Figli adolescenti in viaggio da soli e genitori a casa preoccupati
di Maura Manca, Psicologa
Presto o tardi arriva il momento in cui i ragazzi non vogliono più trascorrere le intere vacanze estive con mamma e papà e chiedono, a volte pretendono, di fare un viaggio con i propri amici o di restare a casa da soli. Come non trasformare questo bisogno di indipendenza in una fonte di conflitti e litigi inutili e poco costruttivi?
Ecco alcuni consigli utili per gestire al meglio le naturali preoccupazioni legate a queste prime esperienze di autonomia dei figli:
- Sostenere il loro bisogno di autonomia e di mettersi alla prova. Nel momento in cui i ragazzi fanno questo tipo di richiesta è importante ascoltarli e trovare una soluzione condivisa o dei compromessi, anziché vietare a priori l’esperienza. Non significa lasciargli in mano ogni decisione, ma al contrario condividere la scelta della località o del tipo di viaggio, in base anche alla loro età, dando dei limiti quando serve e stabilendo alcune condizioni importanti e non negoziabili.
- Prendere decisioni insieme. È importante coinvolgere i figli e renderli parte attiva: ad esempio condividere con loro l’importanza di essere aggiornati sui loro spostamenti e decidere insieme il budget della vacanza per stimolarli a gestire in modo più autonomo, responsabile e adeguato le proprie risorse.
- Stimolare il loro senso di responsabilità. È importante dialogare in modo sereno, con un tono calmo e aperto su ciò che vorrebbero fare insieme agli amici. I genitori devono trasmettergli il messaggio che si fidano di loro e che possono aiutarli a riflettere anche su eventuali rischi, pur rispettando il loro desiderio di autonomia. Devono essere i loro primi alleati e qualora si presentasse un problema, i ragazzi devono sapere che mamma e papà sono sempre pronti a sostenerli.
Cosa NON fare?
- Non assillarli con telefonate e messaggi. È importante cercare di gestire la propria ansia ed evitare di scrivere o telefonare in continuazione, altrimenti si rischia di essere opprimenti e i ragazzi finiranno per non rispondere. Si può, ad esempio, concordare con loro prima di partire degli appuntamenti telefonici da rispettare, per tenersi aggiornati e sapere come stanno. Al ritorno ci sarà tutto il tempo per condividere e farsi raccontare la loro esperienza.
- Non bombardarli di raccomandazioni. Consigli e prediche servono più al genitore che ai figli, i quali finiranno presto per non ascoltare quello che dicono mamma e papà. Sarebbe meglio confrontarsi con loro prima della partenza, facendoli riflettere anche sull’importanza di divertirsi mantenendo sempre i giusti limiti.
- Non trasmettere ansia e sfiducia. È inutile e controproducente rimarcare le emozioni negative sperimentate dal genitore. È importante, al contrario, salutarli con tranquillità, incoraggiandoli a divertirsi e vivere al meglio questa esperienza. Anche i genitori, inoltre, possono approfittare di questo tempo di vacanza per ritagliarsi dei momenti per sé e staccare la spina.
Un viaggio da soli è per i ragazzi non solo un’opportunità di divertimento e libertà, ma anche un modo per mettersi alla prova, così che possano crescere, essere soddisfatti di se stessi e sperimentare la loro auto-efficacia.