Ipovisione e cecità, quali controlli fare e quando per intervenire in tempo
di Tiziana Azzani, giornalista
Ipovisione e cecità sono un problema tutt’altro che raro, in cui la familiarità gioca un ruolo importante. Conoscere i fattori di rischio per mettere in atto le strategie più adeguate di prevenzione e di controllo è il primo passo per consentire la diagnosi precoce e quindi iniziare l’eventuale trattamento.
Immaginati a prendere il pane, il treno o anche semplicemente a preparare il caffè nella tua cucina, ma senza l’uso della vista. Chiudi gli occhi per un attimo. Lo smarrimento, il buio, suoni, odori e contatti che nel mondo dei vedenti fanno da contorno, nel mondo delle tenebre ti devono guidare. E se non sei allenato ti assalgono e ti confondono.
La vista è il nostro senso più importante, che ci consente di raccogliere oltre l’80% delle informazioni che ci giungono dall’ambiente. Lo sapevi?
L’ipovisione è un problema tutt’altro che raro: a livello mondiale, una persona su 14 è ipovedente. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel mondo 19 milioni di bambino sono colpiti da ipovisione o da cecità; di questi 1,4 milioni hanno perso la vista in modo irreversibile. In Italia, secondo i più recenti dati Istat, 5 anziani su cento (5,4 per la precisione) soffrono di gravi limitazioni visive.
Cosa si intende per ipovedente, quali sono le cause, i fattori di rischio che favoriscono la perdita della vista. Fare prevenzione è possibile? Abbiamo rivolto queste domande alla dottoressa Irene Albicca, medico-oculista dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB).
Dottoressa Albicca, cosa significa ipovisione?
Ipovisione significa vedere pochissimo, non più di 3 decimi (3/10) dall’occhio migliore. Ipovedente non significa però essere cieco parziale. Rientra nella definizione di ipovisione anche la riduzione del campo visivo. Il residuo visivo consente di classificare 3 gradi di gravità dell’ipovisione (in accordo con la legge 138 del 2001):
- ipovedenti gravi:
- residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione;
- residuo perimetrico binoculare è inferiore al 30 per cento.
- ipovedenti medio-gravi
- residuo visivo non superiore a 2/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione;
- residuo perimetrico binoculare è inferiore al 50 per cento.
- ipovedenti lievi
- residuo visivo non superiore a 3/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione;
- residuo perimetrico binoculare è inferiore al 60 per cento.
Quali sono le cause principali e i più importanti fattori di rischio dell’ipovisione e della cecità?
Nella popolazione adulta dei Paesi benestanti la degenerazione maculare legata all’età (AMD) è la prima causa d’ipovisione e cecità, a cui seguono la retinopatia diabetica (prima causa di perdita della vista in età lavorativa) e il glaucoma. La familiarità per queste patologie è un fattore di rischio importante. Chi ha altri casi in famiglia di AMD, così come di diabete o di glaucoma, dovrebbe sottoporsi più frequentemente a controlli medico-oculistici.
E’ possibile prevenire la perdita della visione?
Certamente, esistono diversi modi per fare prevenzione. Si parte da una corretta informazione e si arriva alla corretta diagnosi. Infatti una malattia oculare diagnosticata e trattata per tempo consente spesso di evitare danni permanenti alle strutture oculari. La prevenzione primaria si rivolge ai soggetti sani: l’obiettivo è sensibilizzare le persone ad evitare l’insorgenza delle malattie, riducendo i fattori di rischio. La prevenzione secondaria, invece, mira all’individuazione precoce delle patologie.
Stile di vita e alimentazione possono in qualche modo migliorare o favorire la progressione o l’insorgenza dell’ipovisione?
Seguire un corretto stile di vita è molto importante. E’ fondamentale evitare di fumare, praticare regolarmente l’esercizio fisico e alimentarsi correttamente, mangiando molta frutta, verdura e cibi ricchi di Omega-3 e Omega-6.
È molto importante anche proteggersi adeguatamente dal sole facendo uso di occhiali dotati di filtri a norma di legge, soprattutto d’estate e in luoghi con molto riverbero (al mare e in montagna).
In che modo è possibile arrivare precocemente alla diagnosi?
In assenza di particolari fattori di rischio, è possibile arrivare a una diagnosi precoce solo recandosi regolarmente da un medico oculista, effettuando almeno una volta all’anno una visita completa che include la tonometria, ossia la misurazione della pressione intraoculare, e la dilatazione della pupilla con valutazione del fondo ocula.
Ci sono momenti della vita in cui è bene non mancare l’appuntamento dall’oculista?
In assenza di malattia oculare e di fattori di rischio specifici per malattia oculare, è importante sottoporsi a una valutazione oculistica nei seguenti momenti della vita:
- alla nascita, per escludere malformazioni o malattie congenite;
- intorno ai 3 anni, per valutare l’armonico sviluppo morfologico e funzionale visivo;
- durante la scuola dell’obbligo;
- prima dell’avviamento al lavoro;
- intorno ai quarant’anni, al momento dell’insorgenza della presbiopia;
- dopo i 50 anni, con frequenza regolare secondo le indicazioni dell’oculista.
Qual è l’impegno di IAPB?
L’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus agisce su più piani, a partire da una corretta informazione. Un oculista risponde tutti i giorni feriali a una linea verde (800-068506, dalle 10 alle 13), oltre che nel forum (www.iapb.it/forum) e via e-mail (info@iapb.it). Naturalmente i consigli che diamo telefonicamente non possono sostituire una visita oculistica effettuata di persona.
Inoltre la IAPB Italia onlus ha fondato e gestisce il Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti (presso il Policlinico A. Gemelli, Centro di Collaborazione OMS): la riabilitazione visiva è considerata prevenzione terziaria.