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Cefalea, patologia “teen”

di Maurizio Tucci, Giornalista

25 settembre 2018

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La cefalea è una delle patologie che affliggono maggiormente gli adolescenti. Ne soffre il 60% e di questi circa il 15% (8,5% dei maschi e 18,5% delle femmine) accusa problemi di cefalea una o più volte alla settimana. Il dato proviene dall’indagine nazionale “Adolescenti e Cefalea” realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di Ricerca IARD in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Clinico Chirurgiche Diagnostiche e Pediatriche dell’Università di Pavia, e la Clinica Pediatrica dell’Università dell’Aquila.

L’indagine è stata realizzata nel corso dell’anno scolastico 2017-2018 su un campione nazionale rappresentativo di 2600 studenti delle scuole superiori (fascia d’età 14-19 anni).

L’obiettivo dello studio

Il lavoro – appena portato a termine – ha avuto come obiettivo quello di raccogliere informazioni, direttamente dagli adolescenti, su come vengono vissuti e affrontati gli episodi di cefalea e a quali cause vengono maggiormente associati. Non si è trattato, dunque, di un’indagine epidemiologica, ma di uno studio socio-comportamentale su come questa patologia è percepita dai diretti interessati. “I dati ottenuti – commenta Gianluigi Marseglia, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Pavia – sono molto preziosi per aumentare le informazioni in nostro possesso, perché molto spesso gli episodi di cefalea non vengono riferiti al medico, ma gestiti a livello individuale”.

Le cause indicate

Tra le cause che secondo gli adolescenti intervistati scatenano gli episodi di cefalea al primo posto risulta esserci la scuola. Seguono gli stress emotivi, gli stress fisici e la vista. (vedi tabella).

Che il mal di testa sia diffusissimo a scuola lo confermano gli insegnanti. “Qualche volta è una scusa per sottrarsi ad un’interrogazione, giustificare un’impreparazione o un’assenza – afferma Teresa Caputo, insegnante e referente scuola di Laboratorio Adolescenza – ma nella maggior parte dei casi capiamo che il disturbo è reale ed è spesso legato a fattori emotivi”. D’altra parte questa associazione scuola-mal di testa è – secondo Alberto Verrotti, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università dell’Aquila – una “coincidenza” da valutare con molta attenzione soprattutto in un’ottica di prevenzione, proprio perché tra le due cose non ci può essere un rapporto clinico di causa-effetto.

Oltre la metà del campione, inoltre, collega il mal di testa all’utilizzo prolungato del computer o dello smartphone. Circostanza del tutto verosimile – secondo l’oculista Marco Fantozzi – perché quando si ha una visione prolungata su uno schermo di piccole dimensioni c’è una maggior sollecitazione del muscolo ciliare che regola l’accomodazione alla distanza.

Infine, l’80% delle ragazze intervistate ha indicato le mestruazioni tra le cause a cui attribuire il mal di testa. “In realtà – spiega Vincenzo Giambanco, già presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia – dal punto di vista clinico il mal di testa è generalmente legato alla cosiddetta sindrome premestruale, ma è comprensibile che ragazze molto giovani associno tutto al capitolo mestruazioni. Si aggiunge il fenomeno oggettivo che i primi anni di ciclo rappresentano una fase transitoria che può far registrare una serie di disturbi (tra cui anche il mal di testa) che scompaiono con la maturazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio”.

“Radiografia” del mal di testa

Il 40% dei giovani intervistati ha affermato che quando ha un episodio di cefalea il dolore è generalmente forte o molto forte, mentre la durata media del singolo episodio va da una a molte ore. Per il 47% la localizzazione del mal di testa è sempre la stessa, per un terzo del campione gli episodi di cefalea sono generalmente associati ad altri sintomi, mentre per oltre il 70% il fenomeno scaturisce all’improvviso senza segnali premonitori.

La maggioranza (56%) riesce comunque a convivere con il mal di testa senza modificare – se non occasionalmente – le normali attività, mentre il 14% è costretto a smettere di fare ciò che stava facendo ed attendere che passi, e il 7% deve addirittura mettersi a letto.

Poco ricorso al medico e farmaci auto-prescritti

Il dato certamente non positivo è che più della metà (57%) di chi soffre spesso o molto spesso di cefalea non ne ha mai parlato con il proprio medico. Percentuale che sale addirittura all’83% tra chi ha episodi sporadici di cefalea.

Ne consegue che anche l’utilizzo dei farmaci (li usa abitualmente oltre il 45% degli intervistati) è spesso fuori dal diretto controllo medico. Solo il 18% prende farmaci contro la cefalea prescritti dal medico, mentre la maggioranza si affida ai genitori.

La strada della prevenzione

Quanto emerge complessivamente dall’indagine rende evidente quanto sia importante affrontare in modo sistematico la comunicazione presso gli adolescenti – e qui la scuola può avere un ruolo prezioso – per trasmettere la cultura della salute e della prevenzione.

Nello specifico, è necessario far comprendere agli adolescenti che la cefalea non va mai sottovalutata, soprattutto quando gli episodi non sono occasionali (secondo gli esperti da un paio di volte al mese in su).  In questi casi il ricorso al medico è necessario per accertare le cause del disturbo e indicare strategie di prevenzione e terapie più appropriate. Così come sarebbe importantissimo (per la cefalea come per tantissima altre patologie) conoscere “la storia sanitaria” della propria famiglia che è uno dei pilastri portanti della prevenzione. Dall’indagine è emerso, invece, che oltre due terzi degli adolescenti intervistati non sa se i propri genitori soffrono o hanno mai sofferto di cefalea, o crede di no, ma non ne è certo.

Quali sono le cause alle quale ritieni di attribuire gli episodi di mal di testa

  Maschi Femmine
Studio / scuola 71,7 89,0
Stress emotivi 65,5 85,2
Flussi mestruali 81,6
Stress fisici 57,5 64,9
Vista 43,4 57,2
Cambiamenti meteorologici 43,1 53,9
Rumori forti 41,3 50,5
Odori 22,0 23,6
Digestione 16,9 15,9
Particolari alimenti 14,4 14,4

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