E il cielo è sempre… meno blu
di Maurizio Tucci , Presidente Laboratorio Adolescenza
In una età che dovrebbe essere tutta protesa al futuro, il 52,4% degli adolescenti (58% delle ragazze) lo vede incerto e preoccupante.
Sarà la causa o l’effetto di questa visione certamente non ottimistica del futuro – non si sa – ma certo è che il 64% (80,1% delle ragazze) si sente (spesso o qualche volta) triste. Per il 35% i momenti di tristezza sono aumentati rispetto al passato e per un ulteriore 15% sono diventati più altalenanti. In aumento anche, rispetto al passato, la percentuale di adolescenti che conosce coetanei (amici e/o compagni) che compiono atti di autolesionismo (38,2% vs 31,8%). [per ragioni di privacy non è stata posta la domanda diretta].
I dati provengono dall’indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia – edizione 2023 – realizzata annualmente da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD, su un campione nazionale rappresentativo di 5670 studenti tra i 13 e i 19 anni.
La vita sui social
Sul fronte della percezione del sé, il 40,3% (51% delle ragazze) non è soddisfatto del proprio aspetto fisico e l’insoddisfazione aumenta all’aumentare dell’età. Un dato sostanzialmente stabile nel tempo, ma cambia, rispetto al passato, il fatto che a “dettare le regole” per decidere se piacersi o meno sono gli amici (lo afferma il 47%), ma soprattutto influencer, fashion blogger, pubblicità, moda, che condizionano oltre il 72% dei giovanissimi. Ed è anche interessante osservare che, mentre tradizionalmente sono sempre state le ragazze a subire maggiormente l’effetto di giudizi e modelli esterni, ad influencer & C è sensibile anche un’ampia maggioranza di maschi (62%).
D’altra parte, come meravigliarsi, se uno spazio e un tempo sempre maggiore della vita degli adolescenti si è riversato sul web e, in particolare, sui social?
A farla da padroni sono Instagram, TikTok e YouTube, attraverso i quali gli adolescenti non cercano solo svago ed intrattenimento, ma che sono diventati – per loro – anche le principali fonti di informazione e – lo abbiamo appena detto – gli ambienti in cui si costruiscono i modelli di riferimento. Facebook sta progressivamente sparendo dai radar adolescenziali, mentre preoccupa molto la crescita di OnlyFans (una sorta di TikTok senza censure) dove è possibile postare e vedere (a pagamento) contenuti ad esplicito riferimento sessuale. Lo frequenta abitualmente il 7,5% dei nostri teenagers (12,5% dei maschi), mentre nel 2020 la percentuale era sotto l’1%.
Quali di questi social network e sistemi di messaggistica utilizzi?
% | Totale | Femmine | Maschi | Scuole medie | Scuole superiori | 2020 |
98,8 | 98,6 | 97,9 | 97,1 | 98,5 | 98,7 | |
You Tube | 88,7 | 85,8 | 91,4 | 88,5 | 88,8 | – |
83,9 | 87,8 | 80,3 | 68,8 | 90,3 | 92,9 | |
Tik Tok | 73,3 | 79,0 | 68,0 | 69,6 | 74,8 | 28,7 |
52,4 | 75,0 | 31,6 | 48,5 | 54,1 | 24,9 | |
Telegram | 44,9 | 29,7 | 58,9 | 33,4 | 49,7 | 36,4 |
SnapChat | 36,6 | 44,4 | 29,3 | 42,2 | 34,2 | 28,8 |
22,2 | 19,0 | 25,2 | 16,7 | 24,6 | 13,1 | |
17,5 | 14,4 | 20,3 | 13,6 | 19,1 | 33,8 | |
Skype | 16,5 | 15,4 | 17,5 | 20,3 | 14,9 | 5,2 |
FB messenger | 7,7 | 6,2 | 9,1 | 7,3 | 7,9 | 21,6 |
OF OnlyFan | 7,5 | 1,8 | 12,7 | 6,6 | 7,9 | 0,4 |
4,6 | 2,9 | 6,1 | 4,4 | 4,7 | 1,5 | |
3,2 | 2,5 | 3,9 | 3,6 | 3,1 | 1,5 | |
Ask fm | 1,7 | 1,0 | 2,3 | 1,4 | 1,9 | 3,6 |
This Crush | 1,7 | 1,2 | 2,1 | 1,7 | 1,7 | 11,3 |
Follower & Influencer, due facce della stessa preoccupante medaglia
E come non legare questi dati con la recente tragedia di Casal Palocco dove un gruppo di scellerati Youtuber – The borderline (nome che è già tutto un programma) – intenti a filmare bravate automobilistiche a beneficio del loro altrettanto scellerato pubblico hanno causato un incidente in cui è morto un bambino?
