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Io e te. L’adolescenza è uno tzunami

L'adolescenza è uno tzunami

di Alberto Pellai, Medico Psicoterapeuta dell'età evolutiva, Ricercatore, Dip. Scienze Biomediche dell'università degli Studi di Milano

10 settembre 2019

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Regia di Bernardo Bertolucci. 2012 con Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco, Sonia Bergamasco, Pippo Delbono, Veronica Lazar. Genere Drammatico – Italia, 2012 durata 97 minuti.

Trama

Lorenzo è un adolescente problematico e molto solitario. A scuola non si è inserito in alcun modo all’interno del gruppo dei compagni. Frequenta senza alcun coinvolgimento reale le sedute dallo psicoterapeuta che però sembrano non portare ad alcuni risultato. La madre è molto preoccupata e forse anche delusa dall’attitudine del figlio nei confronti della vita, degli altri e del proprio futuro. Vorrebbe vederlo capace di stare con gli altri, capace di darsi una direzione ed un progetto. Per questo rimane stupita e contenta di sapere che il figlio ha deciso di aderire alla proposta della settimana bianca organizzata dalla scuola. Alla mamma questo sembra il segnale di un cambiamento che lascia presagire per Lorenzo una nuova apertura verso il mondo e anche verso il futuro.

La mamma, però, non sa che Lorenzo nel momento in cui a scuola avrebbe dovuto consegnare la quota per pagare la settimana bianca e confermare la propria partecipazione, in realtà non lo ha fatto. In un momento di grande incertezza personale (vado? Non vado?), di fronte all’indifferenza della classe nei suoi confronti, rimette il denaro in tasca e perciò decide di non partire più.

Lorenzo decide però di non comunicare questa nuova decisione alla madre. O forse preferisce non farlo, per non darle un’ulteriore delusione. Perciò organizza una falsa partenza: tutti penseranno che lui sia in settimana bianca, mentre lui, invece, si trasferisce nella cantina di famiglia, all’interno del seminterrato e si procura beni di conforto che siano sufficienti a sopravvivere per sette giorni.

Cominciano perciò i sette giorni che cambieranno per sempre la sua vita. Rinchiuso nel sotterraneo con cibo, un libro e il computer, Lorenzo pensa di trascorrere una settimana senza alcun contatto con l’esterno e con altre persone. Invece, all’improvviso, nel suo nascondiglio arriva a sorpresa Olivia, la sorellastra. Non si vedevano da anni. Olivia è la prima figlia di suo padre che poi ha abbandonato la famiglia per mettersi insieme alla mamma di Lorenzo.

I due fratelli non hanno potuto mai frequentarsi. Ai tempi della separazione infatti Olivia ha colpito con una pietra la mamma di lorenzo e da quel momento non si è mai più potuta avvicinare alla nuova famiglia del padre. La sua è una storia di crescita sospesa tra solitudine e abbandono. La pietra che aveva scagliato è stata la ragione per cui la famiglia allargata non si è mai ricomposta. Lorenzo ed Olivia così, da fratellastri, si sono trasformati in estranei. Ora il caso e la vita li rifa incontrare. Olivia è un’eroinomane. Nello scantinato in cui si è rifugiato Lorenzo, decide di chiudersi anche lei, per disintossicarsi. Un uomo le ha promesso di iniziare con lei una nuova vita, se lei riesce a disintossicarsi.

E così eccoli lì, i due fratellastri, rinchiusi in uno scantinato a difendersi dagli attacchi che hanno subito dalla vita. Ma allo stesso tempo a costruire, in quella alleanza generatasi per caso, le basi e nuove fondamenta per un futuro che non hanno mai potuto sognare, afferrare e sperare. Ora, condividere la disperazione alla quale entrambi appartengono può diventare la mossa che li libera dalla trappola in cui il loro percorso di crescita li ha rinchiusi.

L’incontro tra i due fratelli è comico, doloroso, genuino, commovente: succede tutto e il contrario di tutto. Si arrabbiano, si insultano, si abbracciano, si sostengono. Olivia attraversa la crisi di astinenza potendo contare sul sostegno complice e amorevole di Lorenzo. Lorenzo, per la prima volta, si trova davanti una persona che non gli chiede di essere diverso da come è, ma che vedendo i  suoi limiti, ne sa attivare anche tutti i punti di forza. E così i due ragazzi che prima erano semplicemente un “io” e un “te” nel corso della settimana diventano un “noi”. Sanno costruire e donarsi reciprocamente quell’attenzione all’altro che nessuno di loro ha mai ricevuto realmente e ha mai perciò imparato.

Al termine della settimana sono cambiate molte cose. Il modo con cui i due fratellastri si guardano l’un l’altro, il modo in cui ciascuno sa guardare se stesso. Ma soprattutto il modo in cui ciascuno guarda il proprio futuro. C’è ancora moltissima fragilità in loro – testimoniata dal fatto che Olivia non ha ancora definitivamente deciso se stare lontana dalla droga oppure no, ma c’è anche tanta nuova energia, una forza rinnovata, una migliore capacità di guardarsi per quello che si è, con il proprio sguardo e non solo con quella sensazione di inadeguatezza che lo sguardo dell’altro ti mette addosso.

Che cosa ci insegna questo film

Il film ci aiuta a comprendere le fragilità che un ragazzo attraversa nella crescita. Ci mostra la fatica che alcuni adolescenti hanno e fanno nel loro aprirsi alla vita, al mondo, al futuro. Ci fa vedere come l’ansia dei genitori spesso diventa un boomerang che paralizza i figli rendendoli incapaci di andare avanti nel loro percorso di crescita, e quindi provocando blocco, stallo, ansia. A suo modo, Lorenzo rappresenta un buon esempio di ciò che oggi chiamiamo “Hikkikomori”, ovvero ragazzi incapaci di aprirsi alla vita sociale e relazionale fuori di casa e quindi intrappolati nel loro guscio domestico, che diventa nido e prigione al tempo stesso. Ma se gli Hikkikomori di cui oggi tanto si parla sono vittime anche della loro dipendenza dalla tecnologia, nel caso di lorenzo, l’isolamento sociale è la conseguenza diretta di una fragilità del sistema famiglia in cui si è trovato a crescere. Con una madre che vorrebbe trovare in lui la conferma delle proprie incertezze ed un padre che comunica soprattutto attraverso un telefono, perché di persona non c’è quasi mai.

Un film ricco di stimoli, con due attori bravissimi che fa anche molto riflettere sull’incapacità degli adulti di saper sostenere i figli nella fase della separazione. Se qualcuno avesse aiutato Olivia a dare un significato alla sua rabbia, invece che a isolarla dalla vita di Lorenzo e della sua mamma, forse i due fratellastri avrebbero saputo fare della loro fatica famigliare un’occasione di crescita e sostegno, di cooperazione e condivisione emotiva. Invece, “l’agito” di Olivia viene interpretato solo nella sua natura trasgressiva, deve essere sanzionato e lei deve rimanere intrappolata in un senso di colpa che le metterà dentro ancora più solitudine e disorientamento.

Il messaggio del film

L’adolescenza a volte sembra una tempesta che travolge tutto, uno tsunami di cui si intuisce solo il potere distruttivo. Ma dentro alla tempesta la zattera può comunque non andare a fondo se c’è qualcuno con cui provare a tenere in mano il timone e a proseguire la navigazione. Qualcuno che non si spaventa e che sa stare anche quando le onde sembrano troppo alte per poter essere affrontate.

 

Le domande da porsi dopo la visione del film

  1. Quali sono i punti di fragilità di Lorenzo che nell’incontro con Olivia si tasformano in punti di forza?
  2. Perché la relazione così “sgangherata” e improvvisata dei due fratellastri si trasforma in un’occasione di crescita per entrambi?
  3. Quali sfide evolutive Lorenzo riesce ad affrontare grazie all’incontro con Olivia, che all’inizio del film sembravano invece impossibili da vincere?
  4. Che impressione vi siete fatti della relazione che Lorenzo ha con sua mamma? Quali sono gli aspetti di questa relazione che bloccano la crescita del ragazzo?
  5. Come valutate, da quanto il regista ci mostra, la relazione tra Lorenzo e il suo terapeuta?
  6. Che idea vi siete fatti del padre di Lorenzo? Se voi poteste dare qualche consiglio per sostenere la crescita di suo figlio, che consiglio gli dareste?

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