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Giovani, Alcool e Divieti

5 luglio 2017

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di Maurizio Tucci, giornalista

Presentati a Milano – il 15 giugno scorso –  i risultati dell’indagine “Giovani, Alcool e Divieti” realizzata da Eclectica (Istituto di formazione e ricerca di Torino), sotto la supervisione scientifica di Franco Prina, Università di Torino e il contributo dell’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool. Responsabile della ricerca: Franca Beccaria sociologa dell’Università di Torino. Obiettivo, analizzare conoscenze, opinioni e atteggiamenti dei giovani sulle norme esistenti in materia di regolamentazione del consumo di bevande alcoliche.

 

 

L’indagine è stata realizzata attraverso un questionario online (CAWI) su un campione di 1816 giovani di età compresa tra i 15 ed i 25 anni, ed integrata – per la parte qualitativa – da focus group on-line (blog) e in presenza.

Conoscenza delle norme legali

Uno degli aspetti analizzati dall’indagine ha riguardato le conoscenze dei giovani intervistati circa le norme legali che regolano – in Italia – il consumo e la vendita di bevande alcoliche.

L’87% degli intervistati risponde correttamente alla domanda relativa all’età alla quale è possibile acquistare bevande alcoliche in negozi e supermercati, affermando che è possibile acquistarle a partire dai 18 anni, mentre tra coloro che non rispondono in maniera corretta il 9% pensa sia già possibile acquistarle a 16 anni, il 2% a 14 anni e l’1% solo dopo i 21 anni. Soltanto l’1% dei soggetti dichiara di non sapere la risposta.

Il 78% degli intervistati risponde correttamente alla domanda relativa all’età alla quale si possono bere bevande alcoliche in bar e discoteche; tra coloro che non rispondono in maniera corretta, il 18% ritiene sia possibile bere bevande alcoliche in bar o discoteche a 16 anni, il 2% a 14 anni e l’1% a 21 anni. Anche in questo caso, soltanto l’1% dei soggetti dichiara di non sapere la risposta.

Pur essendo piuttosto elevato il livello di conoscenza corretta di questa norma, è più diffusa la percezione che sia legale il consumo di bevande alcoliche in locali pubblici per i minori di 18 anni, rispetto all’acquisto da asporto nei negozi.

Tre intervistati su quattro sono a conoscenza che il limite di alcol nel sangue oltre il quale è vietato guidare un’auto per i neopatentati o un motorino per i minorenni è pari a zero, mentre il 14% sceglie un valore errato e l’11% dei soggetti dichiara di non sapere la risposta.

Nonostante la sospensione della patente sia un provvedimento molto temuto dai giovani patentati, solo un quarto dei rispondenti conosce il livello di alcool nel sangue (per chi ha la patente da almeno 3 anni) oltre il quale è previsto il ritiro,, mentre il 44% dei ragazzi sceglie la risposta errata – indicando perlopiù una soglia più alta − e il 30% dichiara di non sapere la risposta. (Tab. 1)

Oltre quale livello di alcol nel sangue è prevista la sospensione della patente?

Percentuale
0,0 g/l 5
0,2 g/l 3,1
0,5 g/l 25,6
0,8 g/l 18,5
1 g/l 13,4
1,5 g/l 9,3
Non so 29,6

Poco meno della metà (49%) degli intervistati sa che, nel caso in cui un conducente si rifiuti di sottoporsi al controllo del tasso alcolemico, gli verrà applicato il massimo delle sanzioni.

Cosa succede se il guidatore fermato per un controllo si rifiuta di sottoporsi al controllo del tasso alcolemico?

Cosa succede se il guidatore fermato per un controllo si rifiuta di sottoporsi al controllo del tasso alcolemico? Frequenza Percentuale
È immediatamente portato in ospedale per accertamenti 527 29,0
Non so 347 19,1
Non succede nulla perché non si può essere obbligati al controllo se non si vuole 47 2,6
Viene applicato il massimo delle sanzioni (sospensione patente, confisca del veicolo, arresto…) 895 49,3

 

L’80% dei ragazzi è consapevole che il commettere un reato da ubriaco rappresenta un’aggravante per cui si è puniti maggiormente, mentre il 4% lo ritiene un’attenuante e il 9% pensa che non influisca sulla pena.

Il 43% degli intervistati, infine, sa che la pubblicità delle bevande alcoliche è sottoposta a limiti, il 25% pensa sia totalmente libera, l’11% pensa sia libera solo per alcuni tipi di bevande, mentre il 21% dichiara di non saper rispondere.

