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I figli hanno bisogno di essere visti, anche (e soprattutto) quando crescono!

di Maura Manca, Psicologa

26 maggio 2022

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“Mamma, mi vedi?”, “Papà, mi stai vedendo?”

 

In quante occasioni i figli lo chiedono ai genitori? Innumerevoli volte quando sono piccoli e magari desiderano mostrare ciò che hanno imparato, ciò che stanno facendo, le loro conquiste. E non basta dire di sì e girare lo sguardo da un’altra parte; se non sono convinti del fatto che li stiamo davvero osservando continueranno ad insistere, a chiedere di essere guardati, si arrabbieranno se non sentiranno la nostra presenza e la nostra attenzione.

Smettono di chiederlo espressamente qualche anno più tardi, quando diventano preadolescenti. Anzi, spesso sembrano quasi voler rifuggire lo sguardo degli adulti e dei genitori in modo particolare per focalizzarlo sui loro pari. Attenzione, però, questo non ne abbiano più bisogno e che non lo vogliano più: è forse proprio in quei momenti che ne hanno maggiormente necessità bisogno. Si sentono come “osservati” dagli altri, come sotto un riflettore che punta la luce su di loro e sono pronti a essere giudicati e criticati. Vogliono essere visti da mamma e papà, vogliono sapere che hanno ancora la stessa attenzione nei loro confronti, che li osservano, che notano i loro comportamenti e atteggiamenti, che sanno andare al di là delle parole o dei silenzi.

 

Il bisogno di riconoscimento: perché ci chiedono di essere visti?

Il verbo vedere, dal latino vĭdēre, significa “percepire degli stimoli esterni attraverso gli occhi, con il senso della vista indicando, oltre la sensazione visiva, anche l’intenzione, la volontà” di chi guarda (Dizionario Treccani).

I figli hanno bisogno di relazione, di adulti che non siano distratti, di un tempo esclusivo e pieno, di condivisione e di contatto. Nei bambini questa esigenza è ancora più sviluppata e si esprime in maniera più intensa perché si trovano in quella fase dello sviluppo in cui ricevere attenzione da parte degli adulti, li aiuta ad avere più fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, e a rinforzare la propria autostima.

Anche durante la preadolescenza e l’adolescenza questo bisogno, sebbene si esprima in modalità e tempi differenti, è presente e, in alcuni momenti, diventa ancora più forte. Bisogna sempre partire dal dialogo e dall’ascolto e cercare di comprendere le loro esigenze, che spesso non corrispondono a quelle dell’adulto. La disponibilità all’ascolto attivo è molto apprezzata dai ragazzi, anche se non lo riconosceranno apertamente, o non lo faranno come spesso gli adulti si immaginano, e può aiutarli a sentirsi davvero presi in considerazione, riconosciuti e accettati.

 

“Una cosa non dobbiamo mai dimenticarci: sono ragazzi, hanno bisogno di essere compresi. Per non perdersi hanno bisogno di poter contare su qualcuno, e per questa ragione si deve andare oltre i comportamenti superficiali o oppositivi, oltre il ‹‹non ho niente, sto bene›› e guardarli davvero. Mettersi nei loro panni può aiutarci a comprendere il senso profondo delle loro azioni, leggere nei loro pensieri può consentirci di anticiparli, tendendo loro la mano quando serve” (Dal libro Leggimi nel pensiero di Maura Manca).

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