Sole, mare e scarsa protezione. Gli adolescenti ignorano i rischi del melanoma
di Maura Manca, Psicologa
Cattive abitudini e scarsa conoscenza del problema sembrano caratterizzare la maggior parte degli adolescenti. Gran parte degli adolescenti preferisce bruciarsi piuttosto che ungersi, soprattutto i maschi, ignorando completamente i pericoli che si corrono nel prendere il sole in maniera diretta, anche nelle ore più calde.
I dati di un recente sondaggio che ha coinvolto 3.500 giovani fanno emergere un problema che riguarda in prima linea gli adolescenti e le loro condotte a rischio e aprono numerosi spunti di riflessione. Cattive abitudini e scarsa conoscenza del problema sembrano caratterizzare la maggior parte degli adolescenti. Dallo studio è emerso che il 39% dei ragazzi non utilizza mai la crema solare in spiaggia e il 48% non sa neanche cosa sia il melanoma, ignorando completamente i pericoli che si corrono nel prendere il sole in maniera diretta, anche nelle ore più calde. Il sondaggio è stato condotto nell’ambito del progetto #soleconamore ideato dalla Fondazione Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) per sensibilizzare le persone sull’abbronzatura consapevole e sulla prevenzione del melanoma, il tumore della pelle.
Il 63% crede che le lampade solari aiutino ad abbronzarsi meglio, che servano per preparare il terreno per l’esposizione al sole diretta e solo il 9% del campione totale pensa che in realtà facciano male. L’aspetto preoccupante è che spesso e volentieri gli adulti sono i primi ad abusarne e a trasmettere abitudini sbagliate ai figli. I raggi ultravioletti, infatti, non sono innocui ma rappresentano il principale fattore di rischio per il melanoma, e l’intensità degli ultravioletti artificiali è nettamente superiore a quella dell’esposizione solare naturale.
Parlarne è il primo passo!
Gran parte degli adolescenti preferisce bruciarsi piuttosto che ungersi, soprattutto i maschi. Il 51% dei ragazzi pensa che sia da sfigati mettersi la crema. È importante parlare con loro di questi aspetti, anche e soprattutto quando pensano che il sole non possa essere pericoloso. Bisogna fargli comprendere il problema, evitando imposizioni dirette, senza ripetergli all’infinito che devono spalmarsi a crema: sono adolescenti e tutto ciò che vivono come un obbligo rischia di fargli attivare reazioni contrarie. Bisogna spiegargli come è cambiato il clima e gli effetti che tutto questo può avere sulla nostra pelle, anche quando l’impatto negativo non è direttamente visibile con i nostri occhi. È importante utilizzare una comunicazione empatica per essere efficaci.
Mi capita spesso, ad esempio, parlando con i ragazzi, di dirgli che anche io ero come loro, che mia madre mi rincorreva con la crema, con scarsi risultati perché anche io non mi sentivo figa nel mettere la crema. Diventata adulta, però, ho dovuto togliere nei diventati pericolosi, ho delle cicatrici e delle macchie sulla pelle e ancora oggi pago il prezzo del sole preso in modo sbagliato. In quel momento per me, come per la maggior parte di loro, essere abbronzati significava essere più belli. Gli adolescenti non riescono a percepire le conseguenze a lungo termine delle loro azioni. Non riescono a far proprio il pericolo se non lo vedono e se non lo toccano con mano, salvo che siano educati alla prevenzione e abituati fin da piccoli a pensare che ad ogni azione corrisponde una reazione che ha delle conseguenze sia a breve che a lungo termine.
Attenzione ai tatuaggi
Quello che la maggior parte degli adolescenti non sa, e devo dire viene spesso ignorato anche da tanti genitori, è che i tatuaggi ostacolano il monitoraggio dei nei, rendendo più difficile la diagnosi. Infatti, come sottolineano tanti dermatologi, uno dei primi segnali di trasformazione di un neo in melanoma è il cambiamento di forma e dimensione, spesso visibile a occhio nudo. Per questa ragione i ragazzi che hanno dei tatuaggi dovrebbero avere un’attenzione maggiore.
In conclusione
È vero che non esiste una crema solare in grado di proteggere totalmente dai raggi ultravioletti, ma è anche vero che le scottature solari in età evolutiva e le bruciature, a volte ricercate intenzionalmente da tanti ragazzi per partecipare a sfide social come ad esempio la Sunburn Art, arrivano anche a triplicare il rischio di melanoma in età adulta. Nel momento in cui emerge in modo così netto la scarsa consapevolezza della gravità del problema, è bene fare una prevenzione seria in merito, entrando nelle scuole ogni anno e lavorando con bambini e ragazzi sui rischi che corrono. Sarebbe, inoltre, molto importante informare adeguatamente e sensibilizzare anche genitori, nonni e insegnanti, inviando loro delle brochure contenenti linee guida esplicative su come comportarsi per tutelare la propria salute.