Ma al di là anche della tragedia, uno degli aspetti che sconcerta di più è che nei giorni subito successivi all’accaduto, prima che il “gruppo” chiudesse i battenti (penso più per opportunità processuale che per presa consapevolezza dell’orrore generato), i follower del o degli omicidi (si vedrà con che dose di colposità) sono quasi raddoppiati. Curiosità? Voyeurismo? Amministrazione, nonostante tutto, e magari desiderio di emularli? Pensiamo solo alle tante altre tragedie generate da “bravate” casalinghe indotte dal tam tam social che sfida a “superarsi” attraverso pratiche e atti demenziali.
Quale che sia la ragione, quell’aumento è una chiara dimostrazione di quanto possa essere insano il rapporto influencer-follower che i social stanno generando. Perché anche senza arrivare ad eventi estremi è proprio il “meccanismo” sotteso a questo rapporto che è pericoloso a prescindere.
Gli adolescenti – potremmo dire per “costituzione” – imitano, perché fa parte del naturale processo di crescita lo specchiarsi nell’altro da sé per costruire il sé. Ma una cosa è avere dei modelli di riferimento reali e in qualche modo valutabili “a tutto tondo”, altro è riferirsi a personaggi costruiti e “filtrati” (anche dal punto di vista estetico) ad uso dei social.
In più, l’inevitabile volatilità del rapporto costruito sul web – tutto può sparire da un momento all’atro, come anche The Borderline (per fortuna) sono spariti – rende ancora più fragili e insicuri. Tutti. I follower che possono perdere il loro modello di riferimento, ma anche gli influencer che possono da un momento all’atro perdere il loro volubile pubblico e proprio per questo sono costretti ad alzare costantemente l’asticella delle loro “prestazioni” per rimanere popolari.
Non dobbiamo quindi fare l’errore – in questo triste panorama – di dividere così nettamente vittime e carnefici, perché, come nel bullismo, il confine è molto più sfumato. I follower sono schiavi dei propri influencer, che “dettano le condizioni”, come gli influencer sono schiavi dei loro follower che ne decretano successo o oblio.
La prevenzione passa anche da qui
Se questo è il desolante panorama che la cronaca e i risultati dell’indagine Laboratorio Adolescenza–IARD ci descrivono, dovremmo però chiederci: questa inquietante deriva è davvero tutta colpa dei Social o è colpa del vuoto che abbiamo creato intorno agli adolescenti lasciandoli soli davanti a questi falsi profeti? Quali modelli alternativi – e possibilmente sani – riusciamo a dare loro? La famiglia? La società? La politica?
Forse prima di puntare il dito su qualcosa o qualcuno dovremmo farci un bell’esame di coscienza collettivo. E proprio la famiglia dovrebbe iniziare a chiedersi se sta facendo tutto per aiutare i figli in questo delicato momento della loro vita. Il che non significa – sia ben chiaro – divieti e requisizione dello smartphone del quale non ci libereremo più (adolescenti e adulti), ma assicurare ai propri figli presenza e supporto.
Su Family Health si parla molto di prevenzione della salute e la prevenzione è anche questo.