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Sole non troppo, ma neanche troppo poco. 10 consigli per un sole senza rischi

31 luglio 2017

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di Tiziana Azzani, giornalista

Abbiamo imparato a temere il sole… e il rischio non è solo il melanoma. Eppure in spiaggia, e anche in montagna, vediamo persone di qualunque età farsi dei veri bagni di sole anche nelle ore più calde della giornata. Non è necessario rinunciare al sole, anzi, ma esporsi con cautela e consapevolezza per trarne tutti i vantaggi possibili del sole senza rischi.

A fare chiarezza su rischi e benefici ci aiuta Maria Michela Lavieri, dermatologa.

Perchè il sole fa bene

OSSA E VITAMINA D – Il sole fa bene alle ossa, lo sappiamo da tempo. Sappiamo che bassi livelli di vitamina D aumentano il rischio di osteopenia, osteoporosi e di fratture soprattutto nell’anziano. Cosa c’entra la vitamina D con il sole? La sintesi di questa sostanza avviene quando i raggi ultravioletti colpiscono la cute, dove ha luogo il processo di trasformazione del precursore della vitamina D in colecalciferolo (vitamina D3) che è la forma presente negli organismi animali. Quando prendiamo il sole d’estate, facciamo il pieno anche per i mesi invernali più bui, quando le occasioni di esposizione sono inferiori. La vitamina D è benefica perché favorisce l’assorbimento intestinale del calcio e il deposito del minerale nella matrice proteica dell’osso.  Ha effetti anche su altri organi, quali cervello, polmoni, prostata e colon. Chi ne sintetizza troppo poca (solo il 5-10% proviene dall’alimentazione) può andare incontro a ipovitaminosi, che è il fattore di rischio per l’osteoporosi. Quanto sole serve per fare il pieno di vitamina D? “Ne serve davvero poco. Bastano 10-15 minuti di esposizione solare 2 o 3 volte alla settimana nelle ore centrali della giornata, a seconda della stagione e con le dovute protezioni”, chiarisce Maria Michela Lavieri, dermatologa.

UMORE – D’estate abbiamo voglia di ridere, scherzare e fare festa, mentre in inverno e in generale nei mesi più bui aumentano i sintomi depressivi. E’ un fenomeno conosciuto come SAD (seasonal affective disorders), ovvero depressione stagionale, un disturbo dell’umore che si verifica in un gruppo di pazienti a rischio. Per alcuni di loro può essere utile il ricorso alla light therapy, ovvero l’esposizione ai raggi del sole o a specifiche fonti luminose con un effetto che simula quello di alcuni farmaci antidepressivi. Sulle ragioni per cui il sole aiuti a combattere i disturbi dell’umore ci sono diverse ipotesi, tra cui quella che vede la luce aumentare a livello cerebrale il tono della serotonina, il neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dell’umore, ma anche quella che chiama in causa la melatonina, l’ormone del sonno prodotto dall’organismo in assenza di luce e che sembra ridurre i livelli di seratonina e quindi abbassare il tono dell’umore. Il sole, secondo evidenze recenti, avrebbe effetti benefici anche nei pazienti con Alzheimer, contrastando la depressione, i risvegli notturni e l’agitazione.

Tutti i rischi del sole

I danni derivanti dalla scorretta esposizione alla radiazione ultravioletta solare possono essere più gravi di quanto si possa immaginare: scottature, eritemi solari, macchie cutanee, invecchiamento della cute, rughe e anche cheratosi attinica, tumori cutanei (melanoma ed epiteliomi). I danni possono essere immediati (eritema solare) oppure ritardati, come conseguenza dell’accumulo di ore di esposizione al sole durante tutta la vita.

ERITEMA SOLARE – L’eritema solare è un arrossamento associato a una sensazione di bruciore e prurito. È una reazione acuta,  conseguente a una esposizione al sole senza (o inadeguata) protezione, dovuta al rilascio di mediatori infiammatori stimolato dall’effetto dei raggi UV solari sulle cellule epiteliali e vasi sanguigni. Le zone più colpite sono quelle più esposte, come decoltè, spalle, e braccia. Quando l’esposizione al sole è prolungata l’arrossamento può progredire in edema e ustione o scottatura solare con reazione bollosa (formazione di vescicole piene di siero). La cute in corrispondenza dell’eritema e dell’ustione tende successivamente a desquamarsi in seguito alla disidratazione e morte delle cellule epiteliali. Il tempo di esposizione per innescare questo processo infiammatorio dipende dal tipo di pelle (fototipo) e dall’intensità delle radiazioni.

