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TOXOPLASMOSI: LE REGOLE A TAVOLA

di Giorgio Donegani, Tecnologo alimentare

25 luglio 2022

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La toxoplasmosi è una malattia molto comune, al punto che si stima che mediamente venga contratta da circa il 70% delle donne prima dei 40 anni. Magari senza nemmeno accorgersene, perché si tratta di una patologia banale, che spesso decorre senza sintomi. Il problema è che questa stessa malattia può diventare invece molto pericolosa se colpisce durante la gravidanza, perché il germe si può trasmettere al feto attraverso la placenta e può determinare aborto o conseguenze anche gravi a carico del sistema nervoso del neonato. Se si è a rischio, non è comunque il caso di farsi prendere dal panico: bastano poche ma importanti attenzioni a tavola, per scongiurare ogni pericolo.

 

Conosciamo il colpevole

Toxoplasma gondii, è questo il nome del nemico da battere o, meglio, da evitare, per chi aspetta un bimbo. Si tratta di un microscopico parassita (per la precisione, un protozoo) abbastanza diffuso in natura, che è innocuo per gli adulti, ma diventa decisamente pericoloso per il piccolo che si sta formando nella pancia della mamma: se lo raggiunge attraverso la placenta, può determinare aborto o conseguenze anche gravi a carico del sistema nervoso del neonato (ritardo mentale, cecità, epilessia…). I numeri in parte rassicurano, perché si calcola che sulle circa 400.000 gravidanze stimate annualmente in Italia, più o meno 2500 siano complicate da toxoplasmosi materna, con circa 1000 neonati infetti, dei quali 250 con manifestazioni cliniche gravi. Naturalmente, le donne che nel corso della loro vita sono già venute a contatto con il Toxoplasma e hanno sviluppato gli anticorpi non corrono alcun rischio in gravidanza, ma quelle che, invece, sono potenzialmente a rischio di toxoplasmosi, devono assolutamente adottare una serie di precauzioni per evitare di contrarla proprio nei nove mesi dell’attesa.

 

Da dove viene il Toxoplasma?

I Toxoplasma ha un ciclo vitale piuttosto complicato, ma che vale la pena di descrivere per capire bene come evitare l’infezione. Questo minuscolo parassita vive nell’intestino dei gatti (non di tutti: si stima che lo ospiti l’1% dei nostri amici felini) che poi ne eliminano le uova (oocisti) attraverso le feci. Gli animali (soprattutto i maiali) che mangiano verdura contaminata dalle feci dei gatti, ingeriscono le uova del Toxoplasma e queste originano nel loro intestino il parassita, il quale poi viene trasportato dal sangue in tutto l’organismo dell’ignaro ospite, proliferando soprattutto nei tessuti muscolari e nervosi. Anche l’uomo è tra gli organismi nei quali il Toxoplasma riesce a vivere e a svilupparsi. Niente di grave, come si è detto, a meno che non si aspetti un bambino…

 

Il toxotest, un esame importante

Per la futura mamma è importantissimo sottoporsi il prima possibile, meglio ancora prima del concepimento, al cosiddetto “toxo-test”. Si tratta di un semplice esame del sangue che permette di valutare se si è già contratta la toxoplasmosi oppure no. Se il toxo-test dà esito positivo, vuol dire che la mamma ha già superato l’infezione e ne è ormai immune, per cui può stare tranquilla e non deve prendere alcuna precauzione particolare. Se, invece, il risultato del test è negativo, significa che non è ancora venuta a contatto con il germe e bisogna impedire che contragga l’infezione proprio durante la gravidanza. Senza farsi prendere dal panico o da ansie esagerate, diventa però importante mettere in pratica tutta una serie di precauzioni a tavola e fare attenzione al contatto con gli animali, in particolare con i gatti, possibile veicolo d’infezione attraverso le loro feci.

 

Verdure, meglio cotte

Tipicamente, il Toxoplasma può essere presente sui vegetali, in particolare la verdura e la frutta che crescono a livello del terreno, come le fragole e soprattutto le insalate (le più facilmente contaminate da feci di gatti). Lavare molto bene le verdure prima di consumarle è certamente importante, ma è la loro cottura a garantire la completa sicurezza. Tutto sommato, rinunciare alle insalate per qualche mese non è un grande sacrificio, tanto più che chi ama i vegetali freschi può ricorrere a un’ampia varietà di frutta da sbucciare: una volta eliminata la buccia non presenta il minimo rischio.

 

Carne: mai mangiarla cruda.

Per quanto riguarda le carni, anche se i suini lo sono in modo particolare, dobbiamo considerare che tutti gli animali sono sensibili alla toxoplasmosi. A portare tranquillità c’è però il fatto che le forme in cui il Toxoplasma è presente nelle carni sono molto fragili e vengono rapidamente distrutte dalla cottura. Da evitare, quindi, la tartare, il carpaccio, le bistecche al sangue e il roast-beef con la parte interna “rossa”, mentre meritano un via libera senza problemi gli arrosti, le carni alla griglia, i fritti (con moderazione) e tutte le preparazioni ben cotte.

 

I salumi, un discorso particolare

I prodotti di salumeria si dividono in cotti e crudi. Al primo gruppo appartengono, per esempio, il prosciutto cotto, i wurstel, la mortadella e lo zampone; per questi prodotti la cottura esclude ogni rischio di toxo. I salumi crudi, invece, possono presentare dei rischi se non sono stagionati: sono da evitare nel modo più assoluto le salsicce fresche, mentre numerose ricerche hanno dimostrato che i prosciutti crudi DOP, come il Parma e il San Daniele, sono sicuri perché le reazioni che avvengono durante la loro lunga stagionatura distruggono ogni germe. In ogni caso, anche qui vale la logica della prudenza: non è poi un grosso dramma preferire il cotto al crudo per qualche mese…

 

Acqua: meglio la minerale

Anche se rari, sono stati riportati anche alcuni casi di toxoplasmosi dovuti al consumo di acqua contaminata. Soprattutto per chi va all’estero, è essenziale accertarsi sempre della perfetta potabilità dell’acqua, ma anche in Italia, durante i nove mesi, sarebbe meglio preferire la minerale a quella del rubinetto. Infatti, alcune forme particolari del toxoplasma (così come quelle di altri protozoi) resistono ai normali trattamenti di sterilizzazione con cloro.

 

Qualche attenzione in più…

Infine, per garantirsi il massimo della sicurezza, è bene applicare qualche piccola attenzione anche nelle normali attività domestiche:

  • Lavare bene le mani dopo aver maneggiato carni crude e pulire accuratamente i coltelli e gli utensili da cucina.
  • Usare sempre i guanti durante le pratiche di giardinaggio e orticoltura.
  • Svuotare quotidianamente, lavare e disinfettare la cassetta della lettiera del gatto, facendo uso dei guanti.
  • Evitare di somministrare carne cruda o poco cotta al gatto e agli altri animali di casa.

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