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Adolescenti sempre più dipendenti dall’alcool. Un problema sottovalutato

di Maura Manca, Psicologa

20 dicembre 2018

6401 Views

Il numero degli adolescenti dipendenti dall’alcol è in netta crescita. 5-6 ragazzi su 10 abusano di bevande alcoliche soprattutto durante i fine settimana e nei giorni di festa. Per molti di loro è quasi una abitudine o una compagnia. Lo fanno spesso all’insaputa dei genitori e rappresenta un problema troppo sottovalutato a livello preventivo e nelle scuole.

Basterebbe fare un giro lungo i punti di ritrovo degli adolescenti per rendersi subito conto di quanto abbiano spesso e volentieri un bicchiere in mano che accompagna le loro serate. Non solo smartphone o sigarette in mano, anche bottiglie o bicchieri. Sono tantissimi gli adolescenti che bevono alcolici e lo fanno anche in maniera sistematica, soprattutto nei fine settimana, nelle giornate di festa o in ogni occasione in cui si è in gruppo e si può eccedere. Uno degli aspetti più preoccupanti è che abusano di birra e super alcolici già dall’età di 12-13 anni, se non 11. Non parliamo di quei ragazzi che fanno diciamo le “prove” tipiche della trasgressione adolescenziale, che provano a fumare o a bere un bicchiere in più per rompere un po’ le regole, perché lo fanno gli altri o per spogliarsi degli abiti da bambino e mettersi quelli che lo fanno sentire più grande. Parliamo di tutti quei ragazzi che bevono normalmente, che escono e ammazzano il tempo alienandosi con alcol o altre sostanze, una routine tra amici, una ricerca della sbronza e di quella sensazione alterazione che permette di colmare dei vuoti interiori, di disinibire, di sentirsi più forti, più fighi, più grandi, che amplifica uno stato interiore a volte troppo povero di contenimento e di alternative.

Il problema dell’abuso di alcol non è legato solo alle discoteche come erroneamente si crede, è circoscritto alla vita di troppi ragazzi, è facilmente accessibile, è legale, non costa tanto e non è vero che non viene venduto ai minori, lo possono comprare quando e come vogliono, anche facendo una piccola colletta tra loro e con pochi euro a testa acquistano direttamente le bottiglie di superalcolici. L’aspetto su cui si deve ragionare, è il senso che i ragazzi danno al bere, questa ricerca di alcolici e il bisogno di farlo. Ricercano l’alienazione dalla routine quotidiana, dal vuoto interiore, dallo stress di una vita troppo povera di stimoli e troppo incentrata sugli aspetti formali piuttosto che sui contenuti e sugli aspetti emotivi.

In più, non dobbiamo dimenticare il ruolo che in questa fase di crescita riveste il gruppo, il senso di appartenenza che li porta ad omologarsi anche da un punto di vista dei comportamenti, non solo da quello estetico.

Attenzione alle vacanze e alle feste

Durante le vacanze poi, il rischio di abuso di alcol incrementa notevolmente. Quando sono lontani dalla routine della scuola, dal doversi alzare presto, dagli obblighi convenzionali, si sentono ancora più in diritto di poter andare oltre. Per questo non si deve mai abbassare la guardia e stare sempre sull’attenti perché la dipendenza da alcolici in adolescenza è un problema veramente sottovalutato, molto grave e poco riconosciuto.
Sono ragazzi che non hanno alternative, che arrivati ad una certa età lasciano magari lo sport o altre attività extrascolastiche, che incentrano la loro vita sull’uscire con gli amici e perdono un po’ il senso delle cose. È importante aver chiaro che, se hanno bisogno di evadere, di cercare qualcosa che li faccia stare meglio o che li aiuti a divertirsi, significa che hanno un vuoto o un disagio da colmare e da contenere. Se non si capisce questo, non si comprende appieno il senso dell’abuso di alcol e di droghe da parte degli adolescenti che poi li trascina nella strada della dipendenza fin da piccoli.
Non ci dobbiamo dimenticare che oggi sono anche bombardati da modelli social, musicali, da serie in streaming e videogiochi dove l’alcol è sempre presente, dove gli eccessi sono all’ordine del giorno, che dipingono una normalità che poi così normale non è. L’unico modo per evitare di essere condizionati dagli amici e da ciò che vedono e che sentono è renderli responsabili fin da piccoli cercando di fargli sviluppare un pensiero autonomo, rinforzando quello che nel linguaggio comune viene chiamato carattere. Non è cercando di allontanarlo da tutti gli stimoli potenzialmente nocivi o mettendolo dentro una campana di vetro che si risolve il problema, anzi si rimanda e non si forniscono gli strumenti necessari per sviluppare un’adeguata capacità di discernimento.
Significa che si deve insegnare ad un bambino quali sono i limiti, che esistono anche i no e soprattutto una facoltà di scelta. Lo si deve fare nel quotidiano, nelle piccole cose, nella varie fasi della crescita e possibilmente con il buon esempio.

Quali sono i segnali?

Non è sempre facile accorgersi quando un figlio fa uso di queste sostanze perché spesso ne abusano solo durante il fine settimana oppure ne fanno un uso più sistematico con meno eccessi, che non va quindi ad interferire particolarmente con il loro stile di vita e con la loro emotività.
Si deve partire sempre dalla buona abitudine di osservare i loro comportamenti nella loro quotidianità per poi capire quando ci sono dei cambiamenti e delle alterazioni. È importante fare attenzione alle condizioni in cui rientrano a casa o in cui si svegliano la mattina, al tono dell’umore, alla condotta alimentare, alle amicizie che frequentano, ai soldi che chiedono e che spendono, al ritmo sonno veglia che spesso è alterato, alla capacità di concentrazione.
Non possono capire i rischi che corrono ed è importante spiegarglielo e farglielo vedere anche attraverso immagini o video, usando un linguaggio più vicino a loro, meno giudicante e più accogliente per evitare di sembrare ai loro occhi “pesanti” e apparire più comprensivi. Loro ascoltano quando percepiscono che dall’altra parte c’è consapevolezza di ciò che si dice.

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