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Non state dietro uno schermo, vivete CON, non PER: per mostrare, per dimostrare, per condividere

di Maura Manca, Psicologa

20 gennaio 2023

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Tutto troppo tecnologico, tutto troppo di fretta, tutto potenzialmente pericoloso e tutto troppo da mostrare. Sembra l’epoca dello show dell’infanzia e dell’adolescenza. Ci sono tanti guadagni, è vero, ci sono però anche tanti aspetti della crescita e della relazione che si perdono. Quando si parla di condivisione, si pensa quasi in automatico alla condivisione online, con il proprio pubblico, non alla condivisione intesa come “dividere con”, “vivere con”, fare insieme per il gusto di fare, non per gli altri.

 

Quando ero bambina, amavo cucinare con mia nonna perché mi potevo sporcare, impiastrare e, se fosse caduto la roba per terra, sarebbe andato bene lo stesso. Diventavano i “nostri” momenti, quelle azioni mie e sue caratterizzavano la nostra relazione. Non contava la prestazione, contava il fare insieme. Vivevo tutta una serie di sensazioni molto intense. Mi emozionavo tantissimo quando infornavo le mie crostatine e poi rimanevo lì, con il nasino quasi appicciato al vetro, a vedere come crescevano e cambiavano colore. Le chiedevo tante volte se fossero cotte perché ero impaziente di mangiarle e di far assaggiare agli altri la mia creazione. Nonna, con una rapidità di un ninja scambiava le sue con le mie. La adoravo quando lo faceva perché diventava il nostro segreto che non dicevamo a nessuno. Mi dava il vassoio e mi diceva: “vai”. Io felicissima andavo da tutti per offrirgli le “mie” buonissime crostatine, più buone anche di quelle di nonna. Perché i “grandi” fanno anche questo: tolgono a se stessi per dare senza creare illusioni, ma rinforzando l’autoefficacia attraverso il fare. Solo così si rinforza il carattere, non guardando i video, non stimolando la parte cognitiva ma vivendo e sperimentando per creare nuove sicurezze e connessioni neuronali.

 

I bambini oggi non fanno più le crostatine, non giocano nel fango, non si sbucciano più le ginocchia, non conoscono il nascondino, sembra che sia diventato tutto pericoloso, che non ci si possa sporcare, che non si possa perdere tempo a giocare perché si deve performare e poi si vive nel pericolo e nel rischio della rete. Ciò che non si vede spaventa di meno.

In compenso però, troppi bambini e adolescenti hanno dolori articolari, sono pieni di allergie, di patologie psicosomatiche, di paure e insicurezze.

 

Tutto questo mi crea tanto dispiacere, perché impastare con le mani di tua nonna insieme alle tue non ha veramente prezzo. Quella sensazione la porto anche oggi sulla mia pelle. Per fortuna non c’erano i cellulari, perché il telefono non può riprendere le sensazioni che si provano e il senso di condivisione. Quei ricordi non svaniranno più dalla mia mente, anche se non li ho fotografati.

Non togliete tutto questo ai vostri figli, fateli crescere a “crostatine” e tecnologia, non solo tecnologia. La parola chiave è EQUILIBRIO. La tecnologia non è un nemico da combattere è uno strumento da usare.

 

Non state dietro uno schermo, vivete CON, non PER: per mostrare, per dimostrare, per condividere ecc… I ricordi vissuti non svaniranno, l’apprendimento con valenza positiva si fissa più rapidamente nelle mente e diventano momenti altamente formativi pur rimanendo ludici. E poi, cosa insegnate? Insegnate che tutto va ripreso, che non esiste intimità, che tutto va condiviso, che bisogna far vedere agli altri, che magari si deve pubblicare nelle varie piattaforme. Per chi vengono fatte le cose? Se insegnate questo, otterrete questo. E alla fine la responsabilità di chi è? Delle piattaforme social? Attenzione a questi aspetti perché loro sono l’insieme di tantissime variabili.

 

 

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