GENITORI VS INFLUENCER
Che cosa succede ad un genitore che suo malgrado diventa una star del web e comincia ad essere assediato da richieste di sponsorizzazioni e di offerte di prodotti da mostrare al suo pubblico?
di Alberto Pellai, Medico Psicoterapeuta dell'età evolutiva, Ricercatore, Dip. Scienze Biomediche dell'università degli Studi di Milano
Regia di Michela Andreozzi. Un film con Fabio Volo, Ginevra Francesconi, Nino Frassica, Paola Tiziana Cruciani, Paola Minaccioni. Cast completo Genere Commedia, – Italia, 2021
TRAMA
Paolo è un genitore che cresce da solo la giovane figlia, Simone, essendo rimasto vedovo da alcuni anni. E’ un ottimo padre, molto presente, che ha fatto del dialogo con la figlia la base per il successo della loro relazione. Lui rappresenta per la ragazza una solida base sicura: lo è sempre stato e continua ad esserlo anche ora che la ragazza è entrata in adolescenza e si è trasformata in una vera “natante digitale”. Sempre connessa, sembra che lo smartphone abbia cannibalizzato tutti i suoi interessi. Di certo, le occupa tutto il tempo libero ed è ormai terreno di conflitto con suo padre. Lui la vorrebbe capace di guardare altrove e non dentro lo schermo, appassionata alla vita reale e non a quella virtuale. Del resto Paolo cerca ogni giorno di fare lo stesso anche con i suoi studenti. Insegna filosofia in un liceo e soffre nel constatare quanto la velocità e la frammentazione di ciò che succede nell’online tenga costantemente in ostaggio gli interessi e l’attenzione dei proprio allievi. Mentre lui spiega, loro sembrano perennemente altrove, in un altro spazio fatto di social, messaggini e scherzi su chat di gruppo. La fatica che Paolo vive in classe con gli studenti è la medesima che ormai sembra rendere ingestibile il rapporto con Simone. Lei ama il mondo degli influencers e per dirla tutta, sogna di diventare essa stessa un influencer con un ampio seguito di followers. Quando parlano di questi argomenti, Paolo non riesce a mantenere l’equilibrio. Si altera e le mostra tutto il suo disprezzo fino a definire quel genere di persone “friggitori del nulla”. E’ nel corso di un acceso litigio tra padre e figlia che quest’ultima decide di girare un video per postarlo nell’online, raccontandosi come “prigioniera” di un genitore che vive “fuori dal tempo” e che dei ragazzi di oggi non è in grado di comprendere nulla. E’ a causa di quel video che Paolo si vede esposto all’attenzione mediatica in quanto Ele-O-No-Ra una delle influencer con maggior seguito nella nazione decide di schierarsi a fianco della figlia in una battaglia che diventa generazionale: gli influencers contro i genitori. La contesa si sposta presto dallo schermo alla vita reale.
