Aiuto ho i brufoli! Cosa fare se hai l’acne
di Maria Michela Lavieri, dermatologa
L’acne, spesso considerata dai genitori e anche da alcuni medici un semplice inestetismo, in molti casi viene vissuta dagli adolescenti come una “tragedia”. Ogni brufolo o punto nero deturpa il viso, il decolté e le spalle in un momento della crescita così delicato, come l’adolescenza, in cui l’aspetto estetico riveste un ruolo così importante nelle relazioni tra i coetanei. Ecco cosa fare fin dalla comparsa dei primi brufoli.
Esagerati gli adolescenti o superficiali gli adulti?
Ovviamente la verità sta nel mezzo; non deve essere vissuta come un dramma, però deve essere affrontata e curata nel modo opportuno, perché è una vera e propria patologia della pelle.
L’acne affligge l’85% degli adolescenti tra i 16 e i 18 anni e si risolve intorno ai 23-25 anni.
Ne soffrono anche gli adulti: dopo i 40 anni l’1% degli adulti maschi e il 5% delle donne hanno problemi di acne.
L’acne è una patologia infiammatoria dell’unità pilo-sebacea, non è pertanto un caso che compaia proprio durante l’adolescenza quando l’assetto ormonale tende a stimolare più che mai le ghiandole sebacee a produrre il sebo.
Tipi di acne
Il quadro clinico è vario con segni di infiammazione più o meno grave. Le lesioni riconoscibili nell’acne sono polimorfe e in successione cronologica compaiono dapprima quelle di tipo non infiammatorio (comedoni aperti e/o chiusi) e poi quelle di tipo francamente infiammatorio (papulo-pustole e noduli-cisti).
- COMEDONI– I comedoni aperti (i “noti” punti neri) o chiusi (microcisti follicolari) sono dovuti alla dilatazione in maggiore o minore misura dell’infundibulo follicolare ripieno di cellule corneificate, sebo, flora batterica, lieviti e acari.
- PUSTOLE– le pustole sono dovute all’accumulo dei neutrofili nell’infundibolo e nella zona perifollicolare
- NODULI– i noduli derivano dalla rottura delle cisti follicolari con successiva reazione da corpo estraneo.
In base al tipo di lesione cutanea prevalente e alla gravità del quadro clinico l’acne viene distinta in: acne lieve, acne moderata, acne severa.
Perché trattare l’acne e non attendere la risoluzione spontanea
L’acne va curata prima di tutto perché è una vera e propria patologia che può lasciare cicatrici permanenti sulla pelle o macchie (esiti pigmentari) più difficili da trattare rispetto alle classiche lesioni acneiche (brufoli e punti neri).
Non meno importante è l’impatto psicologico dell’acne soprattutto sugli adolescenti, che per il loro aspetto esteriore rovinato dai brufoli si sentono insicuri, inadeguati e di conseguenza modificano il loro modo di relazionarsi con gli altri, con conseguenze che possono persistere anche per tutta la vita.
Acne, cosa fare
Purtroppo, troppo spesso i ragazzi e anche gli adulti, poco informati, tendono a seguire consigli occasionali privi di alcun fondamento scientifico. Si “autoflagellano” seguendo inutili restrizioni alimentari o ricorrono a rimedi caserecci pur di far scomparire gli odiosissimi brufoli (leggi 4 miti da sfatare sull’acne. Cioccolato, sapone, sole e trucco).
In questo caos di consigli “popolari, rimedi proposti come magiche soluzioni al problema, ansia di guarire e apparire perfetti, fino ad arrivare all’estremo rimedio dell’isolamento dalla vita sociale per fuggire dalla vista e dal giudizio degli altri, il consiglio è uno solo: affidarsi a un dermatologo sin dalla comparsa delle prime manifestazioni dell’acne.
Fatta la diagnosi di acne, il dermatologo identificherà il trattamento più adatto al singolo caso, in base al tipo di acne, all’età, al fototipo, al sesso e ad altre patologie concomitanti.
Ciascuna forma di acne richiede un trattamento specifico che viene scelto secondo un algoritmo studiato appositamente per dare ai dermatologi delle linee guida standard utili per la diagnosi e la terapia.
Curare l’acne può richiedere allo specialista dermatologo di considerare un approfondimento diagnostico richiedendo esami ematici ormonali (tramite un semplice prelievo di sangue) o il parere di altri specialisti (es endocrinologo, ginecologo) nel sospetto che l’acne sia la manifestazione esteriore cutanea di un problema più complesso sottostante, come ad esempio ovaio policistico, sindrome adreno-genitale e insulino-resistenza.
Acne, si può prevenire?
NO. L’acne NON si può prevenire. Anche in caso di familiarità, l’acne non è prevedibile nè in termini di insorgenza nè di gravità.
L’acne va pertanto curata sin dalle sue prime manifestazioni per evitare che la risoluzione spontanea non esiti in cicatrici e alterazioni della pigmentazione che sono più difficili da trattare rispetto alle classiche lesioni acneiche.