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L’acqua beviamola, non sprechiamola.

di Maurizio Tucci, Giornalista

25 luglio 2019

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Gli esperti ci ricordano quanto sia importante – specie in estate – un adeguato consumo di acqua per tutelare la nostra salute. Bisogna imparare a “prevenire” la sete e a bere acqua durante tutto il corso della giornata, soprattutto fuori dai pasti. Ma dobbiamo anche sapere che l’acqua del rubinetto non è un’acqua di serie B, ma è un’acqua sicura e controllatissima, bevendo la quale aiutiamo le nostre tasche e l’ambiente.

Che il corpo umano sia costituito per il 60% circa da acqua (percentuale che sale al 75% nei bambini) è cosa nota che impariamo fin dalle scuole elementari. Quello che, invece, dimentichiamo troppo spesso è quanto sia importante rigenerare costantemente questa scorta d’acqua. Molti esperti sostengono che un adulto dovrebbe bere non meno di due litri di acqua al giorno.
Naturalmente la quantità d’acqua ottimale è funzione di diversi fattori come, ad esempio, il tipo di attività che si svolge (sedentaria o dinamica), il luogo in cui si vive, la stagione. Ed è naturalmente l’estate, con le temperature elevate, il momento in cui è più importante bere molto e ripristinare l’acqua che si perde sudando o, comunque, per effetto del caldo.
È particolarmente importante, per il migliore assorbimento, bere acqua lontano dai pasti, a moderata quantità per volta e nel corso di tutta la giornata. Ottima, ad esempio, (come riporta anche il nutrizionista Giorgio Donegani nel suo recente libro “Free from Fake”) l’abitudine orientale di bere un bicchiere d’acqua a digiuno appena svegli.

Ma soprattutto – come raccomanda l’European Hydration Institute – dovremmo cercare di bere prima di avere lo stimolo della sete, perché quando lo avvertiamo è già segno di una disidratazione in atto.

“Una raccomandazione importante per i genitori – afferma Gianluigi Marseglia, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Pavia – perché i bambini piccoli, come le persone anziane, avvertono meno lo stimolo della sete. Attenzione quindi, in particolare in questa stagione, durante i viaggi (specie se in orari caldi), o nelle classiche attività da vacanza: spiaggia, passeggiate, escursioni.  Ma – sottolinea Marseglia – una raccomandazione importante anche per gli adolescenti che spesso (come loro stessi affermano) “si dimenticano di bere”, salvo poi svuotare intere bottiglie d’acqua freddissima (altra pessima abitudine) o, peggio, dissetandosi con bevande ad alto contenuto di zuccheri.

Le abitudini degli italiani

Il dato italiano riguardo il consumo medio giornaliero pro capite di acqua potabile non è lusinghiero. Secondo il rapporto 2017 ‘Le risorse idriche nell’ambito della circular economy’, presentato da Srm – Studi Ricerche Mezzogiorno – l’Italia è al primo posto in Europa per il consumo complessivo medio per abitante di acqua (241 litri al giorno), mentre il consumo medio pro-capite in Nord Europa è di 180-190 litri. L’ARPA – Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente – è più “prudente” e parla di un consumo giornaliero intorno ai 140 litri di acqua potabile al giorno, ma con punte che sfiorano addirittura i 300 litri.
Ci laviamo di più dei nostri colleghi europei o – forse più verosimilmente – sprechiamo più acqua. Quel che è certo – sempre secondo ARPA – è che con l’acqua potabile facciamo di tutto tranne che berla. L’uso dell’acqua potabile per il bere e nella preparazione e nella cottura dei cibi – sempre secondo l’ARPA –  raggiunge appena il 3,5% del totale.

D’altra parte non è un caso se siamo anche il maggior consumatore europeo di acque in bottiglia e addirittura il terzo al mondo (fonte Beverage Marketing Corporation).

Consumo acqua in bottiglia

Consumo acqua in bottiglia

Perché snobbiamo l’acqua che ci arriva in casa

È un’abitudine tutta italiana, quella di snobbare l’acqua del rubinetto, confermata dai risultati di una indagine realizzata nel 2015 da Laboratorio Adolescenza in collaborazione con Coop Italia su un campione nazionale rappresentativo di 2000 studenti delle scuole medie (fascia d’età 12-14 anni). Solo il 27% degli adolescenti intervistati ha affermato di bere acqua di rubinetto durante i pasti.

Normalmente che tipo di acqua bevi a pranzo e a cena?

   
Acqua di rubinetto 27,0%
Acqua minerale gasata 24,6%
Acqua minerale naturale 63,9%

D’altra parte, se andiamo già solo nella limitrofa Francia, la prima cosa che nei ristornati – anche quelli di livello – ci mettono sul tavolo è una caraffa di acqua di rubinetto (al massimo filtrata), mentre l’acqua in bottiglia si ha modo di chiederla successivamente, se si desidera, alla stregua delle altre bevande.

Ma perché questo atteggiamento? Margherita Caroli, membro del Consiglio Direttivo dell’European Child Obesity Group, e strenua sostenitrice dell’acqua di rubinetto, lo attribuisce in gran parte all’immotivata sfiducia nella qualità dell’acqua di rubinetto, che in realtà in Italia è controllatissima ed ottima. La legge italiana prevede più controlli all’anno (numero che varia in base al volume di acqua distribuito ogni giorno e alle caratteristiche dell’acquedotto) e le analisi sono svolte sia dalla società che gestisce l’acquedotto che dalle Asl, quindi da due soggetti indipendenti tra loro, che svolgono analisi su 67 differenti parametri. “Per indurre i cittadini a bere acqua di rubinetto – sottolinea Caroli – bisogna portare avanti una vera e propria battaglia culturale, da un lato insistendo nell’informare correttamente, a partire dalle scuole, sul fronte sicurezza, dall’altro affrancandoci dal retaggio “culturale”, purtroppo ancora molto presente, per cui bere acqua in bottiglia è una sorta di status symbol”.

Una scelta sostenibile

Se la strada da percorrere è innanzi tutto quella della corretta informazione, è importante enfatizzare che bere acqua di rubinetto è anche una scelta importante verso i cosiddetti “consumi sostenibili”. Pensiamo soltanto al costo, all’onere (anche fisico) del trasporto, alla produzione di rifiuti: milioni di bottiglie di plastica, utilizzate per la confezione, da smaltire. E se proprio il sapore dell’acqua che esce dal nostro rubinetto non ci piace o non vogliamo fare a meno delle “bollicine”, esistono prodotti efficienti ed economici per filtrare l’acqua, aromatizzarla e gasarla a piacimento.

D’altra parte la cultura della “sostenibilità” è una componente importante della più ampia cultura della prevenzione a 360 gradi, oggetto dell’attività di ricerca e formazione che Laboratorio Adolescenza e Family Health hanno avviato e porteranno avanti nelle scuole.

Family Health si impegna a diffondere la cultura della prevenzione consapevoli che il primo passo per il proprio benessere è pensare alla salute.

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