Che cosa ci insegna questo film
Che cosa succede ad un genitore che suo malgrado diventa una star del web e comincia ad essere assediato da richieste di sponsorizzazioni e di offerte di prodotti da mostrare al suo pubblico? E davvero gli influencers sono persone il cui lavoro è “friggere l’aria”, oppure nel loro mondo ci sono aspirazioni e competenze che magari gli adulti di oggi non riescono a comprendere perché nella cultura digitale non ci sono nati e cresciuti? Il film cerca di raccontare questi due percorsi: ovvero quello di un adulto che prova a fare i conti con il mondo del web, dopo averlo profondamente denigrato e quello di chi appare nella vita online e fa dei pixels il proprio ambito di competenza e di sviluppo professionale. Mentre scopriamo come Paolo giorno dopo giorno si avvicina al mondo di Eleonora e quest’ultima scende “al piano terra” conquistando una dimensione più umana, il film ci mostra anche come i ragazzi sembrano aver conquistato una competenza “fluida” che permette loro di entrare e uscire dai loro schermi, senza necessariamente rimanerne intrappolati o invischiati, condizionati o manipolati. In realtà, la forza del legame di Paolo con sua figlia Simone sembra essere superiore a qualsiasi attrazione il web possa agire su di lei. Ma la domanda sorge spontanea: quante famiglie possono contare su una relazione così profonda e competente? Quanti tra noi possono dire di avere un dialogo così aperto e franco con i propri figli, rimanendo per loro un riferimento affettivo solido, anche all’interno dei conflitti intergenerazionali che in adolescenza sono inevitabili? In film ha il grande pregio di mostrare come ciò che da sempre connota la relazione genitori/figli (ansie dei genitori, bisogni di separazione dei figli, necessità di costruire un progetto per il proprio futuro, bisogno di vicinanza e inclusione con il gruppo dei propri pari) non si modifichi anche nel tempo dello smartphone. Semplicemente, sembra dirci la regista, i genitori devono imparare ad includere nell’habitat della loro relazione con i figli anche la dimensione online, all’interno della quale essi si muovono con molta più disinvoltura, essendoci nati dentro. Dal film non esce un giudizio positivo o negativo sul mondo social: l’impressione è che ciascuno di noi, attraverso questa storia, debba provare a rileggere chi è, chi era e chi sarà in un mondo che ritiene ormai inevitabile mescolare la dimensione del reale con quella del virtuale. Emerge però in modo molto chiaro che solo un genitore presente, che “vuole esserci” e che quindi sa mettersi in gioco non solo in modo giudicante ma anche in modo coinvolgente, può rimanere a fianco del proprio figlio che cresce provando a individuarsi attraverso la costruzione di una duplice identità: quella reale e quella virtuale.
Il messaggio del film
Il mondo degli adolescenti è da sempre fatto di elementi di rottura e cambiamento rispetto a quello dei genitori che li hanno cresciuti. Per i nostri figli, il cambiamento più evidente oggi è la loro vita online, il loro aspirare ad un’identità virtuale che vada a integrarsi e completare quella presente nella vita reale. Come adulti, vediamo tutto questo secondo la nostra prospettiva ovvero come un rischio da cui proteggere chi cresce. Spesso per riuscirci, diventiamo giudicanti e sprezzanti. Il film ci mostra un’altra vita: invece di giudicare, il genitore protagonista entra nel sistema che tanto lo spaventa e prova a conoscerlo, controllarlo e gestirlo dal di dentro. In questo modo non perde il contatto con la propria figlia e nemmeno si perde dentro al mondo che tanto lo spaventa.
Le domande da porsi dopo la visione de film
- Il film ci mostra un conflitto famigliare intergenerazionale basato sulla difficoltà dell’adulto di comprendere il mondo digitale che tanto attrae gli adolescenti. quali elementi di continuità e quali aspetti di divergenza esistono tra le esperienze raccontate nel film e quelle vissute nella vostra famiglia?
- Paolo è un padre molto presente, attento e competente. Sua figlia Simone è una quindicenne ed entra nel mondo online dopo un’esperienza di crescita in cui è stata molto “nutrita” e stimolata dal proprio padre. La sua capacità di mantenere un buon equilibrio tra vita reale e vita online e di rimanere in contatto e in dialogo con suo padre, nonostante conflitti e ribellioni, da che cosa dipende secondo voi?
- In alcuni passaggi del film, vediamo che Paolo fatica a trovare il giusto equilibrio tra dentro e fuori l’online. All’inizio rifiuta tutto del mondo online, ad un certo punto non riesce più invece a venirne fuori. Il film ci mostra che la vulnerabilità dei nostri figli non è altro che un riflesso della vulnerabilità che tutti viviamo nei confronti del mondo virtuale. Quali vulnerabilità pensate di vivere voi come adulti e genitori? quali strategie avete intrapreso per gestire e affrontare in modo adeguato queste vulnerabilità nella vostra famiglia?
- Nella vostra famiglia, avere un progetto educativo chiaro intorno alla vita digitale del vostro nucleo? Quali sono le principali regole che avete stabilito e che vi sembrano particolarmente utili per gestire tale aspetto, sul fronte educativo e della relazione con i vostri figli? Quali regole vi sembrano invece da introdurre, necessarie e/o al momento mancanti?