Giovani sempre più preoccupati e impauriti per il futuro del nostro pianeta. Cos’è l’eco-ansia?
di Maura Manca, Psicologa
Secondo i dati pubblicati da uno studio recente che ha coinvolto circa 10.000 giovani fra i 16 e i 25 anni provenienti da 10 nazioni, il 45% dei ragazzi dichiara di soffrire di “ansia climatica” e il 75% considera il futuro come qualcosa di “terrificante”. Più della metà pensa che l’umanità non abbia speranze e 4 ragazzi su 10 sostengono di avere delle resistenze all’idea di mettere al mondo dei figli. L’ansia sembrerebbe aumentare di livello nei Paesi in cui i governi sono meno impegnati sul fronte della difesa ambientale. Sicuramente sono numeri che devono far riflettere e dimostrano come tanti ragazzi inizino a manifestare, in maniera sempre più aperta, ansia e preoccupazioni legate all’emergenza ambientale.
Con il termine “ansia climatica” si indicano tutta una serie di emozioni spiacevoli come la paura, la preoccupazione, fino ad arrivare a emozioni più intense come il senso di colpa, la rabbia, la disperazione e l’angoscia, che si sperimentano quando ci si confronta con temi riguardanti il cambiamento climatico.
Sono sempre più frequenti, anche nel nostro Paese, calamità naturali come trombe d’aria, grandinate, nubifragi e inondazioni con esiti devastanti. Sicuramente nel passato eravamo più abituati a vederle in altri continenti, molto lontani dal nostro, e questo ci faceva sentire più al sicuro.
Dal contatto diretto con i ragazzi accolgo le tante domande che si pongono, come ad esempio “Può capitare anche a noi e alle persone a cui vogliamo bene?” “E se muore qualcuno della nostra famiglia a causa di questi fenomeni?” “Il mondo dove andrà a finire?” “In futuro sarà tutto più difficile e più complesso, come faremo?”, “A cosa ci dovremo adattare?”.
Questa paura si può amplificare a causa dei social network. Tanti ragazzi trascorrono tante ore a guardare video di ogni tipo e genere e spesso guardano anche quelli delle tragedie climatiche o vivendo ciò che vedono attraverso le immagini reali pubblicate direttamente dagli utenti e vivono e sentono le loro paure, come se li vivessero loro: uno dopo l’altro. La ripetitività e le immagini reali rendono questi video più invasi e più difficili da gestire da un punto di vista emotivo. Per questo è importante parlare anche di questa emergenza climatica, chiedergli se gli è mai capitato di vedere qualche video e come si sono sentiti e se hanno paura perché a volte la paura si cerca di affrontare allontanando i pensieri che fanno paura. Hanno sempre bisogno di un adulto che funga da filtro.
Inoltre, molti di loro non hanno fiducia nelle risposte fornite dal governo, che trovano insufficienti, non si sentono protetti e tutelati da questo punto di vista. Questo sentimento ha acquisito ancora più forza nel post-covid, perché è venuta meno la fiducia verso le istituzioni che avrebbero dovuto considerare anche le loro esigenze e priorità per aiutarli concretamente, ma non lo hanno fatto realmente.
“A volte, se penso a tutte le cose brutte che succedono nel mondo, mi sento scoraggiata e tutto quello che faccio nella mia quotidianità improvvisamente perde di senso, ad esempio andare a scuola, fare sport e vedermi con gli amici mi sembrano attività del tutto inutili. Come faccio ad essere spensierata se intorno a me succedono cose così tremende? Questo mondo mi fa schifo e anche le persone che sono al potere mi sembrano mosse solo dai loro interessi economici e non dal benessere comune. Io da sola cosa posso fare? Mi sento impotente e con le mani legate”.
Tanti ragazzi vivono questa condizione interna di impotenza e sono alla continua ricerca di rassicurazioni, come se chiedessero conferme che il loro mondo e il mondo in generale non stiano andando a rotoli. Hanno bisogno di essere rassicurati, di un abbraccio metaforico che li tranquillizzi.
Come affrontare questa ECO-ansia?
Aiutiamoli a comprendere che nel loro piccolo possono già iniziare a dare un loro contributo e a rispettare l’ambiente in cui vivono e si muovono: noi siamo anche il posto in cui abitiamo. È importante lavorare sulla loro consapevolezza, affinché si rendano conto che anche il pianeta ha urgentemente bisogno di aiuto: cambiare la mentalità anche di una sola persona può portare a un cambiamento sul sistema.
Infine, bisogna insistere sul concetto di adattabilità perché i cambiamenti climatici, e non solo, sono sempre più repentini, più vicini e ci possiamo trovare ad affrontare anche condizioni inaspettate, per cui è basilare aiutali a uscire dalla zona confort e vivere un po’ meno in questa campana di vetro dell’iper-protezione.
Occorre sviluppare una buona elasticità mentale e tutta una serie di nuove abilità o skills che li renderanno più adattabili di fronte ai nuovi cambiamenti. Questo è l’unico modo per affrontare più serenamente il futuro senza farsi angosciare dall’ansia climatica.
Riferimenti bibliografici
Marks E., Hickman C., Pihkala P., Clayton S., Lewandowski E. R., Mayall E. E., Wray B., Mellor C., van Susteren L. (2021). Young People’s Voices on Climate Anxiety, Government Betrayal and Moral Injury: A Global Phenomenon. Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3918955 or http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3918955