FOTOINVECCHIAMENTO – Il sole fa invecchiare la pelle, dando origine a rughe, alterazione della texture, perdita dell’elasticità e pigmentazione permanente. All’origine del fotoinvecchiamento sembra esserci un aumento dei processi infiammatori a fronte di una riduzione dei meccanismi di difesa che la pella solitamente mette in atto in particolari condizioni di stress. La pigmentazione cutanea fotoindotta (stimolata da raggi UV) è la tintarella che tanto ci piace mostrare quando torniamo da una vacanza. Attenzione però a non esagerare, perché in seguito alla prolungata esposizione i processi infiammatori e di sintesi di melanina attivati possono tradursi clinicamente in macchie solari. Si formano nelle zone più esposte come il viso, il collo, le spalle e il dorso delle mani. Le macchie lentigosolari non richiedono trattamenti se non per motivi estetici.

FOTOCARCINOGENESI – L’esposizione solare è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di tumori cutanei, quali carcinoma squamocellulare, carcinoma basocellulare (basalioma) e melanoma. Il DNA delle cellule cutanee viene danneggiato dai raggi UV per azione diretta (perché vengono assorbiti dagli acidi nucleici) o indiretta (per azione dei radicali liberi dell’ossigeno). Le cellule così danneggiate attivano una serie di meccanismi di controllo riparativi o di eliminazione. Tuttavia, quando l’alterazione sfugge a questi meccanismi di controllo, la cellula mutata prolifera trasmettendo l’anomalia alle cellule figlie e permette l’espansione clonale di cellule mutate. Attenzione “perchè nella patogenesi di alcuni tumori cutanei è importante l’esposizione solare accumulata in tutta la vita“, suggerisce la dermatologa. Ecco perché è fondamentale fina da bambini imparare a proteggere la pelle dal sole.

10 consigli per prendere il sole in sicurezza

Non è necessario rinunciare all’abbronzatura o chiudersi in casa per nascondersi dai raggi solari; come sempre basta non esagerare e seguire alcune norme comportamentali, semplici ma efficaci. Ecco i consigli di Maria Michela Lavieri, dermatologa.

  1. Niente sole dalle 10-11 alle 16, soprattutto i bambini, anche se adeguatamente protetti.
  2. Esponiti al sole con gradualità per consentire alla pelle di prepararsi e produrre melanina per sviluppare la naturale abbronzatura. NO alle esposizioni prolungate.
  3. Esponiti al sole solo dopo aver applicato la protezione solare su tutto il corpo, comprese orecchie, labbra e il dorso dei piedi. Qualunque crema andrebbe applicata almeno 30 minuti prima dell’esposizione al sole così da garantire il completo assorbimento e la copertura omogenea del corpo.
  4. Ripeti l’applicazione della crema solare ogni 2 ore e dopo il bagno o la doccia, o dopo eccessiva sudorazione, anche in caso di solari resistenti all’acqua.
  5. Ricordati che bambini e anziani hanno bisogno di particolari attenzioni. I bambini al di sotto dell’anno non andrebbero esposti all’azione diretta del sole. Gli anziani hanno una pelle più sensibile ai danni solari sia per l’accumulo dell’esposizione al sole durante la vita, sia per la ridotta attività dei sistemi fisiologici antiossidanti.
  6. Conosci il tuo fototipo per capire come proteggerti dal sole. Il Ministero della Salute propone un semplice test per verificare il tuo fototipo. Ricorda che il fototipo 1 è quello più sensibile e a rischio di eritema e scottature.
  7. Scegli il fattore di protezione (SPF) che fa per te, più è basso il fototipo maggiore deve essere l’SPF. Ricorda che non esiste lo schermo totale! L’SPF esprime la capacità di filtro delle radiazioni ultraviolette. L’SPF non esprime un fattore moltiplicatore del tempo di esposizione. È pertanto SBAGLIATO pensare che SPF50 consenta di moltiplicare per 50 il tempo di esposizione necessario per indurre l’eritema. La protezione solare non è un permesso illimitato di esposizione al sole!
  8. Proteggiti sempre sia al mare che in montagna, anche quando il cielo è coperto. Attenzione in montagna: l’atmosfera è più sottile e assorbe meno i raggi che quindi sono più pericolosi. Latitudine: ricorda che più il sole è alto sull’orizzonte e perpendicolare rispetto alla terra, più forti sono le radiazioni ultraviolette. Attenzione all’effetto di riflessione del suolo: l’erba, il terreno e l’acqua riflettono meno del 10% delle radiazioni, la sabbia il 15%, la schiuma del mare il 25% e la neve l’80%.
  9. La protezione può essere completata con l’uso di integratori (a base di sostanze con proprietà antiinfiammatorie e antiossidanti), che migliorano la capacità riparativa dei danni fotoindotti.
  10. Non dimenticare di proteggere gli occhi e di indossare un cappello per scongiurare l’insolazione o i colpi di calore. Ricordati che la migliore protezione è garantita dall’abbigliamento, mentre l’ombrellone non è sufficiente.

 

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