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Adolescenti in lotta col proprio corpo: tra modelli social e rifugi virtuali, cosa possono fare i genitori?

di Maura Manca, Psicologa

27 settembre 2022

683 Views

In questi ultimi anni le problematiche legate alla sfera alimentare e i disturbi del comportamento alimentare stanno assumendo una dimensione preoccupante, soprattutto per la diffusione già a partire dall’infanzia. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza Onlus le richieste di aiuto per disturbi o problematiche alimentari sono incrementate di circa il 30% durante gli anni della pandemia.

Spesso si inizia ad avere problemi con il proprio corpo, con l’immagine corporea e con l’alimentazione fin da bambini. Aumenta così il rischio di incorrere in adolescenza e in giovinezza in disturbi del comportamento alimentare e di non vivere in equilibrio con se stessi.

“Mi dicono tutti che sono troppo magra ma io in realtà mi sento grossa e soprattutto con le cosce grosse. Cerco in tutti i modi di nascondere il mio corpo con vestiti di 3 taglie più grandi. Spesso mi sento un peso per gli altri ed è per questo che vorrei letteralmente sparire”, racconta una ragazza di 14 anni.

“A volte vorrei prendere una pausa dalla mia testa: da quando mi sveglio al mattino fino alla sera, il mio cervello non fa altro che fare calcoli su calcoli. Conosco ormai le calorie di ogni alimento e pianifico costantemente quello che posso ingerire. Non riesco a pensare ad altro e tutto questo mi stanca”. La propria vita rischia di ruotare intorno al cibo.

 

Ragazzi fragili alla ricerca di conferme: qual è il ruolo del web?

Troppi ragazzi e ragazze si sentono inadeguati, sono ipercritici e non soddisfatti di se stessi. Crescono con l’ossessione dell’apparenza, condizionati dal giudizio e approvazione degli altri anche perché sono continuamente bombardati sui vari social media da modelli irraggiungibili di perfezione estetica che creano una forte pressione psicologica. Inoltre, troppo di frequente cercano suggerimenti e consigli per avere un corpo magro e perfetto in specifiche pagine o gruppi social.

“Sui social sono diventata ormai monotematica: passo ore e ore a guardare ricette di cibo sano, allenamenti di ogni tipo e ascolto le testimonianze di adolescenti che hanno problematiche alimentari come le mie perché questo mi fa sentire meno sola e in qualche modo capìta”. Non è la causa, come spesso sento dire, ma sicuramente c’è il rischio di un forte condizionamento soprattutto in età evolutiva e in una fase di forte vulnerabilità come l’adolescenza.

Accanto a siti che promuovono e divulgano in modo appropriato il benessere fisico e stili di vita più attivi, sono sempre più presenti siti che incitano e istigano alla magrezza estrema in cui gli adolescenti possono facilmente trovare indicazioni e consigli su come perdere peso, senza farsi scoprire dai propri genitori, spesso ignari di ciò che sta accadendo sotto i loro occhi.

 

Quali sono i campanelli d’allarme?

Bisogna fare attenzione a quei segnali di rischio che spesso si tende a sottovalutare in quanto possono anticipare l’insorgenza di un vero e proprio disturbo alimentare. I ragazzi possono manifestare ansia e tensione, cambiamenti nel proprio comportamento e abitudini quotidiane, tendenza a chiudersi in se stessi, isolamento, abitudine di nascondere ciò che si fa, esagerata attività fisica e attenzione eccessiva al corpo. Inoltre, è importante anche fare attenzione al modo in cui mangiano e se ci sono stati dei cambiamenti come per esempio: sminuzzare il cibo in pezzi piccolissimi, mangiare lentamente, attenzione eccessiva alle calorie, escludere alcuni alimenti, assumere molta acqua, andare spesso in bagno, specie dopo i pasti. È importante anche fare attenzione a lamentele sui vestiti e sul fisico, scuse frequenti per sottolineare l’assenza di appetivo come: “mi si è chiuso lo stomaco”, “sono nervoso/a”, “non ho fame”, “ho mangiato a scuola”, idealizzazione di modelli troppo magri, confronti che condizionano l’umore e l’autostima con le altre persone o con i riferimenti sul web.

La prevenzione diventa un elemento indispensabile per sensibilizzare anche gli adulti e cogliere tempestivamente ogni segnale.

 

Cosa possono fare i genitori?

  • Puntare sul dialogo, senza giudizi. Per capire come intervenire bisogna prima di tutto comprendere quali sono le difficoltà che stanno incontrando senza utilizzare toni inquisitori, basandosi sull’ascolto attivo anche quando raccontano cose che non fa bene sentire. Se si accorgono che i genitori diventano oppressivi o giudicanti, o vanno in allarme, possono innalzare il livello di guardia e nascondersi ancora di più, anche per non preoccuparli. Attenzione alle parole che usano quando parlano di cibo e che rivolgono al proprio corpo. Conoscere il vocabolario quotidiano di un figlio significa capire quando esprime anche senza accorgersene attraverso l’uso di specifiche parole il proprio malessere.
  • Essere autorevoli e fermi. È importante mantenere la calma e gestire le emozioni di rabbia e frustrazione che si possono provare. Punizioni e reazioni aggressive non sono efficaci, serve però autorevolezza e fermezza. Occorre far capire al figlio che si comprende la sua sofferenza e che insieme la situazione si può affrontare e risolvere.
  • Monitorare la tecnologia. È fondamentale monitorare l’uso che i figli fanno dello smartphone e delle piattaforme digitali per fungere da filtro rispetto ai contenuti che possono incontrare online, ma soprattutto accorgersi se frequentano app, siti o blog incentrati sulla magrezza estrema o comunque diseducativi da questo punto di vista.
  • Approfondire e non sottovalutare. È importante affidarsi a un’equipe multidisciplinare (medico, psicoterapeuta, psicologo, nutrizionista) per poter intervenire tempestivamente e ristabilire un rapporto sano con il cibo e con la propria immagine.

Family Health si impegna a diffondere la cultura della prevenzione consapevoli che il primo passo per il proprio benessere è pensare alla salute.

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