Ansia sociale nei ragazzi. Cosa succede nel loro cervello quando devono interagire con gli altri?
di Maura Manca, Psicologa

L’ansia sociale provoca intensa paura e imbarazzo nelle situazioni sociali. Sono tanti i ragazzi che, quotidianamente, sperimentano ansia o paura di incontrare persone nuove, sostenere conversazioni, andare a scuola, oppure manifestano una resistenza a uscire, fare sport e ad affrontare le relazioni con i compagni o hanno estrema difficoltà a parlare in pubblico. Tutto questo può essere legato al timore di essere rifiutati dal gruppo, di non essere all’altezza della situazione o di ricevere giudizi negativi sulla persona e su ciò che si è in grado di fare.
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, il 20% dei ragazzi manifesta problematiche legate all’ansia, in particolare disturbi di panico e ansia sociale, numero quasi raddoppiato rispetto al periodo pre-pandemia. Certamente, la trasformazione delle loro abitudini e delle modalità di relazionarsi con gli altri, ha ridisegnato la loro sfera emotiva, alimentando i problemi di tanti ragazzi e facendo emergere ancora di più vulnerabilità e fragilità spesso già esistenti.
“Vorrei liberarmi almeno qualche ora al giorno della mia ansia che provo quando sto con gli altri. La mia mente pensa a tutte le catastrofi e figuracce possibili che potrei fare tanto da paralizzarmi e da volermi rinchiudere nella mia stanza, dove mi sento più al sicuro. Ogni uscita per me si trasforma in un lavoro: mi devo preparare mentalmente e mi ripeto tutti i discorsi che vorrei fare (che troppo spesso rimangono solo nella mia testa). Il corpo diventa mio nemico, mandandomi tanti segnali, che mi fanno sentire ancora più a disagio. Le situazioni sociali mi prosciugano completamente le energie, mi sento sempre gli occhi addosso e ho troppa paura di quello che gli altri possano pensare di me”
In che modo l’ansia sociale impatta sul corpo e sul cervello dei ragazzi?
Spesso sono presenti reazioni forti sul piano fisiologico come tachicardia, affanno, sudorazione eccessiva, arrossamenti, tensione e rigidità muscolare, nausea, mal di pancia, mal di testa, disturbi del sonno che vanno inevitabilmente ad impattare negativamente sul benessere dei ragazzi.
L’ansia sociale, quindi, oltre a generare sgradevoli risposte somatiche, genera anche reazioni emotive e comportamentali che nascono dall’attivazione di specifici circuiti cerebrali.
Da recenti ricerche è emerso che alcune aree del cervello delle persone che soffrono di ansia sociale funzionano in modo diverso, andando ad influire sul modo in cui pensano, agiscono e sul loro modo di percepire la realtà. Queste aree riguardano principalmente l’elaborazione delle emozioni, dei pericoli e dei segnali sociali.
Quali sono quindi le aree maggiormente colpite?
- AMIGDALA: area che si occupa delle emozioni e nello specifico di modulare le risposte comportamentali e corporee allo stimolo minaccioso, è spesso iper-attivata in risposta alle interazioni sociali, sperimentando una forte paura.
- CORTECCIA PREFRONTALE: area deputata alle funzioni di controllo, come prendere decisioni e valutare le conseguenze delle proprie azioni. Dovrebbe comunicare con l’amigdala per evitare che si attivi eccessivamente nelle interazioni quotidiane, ma questo non accade e nei soggetti che soffrono di ansia sociale la connessione tra le due aree appare disturbata e la corteccia non modula adeguatamente le emozioni.
- IPPOCAMPO: area coinvolta nell’apprendimento e nella memoria. La persona con ansia sociale fatica a familiarizzare e a memorizzare volti di persone nuove, che vengono percepite sempre come estranee e minacciose, attivando emozioni negative.
- CORTECCIA CINGOLATA ANTERIORE: area responsabile nell’elaborazione del rifiuto sociale e nell’affrontare lo stress legato alle relazioni sociali. Chi soffre di ansia sociale è estremamente sensibile quando si trova di fronte a qualcuno con espressione facciali negative. In quei momenti è possibile rilevare l’attivazione di questa area del cervello.
Conoscere i meccanismi che scattano nel cervello aiuta a comprendere meglio i ragazzi per identificare le strategie più efficaci da poter utilizzare con loro. Nonostante possa mettere a dura prova, la conoscenza di questi processi serve per sostenerli in modo efficace e accompagnarli verso il superamento delle difficoltà, rivolgendosi anche a un professionista quando necessario perché è come costruire un vestito su misura.
Riferimenti Bibliografici
Kraus J., Frick A., Fischer H., Howner K., Fredrikson M., & Furmark T. (2018). Amygdala reactivity and connectivity during social and non-social aversive stimulation in social anxiety disorder. Psychiatry Research: Neuroimaging, 280, 56-61.
Tei S., Kauppi J. P., Jankowski K. F., Fujino J., Monti R. P., Tohka J., & Hari R. (2020). Brain and behavioral alterations in subjects with social anxiety dominated by empathic embarrassment. Proceedings of the National Academy of Sciences, 117(8), 4385-4391.
