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Le malattie croniche in tempi di pandemia di COVD-19

di Giovanni Corsello, Professore Ordinario di Pediatria, Università di Palermo

19 novembre 2020

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La gestione clinica delle malattie croniche nei bambini e negli adolescenti in tempi di pandemia di COVID-19 si è rivelata una criticità del sistema sanitario, di cui non si una adeguata consapevolezza. La concentrazione delle risorse e delle attività assistenziali verso l’emergenza e il fatto che i bambini sono colpiti dalla malattia con minore gravità rispetto ad anziani e adulti hanno prodotto una contrazione delle attività assistenziali dell’area pediatrica. Il minore afflusso di bambini ai Pronto Soccorso e agli ambulatori per la paura del contagio hanno reso alcuni interventi di penalizzazione dell’assistenza pediatrica “legittimati dai numeri”.

In questo scenario, i bambini con malattie croniche sono quelli che hanno subito danni e conseguenze peggiori. Per diverse ragioni:

  1. Ritardo nelle diagnosi e nei controlli, con identificazione più tardiva delle patologie e delle complicanze. A mo’ di esempio, non fare una diagnosi o farla in ritardo per un bambino diabetico significa fargli correre il rischio della chetoacidosi e del coma, per un bambino con esordio leucemico fargli correre il rischio di una evoluzione infausta intrattabile. Anche nel caso dei bambini disabili, il ritardo può determinare una interruzione o un mancato avvio dei percorsi di abilitazione funzionale, da cui può dipendere la normalizzazione di alcuni parametri evolutivi.
  2. Ritardi nella esecuzione delle vaccinazioni, per il mancato rispetto delle scadenze previste nelle schedule vaccinali, per disfunzioni organizzative o per paura di frequentare luoghi sanitari considerati a rischio potenziale di contagio. La conseguenza in questi casi è il calo delle coperture vaccinali, con la possibile ripresa di patologie infettive prevenibili, ad alto indice di mortalità e morbilità, quali pertosse, morbillo e meningiti menigococciche, pneumococciche o da hemoplhius influentiae.
  3. La patologia da infezione da SARS-CoV-2 nei bambini e ragazzi con patologie croniche decorre spesso con maggiore criticità rispetto ai coetanei sani e comporta un incremento dei tassi di ospedalizzazione e di sequele.
  4. La riduzione della tutela della salute nei bambini cronici si associa ad una riduzione dei livelli di istruzione, in quanto didattica a distanza e teledidattica non sono sempre compatibili con la disabilità fisica o neuropsicomotoria. Inoltre, le figure e le ore di attività degli insegnanti di sostegno in molte realtà si sono ridotte. Ciò provoca o aumenta le disuguaglianze sociali, soprattutto laddove i livelli di povertà e di disagio sono più elevati.

Tutto ciò considerato, potenziare i livelli di digitalizzazione della salute e di integrazione tra famiglia, medici e sistema sanitario si pone oggi come un obiettivo sociosanitario prioritario. Nuovi strumenti digitali e informatizzati oggi disponibili possono mettere efficacemente a disposizione un network teso alla condivisione dei dati clinici tra pazienti, famiglie e operatori sanitari. Diventa così più agevole una valutazione dei fattori di rischio e di eventuali complicanze, nonché l’interpretazione delle indagini strumentali e di laboratorio già espletate e la programmazione dei controlli da eseguire nel tempo con il relativo timing. Una prospettiva di interazione digitale molto utile per favorire la cogestione della salute tra cittadini e personale medico, preziosa anche sul piano della prevenzione.

Family Health si impegna a diffondere la cultura della prevenzione consapevoli che il primo passo per il proprio benessere è pensare alla salute.

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