Pagella Deludente? Le cose che un genitore deve sapere
di Alberto Pellai, Medico Psicoterapeuta dell'età evolutiva, Ricercatore, Dip. Scienze Biomediche dell'università degli Studi di Milano
E’ tempo di pagelle. Di fronte ad alcune insufficienze dei figli, i genitori spesso urlano e si arrabbiano.
Di solito si suddividono in due gruppi, queste famiglie urlanti. C’è il gruppo che urla contro il figlio. C’è invece il gruppo che urla contro gli insegnanti. Entrambe le due cose non servono a nulla, anzi rischiano di trasformarsi in boomerang. Vediamo perché.
Se la pagella del primo quadrimestre non è all’altezza delle nostre aspettative, urlare con un figlio significa semplicemente trasformarlo in un nostro nemico, usando quella pagella e i risultati negativi per metterlo sulla sedia degli imputati. La nostra rabbia spesso scatena in lui una rabbia ancora più violenta e le pagelle diventano un’occasione per far esplodere guerre in famiglia. I padri urlano, le mamme a volte piangono, i figli vedono solo uno tsunami che travolge tutto. Hanno fatto molti sbagli, di sicuro, ma queste reazioni degli adulti comunicano loro non che hanno fatto uno sbaglio, bensì che sono “tutti sbagliati”. Spesso i litigi per la brutte pagelle sono accompagnati da frasi in cui noi genitori comunichiamo la nostra impotenza (Io non so più cosa fare con te) oppure la nostra sofferenza (mi farai morire) o la sua inettitudine (Sei un idiota). Vi siete mai chiesti a che cosa serve tutto questo? Solo ad aumentare la distanza di fronte ad un problema che invece richiede di costruire un’alleanza forte. Ovvero: i due genitori (anche se separati) si comportano come una squadra e di fronte ad una pagella problematica dicono l’unica cosa che c’è da dire, in modo serio e autorevole: ovvero qui c’è un problema e adesso bisogna capire cosa vuol dire “prendere il toro per le corna”. Si dovrà capire insieme se occorrono lezioni di sostegno, se bisogna modificare stile e setting di studio pomeridiano, se è meglio facilitare lo studio con altri compagni di scuola, cosa che rende sempre più motivante l’approccio allo sforza cognitivo. Ottime indicazioni ci possono essere fornite dai docenti di nostri figlio, sì proprio loro, quelli che gli hanno messo l’insufficienza. Perché loro ci sapranno dire dove sta il problema e quale potrebbe essere la possibile strategia di gestione.
Invece, in molti casi, alcuni genitori decidono di rendere proprio quei docenti i nemici cui attribuire la responsabilità della brutta pagella del proprio figlio. “Non capiscono niente”, “Sono solo dei sadici”, “Godono a vedervi soffrire”, “Adesso gliela facciamo pagare”: queste sono frasi “quasi eleganti” che spesso in modo più rozza (a volte volgare) alcuni genitori rivolgono ai docenti dei loro figli, quando si permettono di decretarne l’impreparazione con un’insufficienza. Di tutte le strategie è la più controproducente: perché quel figlio che ha le insufficienze in pagella ne attribuirà la sola responsabilità a fattori esterni a sé e imparerà che i suoi sbagli vanno protetti e rinforzati attaccando chi li rileva e non aiutando chi li fa a imparare dai propri errori. Più in generale, le brutte pagelle dei nostri figli rappresentano un “test” di prova per l’alleanza genitoriale: se mamma e papà condividono una visione oggettiva dei problemi che hanno generato quella brutta pagella e affrontano insieme e solidali il problema, quella brutta pagella può diventare addirittura un’occasione per attraversare una crisi uscendone rafforzati. Non va trascurato il fatto che molti nostri figli quest’anno, nell’emergenza COVID, hanno vissuto l’esperienza della scuola e dello studio in modo totalmente differente rispetto al solito e sono stati invasi da “ondate” di demotivazione e frustrazione che in parte possono spiegare gli inattesi e scarsi risultati di profitto. Anche in questo caso, basterà guardare in faccia la realtà e cercare di capire qual è l’intervento che serve. Potrebbe non avere niente a che fare con questioni di apprendimento, ma con una fatica emotiva e un disagio socio-relazionale di cui è bene essere consapevoli perché solo in questo modo potrà essere affrontato in modo competente.
Quindi, il messaggio da portare a casa oggi è: Se di fronte alla pagella di mio figlio, sono diventato un genitore urlante e arrabbiato, forse c’è qualcosa che non va, non solo nella pagella ma anche nel modo con cui la parte adulta della famiglia affronta questo problema.