Per offrire una migliore esperienza di navigazione e per avere statistiche sull'uso dei nostri servizi da parte dell’utenza, questo sito usa cookie anche di terze parti.
Chi sceglie di proseguire nella navigazione su magazine.familyhealth.it oppure di chiudere questo banner, esprime il consenso all'uso dei cookie. Per saperne di più consulta la nostra Cookie Policy .

Ho capito, chiudi il banner.

X

IL PIU’ BEL SECOLO DELLA MIA VITA

Un’assurda legge ancora in vigore in Italia impedisce a Giovanni, figlio non riconosciuto alla nascita, di conoscere l’identità dei suoi genitori biologici prima del compimento del suo centesimo anno di età. Per riuscire ad attirare l’opinione pubblica, la sua unica speranza è ottenere la complicità di Gustavo, unico centenario non riconosciuto alla nascita in vita. Il solo che avrebbe il diritto di avvalersi di questa normativa ma che sembra non aver alcun interesse a farlo. Il più bel secolo della mia vita racconta l’incontro tra un centenario proiettato nel futuro e un giovane ancorato al passato e del loro viaggio alla riscoperta delle proprie origini.

di Alberto Pellai, Medico Psicoterapeuta dell'età evolutiva, Ricercatore, Dip. Scienze Biomediche dell'università degli Studi di Milano

29 gennaio 2024

1588 Views

Regia di Alessandro Bardani. Con Sergio Castellitto, Valerio Lundini, Carla Signoris, Antonio Zavatteri, Elena Lander. Cast completo Genere Commedia, – Italia, 2023, durata 90 minuti. Disponibile su DVD Lucky Red  

Da bambino Gustavo è stato abbandonato dalla madre in un orfanatrofio. Della sua origine non ha mai saputo nulla. Ha ricordi, alcuni sfocati, altri più vividi dI se stesso bambino, cresciuto in un istituto di suore, in cui la vita è stata dura e con poco affetto. Gustavo ora ha 100 anni. E’ di nuovo accolto in un istituto gestito da religiose. In questo caso, però, è finito lì proprio a causa della sua età avanzata. Pur essendo ancora molto lucido e affamato di vita, Gustavo non è in grado di badare a se stesso e quindi ha dovuto fare di necessità virtù. Un giorno riceve una proposta da parte di Giovanni, un giovane uomo volontario della FAeGN, l’Associazione Nazionale Figli Adottivi e Genitori Naturali. Giovanni è anch’egli un figlio abbandonato dai genitori e adottato poi da una famiglia che l’ha molto amato, ma non gli ha mai comunicato la verità sulla sua storia di adozione. Giovanni scopre solo in adultità di essere un figlio adottivo. Lo scopre nel peggiore dei modi: a causa della morte improvvisa e inaspettata di suo padre. La scoperta che Giovanni fa delle proprie origini lo mette in uno stato di profondo conflitto con la propria madre adottiva. Quella verità che non gli è stata mai comunicata, lui la vive come un tradimento gravissimo. Per questo, si associa alla FAeGN: ora il suo massimo desiderio è fare chiarezza sulla propria origine e scoprire chi era sua madre e in quali circostanze è stato abbandonato.  La legge vigente però non concede questo diritto ai figli adottivi: in Italia, infatti, nel 1983 è stata emanata la legge 184 (poi modificata quasi vent’anni dopo) che concede il diritto di conoscere le proprie origini solo a chi ha compiuto 100 anni. Per questo motivo, Giovanni chiede a Gustavo di partecipare ad un evento pubblico della sua associazione, in cui lui – centenario – conoscerà in diretta le sue origini. E’ attraverso questo gesto, fatto pubblicamente alla presenza di una senatrice che l’associazione chiederà un cambio radicale di una legge ritenuta ingiusta. Il film, partendo da questi spunti, è un road movie tutto basato sull’incontro tra Gustavo e Giovanni. Due vite che hanno la storia della propria origine in comune, ma poi nient’altro. Eppure è proprio questa profonda diversità tra i due personaggi che permetterà al loro incontro di generare qualcosa di unico e speciale e di trasformare le vite di entrambi.  

