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I compiti delle vacanze: cosa i genitori devono sapere e saper fare

di Alberto Pellai, Medico Psicoterapeuta dell'età evolutiva, Ricercatore, Dip. Scienze Biomediche dell'università degli Studi di Milano

2 luglio 2019

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Sono la croce delle vacanze estive, nel racconto che ne fanno molti genitori. I compiti delle vacanze rischiano di trasformare la stagione delle vacanze in un’ininterrotta “zona di conflitto” con i figli.

La cosa che spesso succede è che mentre scorrono i giorni e le settimane, il famigerato “libro dei compiti delle vacanze” rimane appoggiato intonso sulla mensola all’ingresso di casa. Poi viene spostato da una borsa ad una valigia in occasione di vacanze e trasferimenti dai nonni, ma frequentemente dimenticato, fino a quando proprio non se ne può più. E allora tutto diventa una corsa contro il tempo e l’intera famiglia si trova a recuperare in due settimane ciò che invece doveva essere con calma svolto in due mesi.

Procediamo con ordine. Moltissimi genitori, di fronte ai compiti delle vacanze, assumono un atteggiamento critico e ne parlano in modo problematico, spesso davanti agli stessi figli. Questa svalutazione invalida in partenza la disponibilità all’impegno e al coinvolgimento attivo del giovane studente. Si troveranno automaticamente a pensare: “Se anche mamma e papà parlano male dei compiti delle vacanze, vuol proprio dire che si tratta di qualcosa che può essere messo nel dimenticatoio”. Ora, se la scuola ha deciso di assegnare a nostro figlio i compiti, la questione non si pone in partenza. E’ la scuola che decide e noi famiglia dobbiamo rispondere in modo adeguato alle aspettative che i docenti hanno nei confronti dei propri alunni. Sono gli insegnanti a decidere che cosa serve alla crescita e alla formazione dei loro studenti.

Questo è un buon primo punto da cui cominciare. Dire ad un figlio: “I tuoi insegnanti hanno deciso che questi saranno i tuoi impegni durante l’estate. La loro richiesta non si discute, quindi noi adesso dobbiamo stabilire quale strategia utilizzare per rispondervi in modo adeguato” è un ottimo punto di partenza per costruire una valida pianificazione degli impegni didattici riservati per la stagione estiva.

La cosa che serve di più ad un bambino e ad un preadolescente è comprendere che è necessario programmare bene il proprio impegno per evitare di arrivare con la consueta “crisi” di fine estate, dove tutto è ancora da fare e il tempo sembra non bastare mai.

Un genitore, terminata la scuola, può stabilire con il proprio figlio che il mese di giugno sarà di totale riposo e relax. “Dopo un anno di studio impegnativo, ti meriti che per un po’ di tempo non ci sia l’assillo di compiti e lezioni”. Dopo di che, invece, sarà utile pianificare come gestire, settimana per settimana, l’impegno dei compiti.

La cosa più comoda è verificare quante pagine ha il libro delle vacanze, quante settimane abbiamo a disposizione per completarlo e con questi dati definire quante schede devono essere mediamente svolte ogni giorno e/o ogni settimana.  Sarebbe ideale che in tale computo rimanessero escluse le settimane in cui la famiglia vive la propria vacanza principale. Quindi, se ad agosto, stiamo via tutti insieme per 15 giorni, quelle due settimane saranno di puro piacere e non includeranno impegni didattici e scolastici. Il compito degli adulti dovrebbe, a questo punto consistere esclusivamente, nel verificare se quotidianamente i compiti previsti sono stati effettuati. Un bambino può anche chiedere di autogestirsi nell’arco della settimana e il monitoraggio da parte dei genitori potrebbe perciò avvenire esclusivamente nella giornata di venerdì. Laddove, il bambino non sia stato in grado di organizzarsi e di autogestirsi in modo adeguato, nel tempo del week end dovranno essere recuperati i compiti non svolti. Questo modo di gestire gli impegni scolastici dei figli durante le vacanze, permette al genitore di rivestire esclusivamente la funzione di “tutor” e “sostegno organizzativo” e aiuta il bambino a lavorare su aspetti di pianificazione e gestione che potranno risultargli utili anche alla ripresa della scuola.

E’ anche importante che noi genitori diamo ai nostri figli stimoli interessanti per “far andare” la testa durante le vacanze estive. Si tratta di stimoli che non sono inclusi e compresi nelle schede di un libro di compiti delle vacanze e che aiutano i nostri figli a coltivare spazi di “interessi e passione” che vedono nel tempo estivo il loro momento di maggior sviluppo.

Ecco, perciò, che può essere utile chiedere ai bambini di leggere di più, magari mettendo a loro disposizione libri divertenti e vicini ai loro interessi. Un buon modo per selezionare le letture estive consiste nel chiedere qualche indicazione ai docenti di scuola oppure nel farsi consigliare dal referente della biblioteca locale che saprà fornirci una lista di titoli adeguata.

Ma in estate possiamo anche coinvolgere il nostro bambino nella realizzazione di un diario personale in cui registrare gli eventi più significativi delle sue vacanze, che possono essere descritti sia in forma scritta, sia attraverso disegni e scatti fotografici. Un altro modo divertente per sviluppare passione e interessi è destinare una sera alla settimana alla visione di un film che verrà recuperato su DVD oppure in un cinema all’aperto della nostra provincia di residenza. Permettere ai bambini di appassionarsi al cinema, con narrazioni lunghe ed entusiasmanti, è oggi giorno più che mai necessario. I minori infatti tendono a seguire in modo quasi compulsivo i video disponibili su youtube, spesso realizzati dai loro youtuber di riferimento. Si tratta spesso di video che hanno scarso valore artistico, con contenuti alquanto modesti e dalla durata breve, che abituano ad una visione frammentata e spezzettata e che diseducano, invece, alla capacità di seguire storie complesse, ricche di elementi narrativi con sviluppi e intrecci di trama che necessitano di tempi significativi e sceneggiature ad hoc.

Insomma, se fino ad oggi avete pensato ai compiti delle vacanze come qualcosa in grado di rovinarvi l’estate, l’invito è – anche alla luce di queste considerazioni – considerarli un’opportunità che può aiutare i nostri figli a migliorare le competenze di responsabilizzazione e autonomia rispetto agli impegni scolastici. Non ultimo, durante l’estate possiamo essere buoni allenatori che stimolano e nutrono passioni interessanti, coinvolgenti e divertenti che potrebbero rimanere nella vita dei nostri figli per moltissimi anni.

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