Per offrire una migliore esperienza di navigazione e per avere statistiche sull'uso dei nostri servizi da parte dell’utenza, questo sito usa cookie anche di terze parti.
Chi sceglie di proseguire nella navigazione su magazine.familyhealth.it oppure di chiudere questo banner, esprime il consenso all'uso dei cookie. Per saperne di più consulta la nostra Cookie Policy .

Ho capito, chiudi il banner.

X

I ragazzi bevono troppo, mischiano le sostanze e cercano l’alienazione mentale

di Maura Manca, Psicologa

29 dicembre 2021

921 Views

L’abuso di alcol tra i ragazzi è ormai estremamente diffuso già a partire dai primi anni dell’adolescenza. Troppo spesso si pensa che la pandemia abbia “causato” tutte queste reazioni emotive e comportamentali eccessive dei ragazzi ma non dobbiamo incorrere in questo errore, perché l’abuso di alcol era un problema estremamente diffuso tra i più giovani anche prima della pandemia. Senza ombra di dubbio è stato, ed è ancora oggi, un periodo particolarmente difficile che i più giovani hanno vissuto in maniera molto intensa da un punto di vista emotivo, ma i numeri dell’abuso di alcol, soprattutto durante il fine settimana, o in occasione delle feste, era già estremamente preoccupante negli anni passati. I ragazzi si avvicinano all’alcol sempre più precocemente: nella fascia di età compresa tra gli 11 e i 13 anni, in un lavoro svolto dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza, il 36% ha dichiarato di bere bevande alcoliche e 1 su 10 di essersi già ubriacato. Nei ragazzi più grandi la percentuale sale notevolmente: il 55% degli adolescenti dai 14 ai 19 anni ha dichiarato di bere alcolici e il 24% ne ha abusato fino a stare male. Oltre 3 adolescenti su 10, inoltre, hanno partecipato a giochi e sfide lanciate in rete che prevedono, ad esempio, di bere tutto in un sorso una bevanda alcolica, generalmente un superalcolico.

L’abuso di bevande alcoliche durante il periodo adolescenziale è veramente un problema molto serio. A volte, quando non si è pienamente coscienti e lucidi, si prendono decisioni che in altre condizioni non si prenderebbero mai e spesso le varie funzioni dello smartphone possono diventare un amplificatore e alcuni ragazzi arrivano anche a scatta selfie da ubriachi mentre agiscono le loro “prodezze”.

 

Un aspetto preoccupante del problema è che questo abuso di alcol è spesso associato ad altre sostanze. Molti ragazzi ricorrono anche all’uso di psicofarmaci come ansiolitici o ipnotici sedativi, o farmaci contenenti la sostanza che si trova anche negli sciroppi per la tosse che mescolano insieme all’alcol, per ottenere una sensazione di stordimento maggiore, di alienazione, di esaltazione e di ricerca della sensazione di rischio.

Una ricerca di divertimento attraverso lo stordimento che spesso porta a non ricordare quello che si è fatto e detto e quindi ciò che si è vissuto, fino a sentirsi male. Spesso si finisce per stare male anche i giorni successivi, e a volte si è costretti a ricorrere alle cure mediche. Il ruolo degli amici e del gruppo è molto importante nella messa in atto di questi comportamenti: a volte i ragazzi mi raccontano che lo fanno perché lo fanno anche gli altri, per sentirsi parte di un gruppo e per paura di essere “tagliati fuori” o presi in giro. Vivono immersi nella ricerca di esaltazione di tutto, un’estremizzazione dei loro comportamenti, rinforzata anche da questo massiccio utilizzo delle piattaforme digitali che tende a esasperare e a portare un po’ tutto agli estremi e quindi, di conseguenza, anche alla costante ricerca di risposte, di ricompense, di gratificazione, di attivazione del cervello che fa rilasciare anche una sostanza che si chiama dopamina. Troppi ragazzi sono in un certo senso “carichi” di dopamina, quasi assuefatti, condizione che porta al conseguente innalzamento dell’asticella per cui ciò che è vissuto come divertente deve essere sempre più intenso, sempre più duraturo, a volte sempre più al limite. Questa esaltazione e attivazione costante anche a livello cerebrale favorisce questo innalzamento dell’asticella e gli eccessi stanno diventando sempre più la loro normalità. Mancano le opportunità, quelle alternative in grado di catturarli e tali da contrastare le sensazioni forti che gli fanno vivere i comportamenti a rischio che mettono in atto, perché agiscono anche senza un pensiero critico e pertinente.  Una parte della risposta al “perché lo fanno?” la troviamo anche nel loro cervello ed è legata al loro sviluppo cerebrale. Senza punti forti di riferimento e di regole non si riesce a fare un adeguato contro-bilanciamento di questo stato interno.

Le alternative e le opportunità devono essere in grado di fargli capire anche che il senso del divertimento non deve e non può essere solo legato all’andare oltre. Si annoiano troppo e facilmente, e ricercano sensazioni in grado di catturarli e di soddisfarli in termini di gratificazione immediata. Il loro processo decisionale si basa prettamente sulla soddisfazione immediata, su ciò che trasmette loro una sensazione piacevole a breve termine, senza guardare le conseguenze a lungo termine, ma focalizzandosi solo sulla sensazione che gli attiva quel tipo di comportamento che stanno mettendo in atto.

Family Health si impegna a diffondere la cultura della prevenzione consapevoli che il primo passo per il proprio benessere è pensare alla salute.

Prova Family Health e il suo Fascicolo Sanitario Digitale Personale. Archivia i tuoi referti medici, condividi informazioni corrette con il tuo medico e tramanda la tua storia clinica alle generazioni future. SCOPRI DI PIù!

Patrocinato da: