Loving Vincent
Un inno alla bellezza e all’arte come strumento di espressione dei propri stati d’animo e delle proprie emozioni
di Alberto Pellai, Medico Psicoterapeuta dell'età evolutiva, Ricercatore, Dip. Scienze Biomediche dell'università degli Studi di Milano
Regia di Dorota Kobiela, Hugh Welchman. 2016 con Aidan Turner, Helen McCrory, Saoirse Ronan, Douglas Booth, Jerome Flynn. Genere: Animazione, – Gran Bretagna, Polonia, 2016
Trama
Il cartone “Loving Vincen”t racconta il viaggio che Armand Roulin fa, su incarico del padre – il postino Joseph – per consegnare una lettera a Theo Van Gogh, fratello del famoso pittore, alcuni mesi dopo la sua morte. Armand arriva e si muove nel territorio in cui il grande pittore ha trascorso gli ultimi tempi della sua vita, prima del suicidio, avvenuto in circostanze molto strane. Joseph era rimasto molto incredulo e turbato dalla notizia di questa morte: sei settimane prima di morire, infatti, Vincent gli aveva scritto dichiarando di sentirsi bene e di avere uno stato d’animo tranquillo.
Il viaggio di Armand che inizialmente è il risultato dell’obbedienza che nutre verso suo padre, si trasforma ben presto in altro, perché una volta giunto a destinazione scopre che anche Theo Van Gogh è morto, (poco dopo suo fratello), depresso e malato di sifilide. La lettera di suo padre resta perciò non consegnabile, ma in una conversazione con il commerciante di colori Pere Tanguy, Armand viene a sapere che la persona più vicina a Vincent nel periodo precedente la sua morte era il dottore Paul Gauchet, che oltre ad averlo avuto come paziente, lo ammirava come artista e aspirava ad essere pure lui un artista di grande lignaggio. Entrare in contatto con il dottor Gauchet permetterà ad Armand non solo di saperne di più su Vincent Van Gogh e la sua morte, ma anche di poter rintracciare la vedova di Theo Van Gogh alla quale recapitare la lettera di suo padre.
Il film perciò prosegue con gli incontri che Armand vive, una volta giunto ad Auvers-sur-Oise, il luogo dove il grande artista è rimasto nell’ultimo tempo della sua vita, provando a creare per se una buona reputazione, a vincere i propri demoni e a dedicarsi alla sua arte, dopo i molti problemi di salute mentale che lo avevano portato in precedenza anche a ripetuti ricoveri. La storia quindi prosegue come un vero e proprio giallo, pieno di misteri in cui Armand vuole comprendere che cosa è realmente successo a Vincent Van Gogh il giorno in cui è stato ferito da un’arma da fuoco (si è sparato o gli hanno sparato?), ma al tempo stesso vuole ricostruire la vita, le relazioni, gli incontri, gli accadimenti a lui occorsi durante il suo soggiorno ad Auver-sur- Oise.
Si viene così a sapere dei sentimenti che l’artista nutriva verso la figlia del Dottor Gauchet, della persecuzione che subiva da alcuni ragazzi del posto che a causa della sua apparente diversità e instabilità emotiva lo rendevano oggetto di scherzi ed umiliazioni, portandolo ad uno stato di prostrazione e impotenza per lui insopportabile. Incontro dopo incontro, Armand riesce a sapere e capire bene che cosa è successo a Vincent. Viene aiutato dal Dottor Gauchet a comprendere che cosa ha generato lo scompenso emotivo che ha condotto il grande pittore all’autolesionismo. E infine, Armand riuscirà, grazie al dottor Gauchet a far avere alla vedova di Theo la lettera che suo padre aveva desiderio di recapitarle.
Che cosa ci insegna questo film
Loving Vincent è un film che ci mostra la vita faticosa e tormentata di un uomo che cerca un riscatto nell’arte, dopo un’esistenza precaria, piena di dolore e fatica. Si scopre l’infanzia dolorosa di Vincent Van gogh, le ferite che restano cucite nel cuore e nella mente di una persona che viene emarginata e bullizzata perché portatrice di una diversità difficile da comprendere e includere all’interno del proprio gruppo sociale di appartenenza. Loving Vincent è un film che affronta tantissimi temi: la salute mentale e lo stigma che impone a chi ne soffre, il bullismo e l’umiliazione e vergogna che procura a chi ne è perseguitato. Ma è anche un film splendido e luminoso che trasuda arte e bellezza in ogni sua immagine. Tutto il cartone animato è infatti realizzato attraverso la riproduzione delle opere del grande artista che vengono “letteralmente vivificate” attraverso un sapiente e laborioso lavoro di decine e decine di artisti che hanno realizzato questa opera meravigliosa. Loving Vincent è perciò un cartone che fa entrare nella storia dell’artista, attraverso le sue opere che diventano chiavi visuali che aprono porte narrative, in cui lo spettatore può compiere un duplice viaggio: quello nella vita di Van gogh e quello nella sua opera artistica. Questo cartone può essere visto a partire dai 7-8 anni sia per raccontare in modo molto originale la storia di un pittore che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte moderna, sia per riflettere sul tema del bullismo e della diversità, sia per comprendere come una malattia mentale possa trasformarsi in una condanna se l’ambiente nel quale il soggetto si trova non sa accoglierla e integrarla al proprio interno.
Il messaggio del film
Loving Vincent è un cartone che i docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado potrebbero usare all’interno del corso di storia dell’arte, ma anche del programma di educazione civica oppure in un progetto di prevenzione del bullismo. E’ uno dei cartoni animati più atipici e belli al tempo stesso che ci possa capitare di vedere. E proprio nel suo essere un inno alla bellezza e all’arte come strumento di espressione dei propri stati d’animo e delle proprie emozioni è un film interessante per una visione condivisa tra adulti e minori. Un modo per imparare la storia dell’arte, rimanere affascinati dalla potenza evocatrice delle opere di Van Gogh e per comprendere la complessità che regna all’interno di vite di personaggi che hanno lasciato un profondo segno nel mondo, diventando indimenticabili.
Le domande da porsi al termine del film
1) Che cosa vi ha colpito maggiormente della storia dell’artista? Quali vicende della sua infanzia hanno secondo voi lasciato un segno indelebile nella sua psiche causando una sofferenza emotiva che ha tormentato la vita dell’artista per tutto il tempo della sua adultità?
2) Come lo stigma della malattia mentale ha rappresentato un ostacolo alla realizzazione di una piena felicità?
3) Che differenza avete riscontrato tra la metologia di animazione usata in questo film e quella comunemente presente nei grandi film di animazione portati su grande schermo?
4) Che cosa vi insegna la perseveranza con cui Armand Roulin vuole portare a termine l’incarico assegnatogli dal padre?