello studio, il 4.0% delle ragazze del campione ha affermato di aver avuto il menarca prima dei 10 anni, con modeste differenze in rapporto all’area geografica di appartenenza (Nord-Ovest 3.0%, Nord- Est 5.2%; Centro 2.9%, Sud 4.1%, Isole 5.4). “La comparsa delle mestruazioni prima dei 10 anni – afferma Silvano Bertelloni, pediatra endocrinologo e Socio Fondatore di Laboratorio Adolescenza – configura una condizione non fisiologica e quando ciò avviene è necessario effettuare un’attenta visita pediatrica ed eventuali approfondimenti diagnostici che possono indicare la necessità di un trattamento medico. Dal punto di vista fisico – spiega Bertelloni – la conseguenza principale di una “pubertà precoce” è che la comparsa delle mestruazioni arresta quasi completamente la crescita staturale di una bambina, ma ci sono anche problematiche socio-comportamentali legate ad uno sviluppo fisico non allineato alla maturazione neuropsicologica. In un contesto come quello attuale – sottolinea l’esperto – in cui si assiste ad una precocizzazione di atteggiamenti sessualizzati che riguarda tutta l’adolescenza, le ragazze con pubertà precoce sono particolarmente esposte a comportamenti a rischio. Come confermato da studi internazionali, una maturazione sessuale anticipata espone, ad un più precoce inizio dell’attività sessuale (anche con maggior rischio di essere oggetto di abusi sessuali), una maggiore incidenza di gravidanze precoci ed un più frequente insorgenza di sintomi depressivi”.

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