Le malattie croniche in tempi di pandemia di COVD-19
di Giovanni Corsello, Professore Ordinario di Pediatria, Università di Palermo
La gestione clinica delle malattie croniche nei bambini e negli adolescenti in tempi di pandemia di COVID-19 si è rivelata una criticità del sistema sanitario, di cui non si una adeguata consapevolezza. La concentrazione delle risorse e delle attività assistenziali verso l’emergenza e il fatto che i bambini sono colpiti dalla malattia con minore gravità rispetto ad anziani e adulti hanno prodotto una contrazione delle attività assistenziali dell’area pediatrica. Il minore afflusso di bambini ai Pronto Soccorso e agli ambulatori per la paura del contagio hanno reso alcuni interventi di penalizzazione dell’assistenza pediatrica “legittimati dai numeri”.
In questo scenario, i bambini con malattie croniche sono quelli che hanno subito danni e conseguenze peggiori. Per diverse ragioni:
- Ritardo nelle diagnosi e nei controlli, con identificazione più tardiva delle patologie e delle complicanze. A mo’ di esempio, non fare una diagnosi o farla in ritardo per un bambino diabetico significa fargli correre il rischio della chetoacidosi e del coma, per un bambino con esordio leucemico fargli correre il rischio di una evoluzione infausta intrattabile. Anche nel caso dei bambini disabili, il ritardo può determinare una interruzione o un mancato avvio dei percorsi di abilitazione funzionale, da cui può dipendere la normalizzazione di alcuni parametri evolutivi.
- Ritardi nella esecuzione delle vaccinazioni, per il mancato rispetto delle scadenze previste nelle schedule vaccinali, per disfunzioni organizzative o per paura di frequentare luoghi sanitari considerati a rischio potenziale di contagio. La conseguenza in questi casi è il calo delle coperture vaccinali, con la possibile ripresa di patologie infettive prevenibili, ad alto indice di mortalità e morbilità, quali pertosse, morbillo e meningiti menigococciche, pneumococciche o da hemoplhius influentiae.
- La patologia da infezione da SARS-CoV-2 nei bambini e ragazzi con patologie croniche decorre spesso con maggiore criticità rispetto ai coetanei sani e comporta un incremento dei tassi di ospedalizzazione e di sequele.
- La riduzione della tutela della salute nei bambini cronici si associa ad una riduzione dei livelli di istruzione, in quanto didattica a distanza e teledidattica non sono sempre compatibili con la disabilità fisica o neuropsicomotoria. Inoltre, le figure e le ore di attività degli insegnanti di sostegno in molte realtà si sono ridotte. Ciò provoca o aumenta le disuguaglianze sociali, soprattutto laddove i livelli di povertà e di disagio sono più elevati.
Tutto ciò considerato, potenziare i livelli di digitalizzazione della salute e di integrazione tra famiglia, medici e sistema sanitario si pone oggi come un obiettivo sociosanitario prioritario. Nuovi strumenti digitali e informatizzati oggi disponibili possono mettere efficacemente a disposizione un network teso alla condivisione dei dati clinici tra pazienti, famiglie e operatori sanitari. Diventa così più agevole una valutazione dei fattori di rischio e di eventuali complicanze, nonché l’interpretazione delle indagini strumentali e di laboratorio già espletate e la programmazione dei controlli da eseguire nel tempo con il relativo timing. Una prospettiva di interazione digitale molto utile per favorire la cogestione della salute tra cittadini e personale medico, preziosa anche sul piano della prevenzione.