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Pellicole, alluminio, vetro, plastica…Come proteggere il cibo?

di Giorgio Donegani, Tecnologo alimentare

2 maggio 2019

1871 Views

Microbi, polvere, luce, umidità… sono tanti i nemici del cibo. Come proteggerlo? Tra pellicole trasparenti, vaschette d’alluminio, contenitori di plastica, sacchetti di carta c’è davvero l’imbarazzo della scelta…

Un sacco di nemici…

La carne a scongelare in frigo semplicemente appoggiata su un piatto? Le uova senza alcuna protezione nei contenitori dello sportello? La verdura e la frutta ammucchiate nel cestello del frigo come nella cassetta dell’ortolano? Non ci siamo: è inutile scegliere il meglio del meglio, se poi non si protegge il cibo da tutti i nemici che possono rovinarlo. E sono tanti: già il semplice contatto con l’aria può produrre dei danni, come anche l’esposizione alla luce o la vicinanza con altri alimenti che possono trasmettere odori e sapori strani, per non parlare delle muffe e dei batteri, i nemici più pericolosi… Insomma: confezionare bene il cibo prima di riporlo in dispensa o in frigorifero è un’operazione assolutamente fondamentale, tanto per il gusto quanto per la salute. Senza dimenticare che l’imballaggio stesso nel quale avvolgiamo gli alimenti può trasformarsi in una fonte di rischio se non lo scegliamo con cura. Il pericolo maggiore, infatti, è che possa trasferire particelle al cibo con cui viene a contatto, particelle che non solo possono modificare il gusto, ma anche risultare nocive.

L’imballaggio ideale

Non esiste, o meglio, ne esistono tanti, diversi a seconda dell’alimento che si deve proteggere e del modo in cui lo si vuole conservare.  Carta, plastica, alluminio… ogni materiale ha alcune caratteristiche particolari che lo rendono adatto per un cibo piuttosto che per un altro. Una cosa, comunque, deve accomunare tutti i materiali che si usano in cucina: devono essere specificamente approvati per venire a contatto con gli alimenti. Come accorgersene? Semplice: devono riportare la scritta “per alimenti” o il simbolino con il bicchiere e la forchetta., perché la legge specifica una “lista positiva” che indica chiaramente quali siano i materiali che possono venire a contatto con i cibi. Attenzione però, anche noi dobbiamo fare la nostra parte: ogni materiale per essere davvero sicuro e svolgere al meglio il suo ruolo di protezione richiede specifica attenzione nella scelta e nell’uso.

La plastica, il massimo della praticità, ma…

Praticissima, la pellicola di plastica è anche sicura, così come lo sono le vaschette plastiche rigide e le bottiglie di plastica. Ma parlare di “plastica” in generale è troppo vago, perché le materie plastiche ammesse sono parecchie, ciascuna contraddistinta da un codice numerico: numero 1 – polietilene tereftalato o PET; numero 2 – polietilene ad alta densità o HDPE o PE; numero 3 – cloruro di polivinile o PVC; numero 4 – polietilene a bassa densità o LDPE; numero 5 – polipropilene o PP; numero 6 – polistirene o polistirolo; numero 7 – altri (policarbonato, resine epossidiche, melamina). Ogni plastica ha delle caratteristiche particolari e delle limitazioni d’uso, legate alla possibilità che ceda sostanze indesiderate agli alimenti, ma non è certo semplice orientarsi tra tanti numeri, sigle e nomi complicati. Ecco allora alcuni criteri di base che da soli semplificano molto la vita di ogni giorno:

  • Cercare comunque di evitare i materiali contrassegnati dai codici 3, 6, 7, che sono i meno sicuri.
  • Evitare plastiche non contrassegnate, che il più delle volte sono 7 (plastiche che generalmente contengono bisfenolo A, una sostanza che sarebbe meglio evitare).
  • Non conservare olio o vino in bottiglie di plastica destinate in precedenza ad altro.
  • Non esporre direttamente i contenitori di plastica (per esempio le bottiglie dell’acqua) ai raggi del sole.
  • Per il microonde non usare contenitori di plastica o pellicole qualsiasi, ma solo quelle che sono state progettate per quest’uso (c’è scritto…).
  • Quando si ricorre alle pellicole trasparenti, leggere bene sempre le indicazioni per l’uso: alcune non sono adatte al contatto con alimenti grassi come possono essere il burro, il salame affettato o i formaggi grassi.
  • I sacchettini sono molto comodi e sicuri. Per conservare in frigorifero la verdura (per esempio l’insalata dopo averla pulita) è meglio scegliere quelli in pellicola di tipo “traspirante”, dotati di microfori. Per il congelatore, invece, occorrono pellicole di maggior spessore, che proteggono di più dalla disidratazione.
  • Ricordare che le bottiglie di plastica in PET sono concepite per essere usato una sola volta, riutilizzarle come se fossero borracce non è consigliabile dal punto di vista igienico.

Infine, dati i problemi che produce a carico dell’ambiente, una regola generale che sarebbe oggi urgente applicare è la più semplice: di plastica usiamone il meno possibile.

Il vetro: ottima igiene

Il vetro ha la grande dote di essere inerte nei confronti di ciò che contiene: non cede alcuna particella e non reagisce in alcun modo con il cibo. Sotto il profilo igienico, quindi, è una scelta ottimale. Inoltre, permette di osservare direttamente il contenuto della confezione e di valutarne lo stato di conservazione. Attenzione, però: proprio la trasparenza (che ovviamente fa passare la luce) può risultare sconveniente per alcuni alimenti, come gli oli piuttosto che il vino rosso, sensibili ai raggi luminosi. Se le aziende risolvono il problema utilizzando vetri scuri, a casa si può ricorrere al buon senso: basta conservare i contenitori di vetro nella dispensa e non esposti alla luce. A fronte della perfetta igiene, il vetro ha anche alcuni punti deboli: il peso, la fragilità e il costo. In definitiva, per l’uso domestico la scelta del vetro è perfetta per i contenitori con chiusura ermetica in plastica da tenere in frigorifero, o per le bottiglie per l’acqua da portare in tavola.

I vantaggi dell’alluminio

Ingiustamente guardato con sospetto, l’alluminio in fogli o in forma rigida (vaschette) è un buon materiale per imballare gli alimenti. Basta solo seguire alcune semplici attenzioni: evitare di usarlo per conservare i cibi molto salati e molto acidi. Detto questo in casa le vaschette di alluminio sono un must irrinunciabile, perché rispetto a quelle in plastica hanno il vantaggio di poter resistere tanto alle basse temperature quanto al calore intenso (anche 600°C). Questo permette di conservare i cibi congelati nelle vaschette semirigide di alluminio e di cuocerli direttamente negli stessi contenitori senza doverli prima travasare (attenzione però: l’alluminio non va nel microonde). Quanto al foglio d’alluminio, rispetto alla pellicola plastica ha la capacità di proteggere dalla luce ed evitare quindi l’ossidazione di salumi e materie grasse, non è però particolarmente adatto per confezionare bistecche o petti di pollo da tenere in congelatore, perché non è poi agevole il suo distacco dal cibo, il che obbliga a scongelare almeno parzialmente prima della cottura.

Infine, la carta e il cartone

Sono materiali ideali per conservare per breve tempo dei prodotti freschi (formaggi, salumi, pane…). A patto naturalmente che si tratti di carta e cartone “per alimenti”. La legge italiana descrive con precisione le caratteristiche per rendere questi materiali adatti al contatto con gli alimenti indicando le percentuali di fibra obbligatorie e specificando le sostanze permesse come coadiuvanti per la loro produzione. In ogni caso, occorre attenzione soprattutto a non mantenere gli imballaggi di carta e cartone dove possano assorbire umidità ed evitando di usarli per quei prodotti che o perché molto ricchi di grassi, o perché molto umidi, o ancora, perché troppo caldi, possono comunque favorire la migrazione di sostanze nel cibo. La carta riciclata è generalmente poco adatta perché contiene al suo interno inquinanti tossici come gli inchiostri di stampa e molto altro (è permessa solo per il contatto con alimenti secchi come il riso, la pasta, il sale e lo zucchero). Quando si ha intenzione di trasportare in cartone della pizza o della focaccia allora bisogna sceglierlo in modo che la parte a contatto col cibo sia di pura cellulosa vergine.

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