 La pubblicità delle bevande alcoliche in Italia…

  Percentuale
È libera ma solo per alcuni tipi di bevande, per altre è vietata 10,6
È libera, come per qualsiasi prodotto in commercio 25,5
È sottoposta a limiti (ad esempio su situazioni o persone rappresentate) 42,9
Non so 21,0

Con le debite oscillazioni si può dire che la maggioranza (in alcuni casi assoluta in altri relativa) degli adolescenti è a conoscenza delle norme vigenti, ma qual è il loro giudizio in merito? Sono norme percepite come divieti poco o per nulla accettabili o sono condivise?
Giudizi sulle norme esistenti

la stragrande maggioranza dei ragazzi dichiara di essere abbastanza o molto d’accordo rispetto ai limiti di età in cui è possibile acquistare bevande alcoliche nei negozi o supermercati (87%) oppure (anche se in misura leggermente inferiore) consumarle nei locali pubblici (83%). Il divieto di vendere alcolici a chi è già ubriaco raccoglie giudizi ancora più concordi, che salgono all’89%, con una maggioranza di risposte “molto d’accordo”.

Superano addirittura il 90% i rispondenti che approvano le norme relative alla guida in stato di ebbrezza e il 94% dei ragazzi è d’accordo nel condannare per reato di omicidio stradale chi provoca un incidente grave essendo ubriaco. (grafico 2.5) Si può tuttavia notare come nel caso dell’omicidio stradale si esprima qualche dubbio in più poiché solo l’80% è molto d’accordo contro il 91% di consenso pieno alla domanda relativa alla guida.

 

Comportamenti in relazione alle norme esistenti

Conoscere le norme non assicura, però, che vengano rispettate. E da questo punto di vista l’indagine evidenzia che la “trasgressione” è abbastanza all’ordine del giorno:

La maggior parte dei ragazzi (73%) afferma di aver acquistato almeno una volta bevande alcoliche nei negozi e supermercati, anche se non aveva l’età per farlo; e l’80% dichiara di aver ottenuto bevande alcoliche almeno una volta in locali pubblici pur non avendo l’età in cui è consentito bere

Una delle strategie per aggirare la norma sulla somministrazione a minori più attuata dai giovani – cioè l’acquisto di bevande alcoliche per amici o conoscenti minorenni – risulta diffusa anche in Italia, anche se la – maggioranza dei rispondenti (67%) ha dichiarato di non averlo mai fatto. Dato che fa pensare alla minore necessità di mettere in atto tali strategie (rispetto a quanto avviene in altri Paesi europei) sulla base dell’esperienza della scarsità di controlli.

Più bassa la percentuale di “non trasgressori” alla domanda se, da minorenni, acquistano (avevano acquistato) bevande alcoliche tramite ragazzi più grandi: il 38% dichiara di averlo fatto qualche volta e l’8% spesso, mentre poco più della metà dei ragazzi (53%) dichiara di non averlo mai fatto.

Più rare – sebbene non trascurabili, poiché riguardano più di un ragazzo su quattro – sono invece le violazioni in tema di guida in stato di ebbrezza.

I maschi dichiarano più frequentemente rispetto alle femmine di avere trasgredito a questa norma almeno una volta, così come avviene al crescere dell’età.

Un “Incentivo” a violare le norme sembra risiedere anche nella percezione dei ragazzi – sulla base dell’esperienza personale – di una scarsa presenza di controlli. Alla domanda se è capitato di essere stati controllati per qualche fatto relativo al consumo di bevande alcoliche ha risposto affermativamente solo il 2% degli intervistati.

 

Conclusioni

Un quadro di luci e ombre in cui la conoscenza delle norme – in buona parte anche teoricamente condivise –  che non si traduce automaticamente in rispetto. La chiave di volta culturale potrebbe essere il passare dal concetto del “divieto” a quello della “non ragionevolezza”.  Perché il divieto ha sempre insito in sé l’anticorpo dell’aggiramento furbo, mentre l’irragionevolezza attiene a sé stessi e alla condivisione sociale il che rende molto meno avvincente la trasgressione.

Un processo culturale che passi attraverso un sempre maggior coinvolgimento della scuola potrebbe essere un percorso virtuoso. D’altra parte lo hanno affermato gli stessi giovani coinvolti nell’indagine: quasi totalità del campione (95%) ritiene che sia opportuno che i programmi scolastici prevedano azioni informative sui danni derivanti dall’alcool.

 

 

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