Le “frontiere” della prevenzione
di Simona Mazzolini, Giornalista
Si riaprono le frontiere; non soltanto quelle “fisiche” (molte non sono mai state chiuse neanche durante i momenti peggiori della pandemia), ma quelle “mentali”. Il decorso del Covid-19, che sembra si stia finalmente indirizzando verso un tasso di incidenza compatibile con il ritorno alla vita normale, induce a riprendere un filo bruscamente interrotto oltre un anno fa. E con quel filo si iniziano a ricucire innanzi tutto gli “strappi” più evidenti tra i quali – specie per i giovani – c’è stata l’impossibilità di viaggiare. Dai college estivi all’anno di studio all’estero, anche grazie alle borse di studio messe a disposizione da Intercultura, fino all’Erasmus, diventato una sorta di virtuoso rito di iniziazione per i nuovi cittadini europei.
E naturalmente viaggiare non solo per studio: come il tradizionale viaggio post maturità e il “mitico” InterRail che accomuna tante generazioni di giovani. Un viaggiare che è comunque – indipendentemente dall’obiettivo primario – arricchimento culturale e mentale.
Quest’anno, si crede e si spera, potrà essere l’anno del “ricominciamo”, ma sarà certamente un ricominciamo che si innesta su una esperienza – quella del Covid – che non sarà archiviabile come se nulla fosse accaduto.
I temi della salute e della prevenzione, ai quali tradizionalmente i giovani non dedicano grande spazio mentale, tantomeno se “distratti” da esperienze nuove e accattivanti, quest’anno saranno inevitabilmente presenti anche quando non saranno esplicitamente evocati. I dati – ancora provvisori – dell’indagine annuale sugli stili di vita degli adolescenti realizzata da Laboratorio adolescenza e Istituto di ricerca IARD, evidenziano come l’attenzione dei giovanissimi verso la salute e la sicurezza sanitaria è nettamente aumentata rispetto al passato. Un passato vicinissimo temporalmente (confronto con i dati del 2019), ma distante anni luce per la cesura creata dalla pandemia.
Seppure quella anti-Covid per ora non li stia riguardando direttamente, l’attenzione rivolta al concetto stesso di “vaccinazione” – quint’essenza della prevenzione – appare oggi fortissima. Se fino ad “ieri” la vaccinazione era relegata ad appannati ricordi dell’infanzia o – per quanto concerne la vaccinazione adolescenziale contro l’HPV – fatta con scarsa consapevolezza e ancora più scarso interesse, nei recenti gruppi di ascolto attivati da Laboratorio Adolescenza le domande sulle vaccinazioni sono moltissime e incalzanti. Vogliono, le ragazze e i ragazzi post-Covid, sapere e capire. E per la prima volta dimostrano di fare proprio il concetto di prevenzione; come è stata ed è prevenzione, contro il Covid, la mascherina o il lavarsi le mani.
L’obiettivo strategico è “sfruttare” il momento e sensibilizzare le nuove generazioni – attraverso una comunicazione adeguata – sul fatto che il Covid è stato un episodio (speriamo transitorio), ma la prevenzione e l’importanza di una piena consapevolezza circa il proprio stato di salute deve rimanere una costante.
L’esperienza drammatica della pandemia da un lato e il desiderio di ricominciare a viaggiare (in sicurezza) dall’altro può essere la combinazione giusta per avviare un percorso di sensibilizzazione degli adolescenti.
La scuola può essere lo scenario migliore per avviare questo progetto e Family Health mette a disposizione la sua esperienza e le sue competenze per creare uno strumento che possa risultare efficace per consentire ai giovanissimi di affrontare un viaggio con la tranquillità di avere a disposizione, in ogni momento ed in ogni circostanza, tutte le informazioni utili riguardo il proprio stato di salute.
Perché la prevenzione passa innanzi tutto dalla conoscenza.