CHE COSA CI INSEGNA QUESTO FILM  

Gustavo e Giovanni sono due personaggi indimenticabili. Hanno tratti di ruvidezza e tratti di profonda dolcezza. Hanno dentro tutto il dolore e tutto l’amore del mondo. Sono personaggi in cerca d’autore, che nel reciproco incontro scoprono che la vita prende e dà, ma che alla fine vale sempre la pena di essere vissuta. E soprattutto vale sempre la pena di riconoscere e celebrare l’amore. Quando si è figli, l’amore che ti fa crescere e ti permette di abitare con dignità la tua vita, non è quello associato al legame biologico, ma è quello di chi ti nutre e ti cura, di chi si occupa e preoccupa dei tuo bisogni. Giovanni questo lo impara da Gustavo, mentre Gustavo, grazie a Giovanni, potrà sciogliere quel nucleo di ghiaccio che ha messo dentro il suo cuore per ripararsi da un dolore alimentato dal più grande bisogno d’amore che possa esistere nella vita di un uomo: quello di poter conoscere e amare la propria mamma. In una scena che genera una enorme commozione, Giovanni per la prima volta potrà vedere (o immaginare di vedere) che volto aveva la mamma che l’ha messo al mondo. Al di là delle vicende personali dei due protagonisti, della straordinaria bravura degli attori che li interpretano, di una storia semplice che ha dentro tutto il bisogno di verità che la vita a volte ci nega, questo film ci mostra la bellezza che si genera quando tra due persone si impara a volersi bene attraverso la cura delle piccole cose. Si vedono gesti che parlano più di mille parole e si scopre, dietro la crudezza di alcune parole e dei modi bruschi con cui Gustavo tratta Giovanni, l’essenza e la saggezza di chi la vita l’ha conosciuta in tutte le sue pieghe e quindi può trasmetterne il senso e il significato a chi invece ancora deve imparare ad abitarla. Giovanni e Gustavo sono due uomini che, alla ricerca della verita sui propri genitori, imparano a diventarsi reciprocamente genitori, medicando – in questo modo – una ferita antica di cui solo i figli adottivi conoscono la profondità e l’intensità.  

IL MESSAGGIO DEL FILM 

Non conta chi ti ha messo al mondo, ma chi si è preso cura di te. Ma anche se sei stato molto amato, il bisogno di conoscere qual è la tua storia e in quale terreno affondano le tue radici primarie è innegabile e appartiene alla storia di qualsiasi persona che di quelle radici non sa nulla.  

LE DOMANDE DA PORSI DOPO LA VISIONE DEL FILM  

Cosa vi colpisce della relazione che si instaura tra Gustavo e Giovanni? 

Perché, secondo voi, il regista apre il film con la sequenza in bianco e nero relativo ad un ricordo di infanzia di Gustavo? 

Che cosa vi colpisce del modo in cui la mamma di Giovanni gestisce la relazione con il proprio figlio e con Gustavo, nel momento dell’incontro? 

Che significato date al gesto che fa Giovanni al cimitero, quando mette a corredo della tomba della mamma di Gustavo, una fotografia che non le appartiene? 

Perché secondo voi il libro da cui ha preso ispirazione questo film è intitolato La ferita primaria? Che significato attribuite a questo titolo?  

Family Health si impegna a diffondere la cultura della prevenzione consapevoli che il primo passo per il proprio benessere è pensare alla salute.

Prova Family Health e il suo Fascicolo Sanitario Digitale Personale. Archivia i tuoi referti medici, condividi informazioni corrette con il tuo medico e tramanda la tua storia clinica alle generazioni future. SCOPRI DI PIù!

Patrocinato da: