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Allattamento al seno: le domande delle mamme

di Stefano Martinelli, Neonatologo

16 luglio 2018

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L’allattamento è un evento naturale e normale nella vita di una donna, ma ancora quotidianamente dobbiamo parlarne perché sono tante le informazioni che rischiano di confondere una “futura-neo” mamma.

Sono ormai ben noti i benefici dell’ allattamento esclusivo al seno sia per il bambino, che per la mamma, la famiglia e la società, quindi ci concentreremo sui concetti principali che una mamma deve conoscere per meglio affrontare l’allattamento del suo bambino provando a dare delle risposte ai dubbi più comuni delle madri.

Sarò in grado di allattare?

Sono veramente poche le condizioni che possono impedire ad una donna di allattare tuttavia, pur trattandosi di una pratica naturale, una mamma deve imparare a farlo e a riconoscere i bisogni del proprio bambino fin dai primi istanti della sua venuta al mondo. E’ importante quindi che il contatto tra mamma e neonato e tra neonato e seno materno avvenga fin dalla nascita attraverso quello che viene chiamato “contatto pelle a pelle”. Tenere il proprio bambino a contatto fin dalla nascita è fondamentale per creare un rapporto di reciproca conoscenza. Il bambino inizia a conoscere la propria mamma attraverso l’odore ed il calore del suo corpo, mentre la madre inizia a riconoscere i bisogni del proprio bambino. La prima suzione dovrebbe avvenire già in sala parto in modo da poter innescare il processo ormonale fondamentale per la produzione di latte.

Il mio bambino sta ricevendo abbastanza latte?

Il bisogno di latte del bambino e la capacità della madre di produrne nella giusta quantità è ciò che più preoccupa. Creare e mantenere una produzione di latte sufficiente è facile se la mamma capisce e conosce ciò che la determina. Il fattore principale per una produzione abbondante è il numero e la durata delle poppate. Il latte viene prodotto quasi in continuazione e frequenti ed efficaci poppate al seno segnalano alla madre che è necessario produrre una quantità elevata di latte, quindi più il neonato si attacca e maggiore sarà la produzione.
Per sapere poi se il bambino ha assunto latte a sufficienza è importante valutare, oltre all’aumento di peso settimanale, anche il numero di pannolini bagnati nelle 24 ore sapendo che nelle prime 48 ore i pannolini bagnati saranno 2 o più per aumentare fino a 6 pannolini o più al termine della prima settimana di vita.

Quante volte e per quanto tempo deve succhiare il mio bambino?

Si sente ormai ovunque parlare di allattamento a richiesta ma bisogna che la mamma sappia bene cosa si intende. Allattare a richiesta consiste nell’offrire il seno ogni qualvolta il bambino mostri di volersi attaccare per fame o per qualsiasi altro motivo. Il bambino allattato a richiesta mangia di volta in volta ciò che necessita e quindi le poppate possono durare un tempo variabile con intervalli tra i pasti regolati dalle sue necessità e non da regole esterne.

Il latte può essere poco nutriente?

Il latte materno è sempre adeguato e non bisogna pensare a possibili carenze se non di fronte a casi di grave malnutrizione. Quello che invece va tenuto ben presente è come varia la composizione del latte materno. La quantità di grassi varia da un giorno all’altro, da una poppata all’altra ma soprattutto varia tra l’inizio e la fine della poppata. Il primo latte è infatti più acquoso mentre diviene più ricco di grassi verso la fine della poppata. Ecco perché è importante che la madre cambi il seno da offrire al proprio bambino solo quando egli abbia finito di poppare da quel seno altrimenti lo priverebbe della porzione di latte più ricca di grassi e quindi più nutriente.

E’ necessario svuotare il seno dopo la poppata?

A volte alla madri viene suggerito di svuotare completamente il seno dopo che ha allattato. In realtà ciò non è opportuno in quanto la rimozione di tutto il latte porterebbe ad una produzione maggiore di latte rispetto a quanto il bambino ne abbia bisogno in quel determinato periodo. Alterare l’equilibrio tra la domanda e l’offerta porterebbe ad una eccessiva produzione con il rischio di ingorgo mammario.

E’ normale provare dolore al seno quando si allatta?

Nei primi giorni dopo il parto i capezzoli sono più sensibili, ma se il bambino è attaccato in maniera corretta tale fastidio scompare. Se invece peggiora e si trasforma in dolore significa che siamo di fronte ad un attacco inadeguato ed è alto il rischio di arrivare alla formazione di ragadi. Di fronte a tale problema è fondamentale chiedere aiuto al personale sanitario durante il ricovero ospedaliero o ai servizi del territorio dopo la dimissione in modo da prevenire spiacevoli problematiche che possono poi rischiare di compromettere un allattamento esclusivo al seno duraturo.

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