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Sanità 2.0 mai decollata in Italia, ora si può passare direttamente al 4.0

14 marzo 2018

1418 Views

di Alessio Pappagallo, Ufficio Stampa Value Relations

Digitale e sanità, un connubio diventato imprescindibile per il funzionamento stesso del sistema salute. Eppure, l’Italia sembra ancora soffrire di un forte ritardo in questo campo che, stando a quanto affermato recentemente da Francesco Gabbrielli, direttore del Centro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità, è quantificabile in circa 12 anni.

La situazione dal 2015

L’implementazione di un sistema sanitario digitale è all’ordine del giorno dei decisori politico-amministrativi ormai da diverso tempo. Passi avanti ne sono stati fatti con il lancio, ad esempio, del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) nel 2015, ma ancora non sufficienti al reale ingresso del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) nell’epoca 2.0.

SSN che si trova oggi a fronteggiare uno scenario complesso, caratterizzato da profondi mutamenti demografici, epidemiologici e socioeconomici. Un insieme di fattori che hanno realmente cambiato la storia della malattia così come la si intendeva fino a pochi anni fa.

Digitalizzare i processi, mettendo a disposizione informazioni e dati strutturati per una gestione del paziente sul territorio precisa e puntuale, è un obiettivo irrimandabile. Le nuove tecnologie, pertanto, svolgono un ruolo primario nel trasformare la sanità in un sistema in cui le persone e il personale sanitario possano avere accesso istantaneo alle informazioni cliniche e a validi strumenti di supporto alle decisioni diagnostico-terapeutiche. E a creare finalmente quel lavoro di équipe con il paziente al centro, tanto predicato, difficilmente messo in pratica, che oggi il digitale può permettere. Senza più scuse.

Lo studio di AdnKronos.com e Agenda Digitale

Stando a quanto evidenziato dagli esperti all’AdnKronos.com “la creazione di ambienti ed ecosistemi digitali procede a rilento, vittima di numerosi conflitti, carenza di competenze necessarie per governare la programmazione e i processi, difficoltà a mettere in campo progettazioni di medio-lungo periodo coerenti con la domanda e i bisogni futuri. Non è più possibile eludere gli aspetti di integrazione generati dalle piattaforme digitali, le uniche – sottolineano – che consentono il trasferimento dell’informazione sul paziente (il dato clinico), il suo monitoraggio, anche a fini di prevenzione, e l’assistenza da remoto (telemedicina)”.

In una situazione in cui la sanità sta sempre più evolvendo verso l’empowerment del paziente, quindi, è necessario un maggiore coinvolgimento attivo dell’individuo nella gestione della propria salute. Ciò vuol dire supportarlo e monitorarlo a domicilio, portando le competenze mediche e assistenziali verso di lui.

Tuttavia, è opinione condivisa dagli esperti del settore che, a fronte delle evidenti esigenze d’innovazione, la situazione della sanità elettronica rispecchi ancora il passato, con una rigida separazione di ruoli, banche dati e processi assistenziali. L’Italia sconta un ritardo dovuto allo stato di fermo che subisce, ormai da tempo, la messa a regime dell’intero sistema.

Secondo quanto riportato dal magazine di approfondimento online Agenda Digitale, la principale criticità sarebbe la mancanza di una strategia dell’innovazione digitale collegata alla visione olistica sulla salute, sia a livello di aziende sanitarie, sia a livello regionale e nazionale. Il gap che la sanità ha, rispetto ad altri settori, non si è ridotto ma al contrario si starebbe ampliando. In un articolo recentemente pubblicato dal sito, si legge che da un’analisi su dati nazionali, “i medici consultano dati clinici prevalentemente su carta, spesso portati a mano dai pazienti e questi, salvo poche eccezioni, fanno prenotazioni, pagamenti e ritirano i referti nello stesso modo di 20 anni fa”.

Il progetto digitale proposto da Family Health

Una forte resistenza al cambiamento che non prende realmente in considerazione l’importanza della digitalizzazione in sanità. Una convinzione alla base, invece, della nascita di Family Health, il Fascicolo Sanitario Digitale personale (FSDp), disponibile al sito web familyhealth.it, pensato da Biomedia al servizio del paziente per contenere ogni tipo di documento e dato relativo alla propria salute. Il FSDp, infatti, non è un sostituto o competitor del Fascicolo Sanitario Elettronico, strumento pensato più per i medici e le strutture sanitarie. L’FSDp consente di archiviare in maniera sicura tutti i documenti sanitari in un cassetto informatico che fotografa la propria storia clinica e quella della famiglia. È possibile registrare gli eventi fisiologici e patologici, in rapporto al passato, con l’intento di salvaguardare il futuro attraverso una corretta e strutturata attività di prevenzione. Diviso in categorie permette la creazione di una sorta di “carta d’identità” della salute, aggiornabile in tempo reale.

Il progetto Family Health è la dimostrazione che la sanità digitale in tutte le sue espressioni è in grado di incentivare e attrarre idee e investimenti anche privati al servizio della comunità, che possono trasformarsi in occupazione e sviluppo del mercato di riferimento. Crescita economica, occupazionale e miglioramento della qualità e della sostenibilità del Servizio Sanitario, sono elementi alla base della cosiddetta e-health.

 

Family Health si impegna a diffondere la cultura della prevenzione consapevoli che il primo passo per il proprio benessere è pensare alla salute.

Prova Family Health e il suo Fascicolo Sanitario Digitale Personale. Archivia i tuoi referti medici, condividi informazioni corrette con il tuo medico e tramanda la tua storia clinica alle generazioni future. SCOPRI DI PIù!

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