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CASOMAI

Per fare famiglia, bisogna avere intorno a sé un intero villaggio.

di Alberto Pellai, Medico Psicoterapeuta dell'età evolutiva, Ricercatore, Dip. Scienze Biomediche dell'università degli Studi di Milano

10 dicembre 2020

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Per fare famiglia, bisogna avere intorno a sé un intero villaggio.

Regia di Alessandro D’Alatri. Un film con Stefania Rocca, Fabio Volo, Sara D’Amario, Gennaro Nunziante, Mino Manni, Maurizio Scattorin. Genere Commedia, – Italia, 2002, durata 90 minuti.

Trama

Stefania e Tommaso sono una coppia come tante. Hanno voglia di condividere la vita e di trasformarla in un progetto a lungo termine. Vogliono essere “stabili”: stabili a se stessi, all’altro, stabili nel loro progetto di coppia. Perciò decidono di sottrarsi al copione “mordi e fuggi” che in amore sembra imperante, anche nel loro gruppo di amici. Per questo contattano un sacerdote di un paesino di campagna perché li sposi. Il film racconta la cerimonia di nozze e poi la storia della vita di Stefania e Tommaso. La loro storia d’amore si evolve e mese dopo mese, anno dopo anno, diventa al tempo stesso vincolo e opportunità. La costruzione dell’intimità reciproca, la dimensione della complicità, la trasformazione e il cambiamento di ciò che ci ha fatto soffrire nella nostra storia passata: la vita di coppia per Stefania e Tommaso rappresenta tutto questo. Ma è anche fonte di squilibrio, incomprensioni, fatiche, rinunce. La nascita del primo figlio mette a dura prova la “stabilità” del loro “sistema famiglia”. La precarietà lavorativa che deriva dalla scelta di essere genitori, la fatica associata alla perdita di sonno e alla conciliazione famiglia-lavoro, la solitudine e l’isolamento derivanti dal fatto che gli amici senza figli si allontanano da chi non “fa altro che parlare del proprio neonato, come se un figlio ce lo avessero avuto solo loro” rappresentano sfide alla stabilità della coppia, ma anche al proprio senso di integrità e continuità. Ed ecco allora che quella che era nata come una coppia “inossidabile” viene travolta dallo tsunami della crisi. Fragilità si somma a fragilità, con il rischio permanente di “non farcela”. Stefania e Tommaso si appoggiano l’uno sull’altro, nel loro tentativo di riuscire a rimanere fedeli al loro progetto di coppia, ma il peso da portare è superiore alle loro forze. Servirebbe allora, avere intorno a sé amici capaci di tendere una mano, di fare il tifo per te. Servirebbe anche una famiglia allargata capace di offrire l’aiuto che serve al momento che serve. Ma gli amici sono impegnati nelle loro vite tutte centrate su se stessi e la famiglia allargata non riesce a sintonizzarsi con i bisogni di Stefania e Tommaso perché a sua volta in preda a bisogni propri. E’ così che Stefania e Tommaso si trovano sempre più vulnerabili, esposti al rischio di lasciarsi. La fine della loro famiglia non dipende solo da loro, ma da un intero sistema che sta intorno a loro, in cui fare famiglia sembra essere un’impresa “contro natura”, messa a dura prova dalle leggi, dalle regole del lavoro, dall’egoismo e dall’indifferenza degli amici. Riusciranno Stefania e Tommaso a far fronte a tutto questo? Il finale del film è apertissimo e molto sorprendente

Che cosa ci insegna questo film

Divenire coppia stabile, fare famiglia, mettere al mondo figli oggi è come ballare in coppia su pattini da ghiaccio. L’instabilità à la sola certezza che ci sostiene e ogni movimento è a rischio di caduta. Ma nella danza armonica di due ballerini sul ghiaccio c’è anche tutta la bellezza del fare famiglia. Costruire un progetto di vita stabile, facendo famiglia, non è mai qualcosa di acquisito. La storia di Stefania e Tommaso è la storia di tutti coloro che decidono di costruire un progetto di vita intorno alla propria storia d’amore. E’ la vicenda di chi, in un tempo “fluido” dove tutto cambia, decide di impegnarsi “per sempre”. Non è una scelta ideologica o valoriale, bensì incarnata nel senso profondo che l’amore ha per le vite di noi esseri umani. Stefania e Tommaso sono i protagonisti di una grande storia d’amore, di cui mettono in scena tutto: il bello e il brutto. Il regista racconta che ciò che davvero rende fragili, rischiando di frantumare la solidità di un legame, è una miscela di fattori che sono in parte interni e in parte esterni alla coppia. Ma quelli esterni sembrano prevalere e oggi rappresentano forse la ragione per cui “fare famiglia” appare a volte come un’utopia. Uno dopo l’altro vediamo raccontate le sfide che la coppia deve affrontare quando tutto sembra remarti contro. Paradossalmente, se sei divorziato, hai più probabilità di vedere ammesso il tuo bambino all’asilo nido oppure di ridurre in modo consistente la tassazione sul tuo reddito. Probabilmente il film usa anche “iperboli” ed esagerazione per raccontare la vulnerabilità delle coppie del terzo millennio, ma permette a tutti coloro che stanno vivendo in coppia e crescendo dei figli di potersi identificare in alcuni passaggi delle vicende dei protagonisti e di constatare alcune amare verità che escono dalla trama del film ed entrano nella vita di ciascuno di noi.

Il messaggio del film

In ogni fase del ciclo di vita di una coppia, c’è un nuovo equilibrio da raggiungere, nuove scoperte da fare, nuove risorse da mettere in gioco. E nessuno ce la può fare da solo. Occorre trovare intorno a sé una rete amicale, famigliare e sociale in grado di dare sostegno. E’ proprio vero che: per fare famiglia, bisogna avere intorno a sé un intero villaggio.

 

Le domande da porsi dopo la visione del film

Stefania e Tommaso incarnano i punti di forza e di debolezza che connotano la vita di ogni coppia nel corso della propria storia: quali elementi narrati nella vicenda del film hanno una risonanza per la mia vita personale, di coppia e famigliare?

Molti amici intorno a Stefania e Tommaso sembrano più tifare “contro” che tifare “per” la stabilità della coppia e il sostegno della loro vita famigliare: come è cambiato il modo di vivere la dimensione dell’amicizia, dopo la nascita dei figli, all’interno della propria famiglia?

Il film denuncia la mancanza di politiche a sostegno della famiglia con cui si trova a confronto chi vuole avere un progetto di coppia stabile: qual è il più grande bisogno che vorreste vedere soddisfatto da una legge per la tutela della vostra vita famigliare?

Il film utilizza la metafora di due ballerini che danzano sul ghiaccio per raccontare le molte sfide che una coppia incontra nel suo progetto famigliare e la ricerca di equilibrio che in ogni momento deve essere ricercata e generata: che genere di ballerini siete voi, nel vostro modello di coppia? Quanto è faticoso trovare la dimensione dell’equilibrio? Chi nella coppia “tiene” e “sorregge” di più il partner?

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