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Vietare il cellulare ai minori con una legge: lo smartphone come alcool e tabacco

13 luglio 2017

36084 Views

di Alberto Pellai, psicoterapeuta

Ci si domanda spesso se ci sia un’età giusta per dare in mano il primo cellulare ad un figlio. E ci sono sempre più genitori che cominciano a riflettere in modo critico su quanto è accaduto nella loro famiglia, ovvero se l’aver messo in mano uno smartphone ad un bambino in età da scuola primaria abbia rappresentato per lui un ‘opportunità o al contrario abbia rappresentato un rischio per la sua crescita.

 

 

Di recente l’emergenza mediatica intorno al fenomeno Blue Whale (una sfida online in base alla quale un giovanissimo si iscrive ad un percorso in 50 prove che progressivamente lo portano ad uno stato dissociativo e lo inducono al suicidio) ha generato un’enorme ansia tra i genitori. Per la prima volta le mamme e i papà di tutto il mondo si sono confrontati con una notizia che li metteva in allarme su quanto la vita online dei loro figli poteva metterli a rischio rispetto alla loro incolumità fisica. In realtà, da tempo gli esperti dell’età evolutiva cercano di sensibilizzare il mondo degli adulti ad una consapevolezza educativa e ad una presenza più attenta e coinvolta rispetto a ciò che i propri figli fanno nella e della loro vita online. “Emergenza educativa” è la definizione più spesso utilizzata per commentare fenomeni sempre più spesso presenti nelle cronache nazionali e che hanno per protagonisti bambini, preadolescenti e adolescenti.

Sexting, adescamento online, cyberbullismo: parole e fenomeni sconosciuti ai genitori di dieci anni fa rappresentano oggi temi di grande rilevanza per il progetto educativo di ogni famiglia e rispetto ai quali ogni genitore deve dotarsi di competenze educative e preventive, da mettere in gioco con i propri figli, spesso a partire già dalla seconda infanzia. Perché, anche se il proprio figlio ancora non ha uno smartphone, ciò nonostante potrebbe trovarsi suo malgrado coinvolto in fenomeni di questa natura attraverso le tecnologie dei compagni di scuola e degli amici.

Cosa sta accadendo nel mondo

E’ alla luce della complessità crescente associata alla diffusione sempre più intensa e precoce delle tecnologie e in particolare degli smartphone tra i bambini della scuola primaria che ha fatto molto discutere la proposta di legge presentata in Irlanda che prevede il divieto di vendita di smartphone a minori di 14 anni e la sanzione per i genitori che permettono ai propri figli di navigare online in solitudine e senza accompagnamento e presidio educativo  (la multa in caso di trasgressione ammonterebbe a 100 euro). Una cosa simile era già avvenuta in una città giapponese, Kariya, dove con ordinanza del sindaco era stato imposto il divieto di utilizzo dello smartphone dopo le 21.00 ai 13.000 minori di età compresa tra i 6 e i 15 anni ivi residenti.

Negli Stati Uniti una mozione popolare, promossa dal gruppo Parents Against Underage Smartphones (Genitori contro gli smartphone ai minorenni) sta raccogliendo sempre più firme e aderenti che chiedono la possibilità di mettere a votazione nel 2018 il divieto di vendita a bambini e preadolescenti di devices elettronici. Per la prima volta, anche i Pediatri sembrano attivarsi in modo ufficiale su questo fronte fornendo indicazioni e linee-guida cui tutti i genitori dovrebbero imparare ad attenersi. Nel 2016 l’American Academy of Paeditrics (Accademia americana di pediatria) ha determinato che un’ora rappresenta il limite massimo di utilizzo giornaliero per smartphone e tablet tra i 2 e i 5 anni e ha fornito regole familiari inderogabili sull’uso dello stesso dai 6 anni in su.

I primi dati e la necessità di Prevenzione

Ciò che si evidenzia è una preoccupazione generalizzata verso l’impatto che le tecnologie possono avere sulla salute e il benessere dei piccolissimi e per la prima volta, dopo l’entusiasmo generalizzato ed epidemico che ha portato alla presenza indiscrimanata di questi strumenti in ogni casa e nelle mani di soggetti di ogni età, sembra esserci una sorta di “passo indietro” da parte dei genitori stessi, ma anche degli specialisti dell’età evolutiva. Ora si pensa alle tecnologie con lo stesso approccio precauzionale che è stato utilizzato per comportamenti a rischio (la cui pericolosità sulla salute umana è ad ogni modo provata da decenni di evidenze scientifiche e di ricerca) quali i comportamenti alcol-correlati e tabacco-correlati.

Rispetto alla pericolosità associata all’uso di smartphone e navigazione online in età precoce non possiamo ancora avere una mole di dati ricerca tale da portarci ad indicazioni preventive  certe e generalizzate, ma è indubbio che l’enorme quantità di effetti indesiderati e collaterali derivati dalla loro presenza nella vita di bambini e giovanissimi è sotto gli occhi di tutti.

La prevenzione nei prossimi anni sarà lo strumento fondamentale per evitare che la generazione dei nativi digitali si trovi intrappolata in una serie di patologie derivanti da un uso smodato e sregolato, che può rivelarsi auto-lesivo ed etero-lesivo, delle infinite strumentazioni tecnologiche di cui si trovano dotati fin dall’età più precoce.

Family Health si impegna a diffondere la cultura della prevenzione consapevoli che il primo passo per il proprio benessere è pensare alla salute.

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