Perché le serie in streaming dedicate alla sfera sessuale piacciono tanto ai ragazzi?
di Maura Manca, Psicologa
Sono tantissimi i ragazzi che guardano le serie in streaming dove si parla degli aspetti sessuali. Esistono due serie online particolarmente ricercate: una, arrivata ormai alla sua terza stagione (in arrivo entro la fine del 2021), dal titolo Sex Education, e un’altra più recente, incentrata prettamente sul mondo dell’intimità femminile dal titolo Sexify. Sono vietate ai minori di 14 anni, anche se i limiti di età troppo spesso non vengono neanche letti, non solo dagli adolescenti, anche dai genitori.
Spesso padri e madri si domandano se sia corretto o meno vedere queste serie, se possono essere diseducative, se possono influenzarli nelle loro scelte e nei loro comportamenti.
Partirei dal cercare di capire perché attirano un gran numero di ragazzi. Trattano argomenti ancora troppo spesso tabù con semplicità e a volte anche leggerezza. Affrontano i tanti dubbi e paure che hanno i ragazzi e, essendo i protagonisti giovani o coetanei, si possono identificare con loro e i loro vissuti. Si rivedono, si riconoscono, comprendono il linguaggio che viene utilizzato. Gli argomenti vengono trattati senza salire in cattedra ma in modo semplice senza giudizi e senza pregiudizi. Non si sentono soli. Non dobbiamo dimenticare che spesso i ragazzi pensano che i loro dubbi e le loro paure siano “strane”, che non siano comuni; provano vergona nell’esternare il loro mondo interno anche per queste ragioni.
Su TikTok, per esempio, piattaforma online estremamente frequentata dai giovanissimi, sono addirittura migliaia gli adolescenti che seguono i profili di sessuologi e psicologi esperti nel campo delle relazioni sentimentali che parlano con loro con semplicità, senza far sentire nessuno a disagio, spiegando da un punto di vista scientifico gli aspetti legati alla sessualità e all’affettività. Rispondono alle numerosissime domande che i ragazzi fanno e che forse, a tu per tu, non avrebbero mai fatto. Questo ovviamente non significa che debba essere la modalità elettiva per fare questo tipo di formazione, soprattutto perché i ragazzi non sono in grado di discernere tra i vari contenti e di capire cosa, e chi ascoltare. Devono arrivare a utilizzare queste piattaforme e a visionare queste serie, già formati, già preparati, con degli strumenti di base. I ragazzi quindi non si possono formare in rete. Questi programmi e questi profili possono andar bene se non sono la loro unica fonte di informazioni.
L’adolescenza, anche per gli adulti che vedono e vedranno sempre i loro figli come bambini asessuati, è caratterizzata anche dallo sviluppo ormonale, dalla ricerca del piacere, dalla centralità del corpo e dalla spinta sessuale.
Ci sono anche tanti ragazzi che cercano delle risposte nei video pornografici con il rischio di apprendere aspetti della sessualità che non sono pertinenti o appropriati per il loro sviluppo e la loro maturità cerebrale.
Devono avere acquisito conoscenze sul funzionamento del loro corpo, dei vari aspetti legati alla affettività e sessualità che devono andare avanti di pari passo. Devono parlare anche di questi aspetti con gli adulti, senza essere criticati: bisogna accogliere il loro imbarazzo, le loro titubanze e creare un clima di fiducia. Tutto questo deve iniziare dalle scuole primarie e deve durare per tutte le fasi della maturazione cerebrale e della crescita psicofisica per garantire il superamento dei vari compiti di sviluppo.
Educarli e parlarne serenamente non significa istigarli, ma fare una corretta informazione a partire dalla conoscenza del corpo, fino ad affrontare anche gli aspetti sessuali e relazionali.