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Diario della cefalea: cos’è e come si usa

29 novembre 2017

3131 Views

di Tiziana Azzani, giornalista

Il diario della cefalea è uno strumento che consente di registrare la frequenza, l’intensità degli attacchi di cefalea in un mese e tenere traccia di alcuni fattori che possono favorire la loro insorgenza.  Ecco come si usa.

 

 

 

La cefalea è un disturbo molto frequente, tanto che si calcola che fino a una persona su 2 abbia avuto almeno un episodio di mal di testa nell’ultimo anno.

Può essere un evento occasionale, ma per 4 persone su 100 si tratta di un disturbo ricorrente e cronico con attacchi presenti per più di 15 giorni al mese (addirittura 1 adolescente su 2, secondo una ricerca condotta dall’Università di Pavia), che compromettono sensibilmente la qualità della vita.

Essere consapevoli della frequenza degli attacchi di cefalea, della loro intensità, dei fattori che possono favorire la loro insorgenza e quindi dei farmaci sintomatici più efficaci è un passo importante per imparare a gestire al meglio la cefalea. Il diario della cefalea è lo strumento che può aiutare in questa attività di monitoraggio. Ne abbiamo parlato con Alberto Proietti Cecchini, Centro Cefalea e Neuroalgologia IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano.

Cos’è il diario della cefalea?

Il diario della cefalea è un prospetto mensile che consente di osservare l’andamento clinico della cefalea. Non è uno strumento di diagnosi, che non deve mai essere delegata al paziente, ma un sistema di monitoraggio ed eventualmente di ottimizzazione delle cure.

Quali informazioni bisogna annotare nel diario della cefalea?

Nel diario della cefalea è importante segnare in modo semplice – una crocetta- i giorni degli attacchi e registrare l’andamento nelle 24 di ogni singolo episodio e la durata della cefalea per ogni ora di permanenza del disturbo.

Questo consente, anche a colpo d’occhio, di cogliere l’andamento episodico di mal di testa (< 15 giorni al mese) o cronico (> 15 giorni al mese), la durata delle crisi, breve (< 4 ore) o lunga (> 4 ore) da interpretare anche in funzione del tempo di assunzione e dell’efficacia del farmaco sintomatico assunto.

Ma le informazioni che si possono registrare dovrebbero andare anche oltre. I pazienti possono annotarsi le circostanze eventualmente correlate all’attacco: viaggi, impegni professionali, discussioni, eventi fuori routine, alimenti o situazioni particolari.

Nel diario vanno registrati tutti gli episodi di mal di testa o solo alcuni tipi particolari?

È fondamentale annotare gli episodi con intensità almeno moderata (disabilitanti, con ricorso o meno al farmaco sintomatico), il tempo di assunzione del sintomatico e quindi di risoluzione dell’episodio. Non si richiede la registrazione degli episodi lievi, intesi come non disabilitanti, a risoluzione spontanea senza bisogno del sintomatico. Questi episodi possono essere oggetto del colloquio in ambulatorio. Diverso il caso in cui una forma è lieve ma continua e persistente può essere utile; in questo caso può essere utile l’annotazione sul diario, con anche la registrazione dei soli giorni di pieno benessere.

Perché è importante registrare l’ora di insorgenza?

Registrare l’ora di insorgenza di ogni attacco consente di cogliere a colpo d’occhio il ricorrere notturno o diurno e quindi la fascia oraria di criticità. Nel corso della prima parte della notte o come risveglio mattutino precoce, oppure al risveglio abituale, a fine mattinata (prima o dopo il pranzo), nel tardo pomeriggio o a fine giornata, nei fine settimana eccetera, offrendo spunti per cogliere eventuali fattori concorrenti: rialzi della pressione arteriosa, grave russamento, carattere posturale della cefalea e correlazione con i pasti..

Perché è così importante che chi soffre di cefalea tenga un diario degli episodi?

Perché la cefalea di ogni individuo è unica quanto la sua biografia.

Alla possibile predisposizione genetica (almeno nelle forme primarie di cefalea ed emicrania) si sovrappongono altri fattori genetico-ambientali che influenzano l’espressione clinica (età, abitudini, stile di vita, gli eventi e la capacità di risposta allo stress).  Sulla risultante di questa interazione intervengono poi incidentalmente altri fattori, interni ed esterni, che per intensità e frequenza, possono modulare la soglia di innesco degli attacchi, determinando la ricorrenza e l’andamento clinico del singolo individuo.

I fattori in gioco sono davvero tanti e di diverso tipo:

  • fluttuazioni ormonali,
  • digiuno e il ritmo/qualità/quantità dei pasti,
  • ritmo sonno-veglia,
  • fattori psicosociali
  • condizioni di stress psicofisico con alterni cicli di stress-relax. Un classico esempio è la cefalea del fine settimana
  • lunghi viaggi,
  • uso di sostanze vasoattive e psicoattive
  • sbalzi termici (esposizione diretta al sole, aria condizionata), vento e variazioni meteo, posture viziate prolungate per cause professionali (esposizione videoterminale) etc.

 

Ecco allora che il diario rappresenta un’opportunità per l’individuo, che attraverso uno strumento di auto-osservazione prende consapevolezza dei fattori e le circostanze che potenzialmente possono peggiorare o far precipitare le crisi.

Non smetto mai di stupirmi di quante donne non siano affatto consapevoli dell’impatto che il ciclo mestruale ha su di loro e sulla cefalea in particolare. Questo aspetto può essere colto con la registrazione puntuale dell’andamento mensile.

Esiste un diario della cefalea ufficiale da utilizzare?

Esistono tante diverse versioni di diario della cefalea, più o meno valide per differenti scopi, comprese ormai app dedicate: l’importante è che sia di semplice compilazione e assolva le finalità descritte.

All’interno del Fascicolo Sanitario Digitale personale di Family Health, nell’area “La mia prevenzione” puoi trovare il diario della cefalea in formato digitale.  Puoi compilarlo in qualunque momento senza timore di perdere traccia delle tue registrazioni nel tempo.


Family Health si impegna a diffondere la cultura della prevenzione consapevoli che il primo passo per il proprio benessere è pensare alla salute.

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