Non si deve credere a tutto ciò che si vede e legge in rete. Come aiutare i figli a pensare in maniera critica?
di Maura Manca, Psicologa
La comunicazione che avviene attraverso il web è una comunicazione immediata, rapida, che non lascia troppo spazio alla riflessione. Si tende troppo facilmente a considerare come attendibile tutto ciò che si trova in rete, ed è questo un errore di valutazione che anche gli adulti commettono quotidianamente. Se pensiamo che 5 adolescenti su 10 trascorrono circa 6 ore al giorno a navigare in rete, con punte di 10 ore (Dati Osservatorio Nazionale Adolescenza), possiamo immaginare con quanti contenuti e notizie, che compaiono automaticamente sulla home dei loro profili nelle piattaforme online vengono in contatto ogni giorno. Un bombardamento diretto e anche indiretto di informazioni accompagnate da tanta disinformazione e da tante false notizie.
Un aspetto importante da considerare è che soprattutto i bambini e gli adolescenti hanno difficoltà, quando scorrono le informazioni sui social media, a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso e ingannevole.
Solitamente, infatti, ci si sofferma a leggere solo il titolo, non si approfondiscono i contenuti, si viene attratti dalle immagini e spesso non si valuta neanche la credibilità e attendibilità della notizia.
Gli adolescenti non hanno ancora sviluppato un pensiero critico, ossia quella forma di pensiero che permette di individuare errori e criticità di un processo o di un argomento e di capire cosa può nascondersi dietro una frase, usata magari solo per attirare l’attenzione del lettore. I ragazzi hanno una scarsa capacità di contestualizzare, scorrono tutto troppo velocemente, cercano prettamente ciò che è di loro interesse, non aprono il post per leggere la notizia nella sua completezza, condividono automaticamente ciò che postano gli altri: molto più facilmente, quindi, rischiano di essere condizionabili e di incappare in qualsiasi notizia, ritenerla attendibile e lasciarsi abbindolare e attrarre da ciò che viene riportato.
Attenzione, non lo fanno solo gli adolescenti, purtroppo nella trappola delle false notizie e della disinformazione cadono troppi adulti e spesso i più piccoli devono andare in loro soccorso e spiegargli che esistono tante fregature. Siamo bombardati da queste esche, e alcune devo dire che lasciano riflettere anche chi è abbastanza esperto perché sono veramente ben pensate.
Come aiutare i figli a sviluppare un pensiero critico?
Uno dei compiti più importanti, e al tempo stesso difficili, è quello di insegnare ai figli, sin da bambini, a pensare con la propria testa, a ragionare e ad analizzare in modo critico ciò che li circonda. Pensare in maniera critica significa raggiungere una capacità di giudizio e di discernimento che si acquisisce con un allenamento costante e continuativo. Un allenamento che deve essere fatto dai genitori che devono insegnare ai figli a pensare, senza cercare di riempirgli la testa di nozioni.
Per pensare in maniera critica si deve essere abituati a osservare, a contestualizzare, a ragionare su ciò che si vede, che si vive e a comunicare. È la somma di tutta una serie di processi mentali che si devono sviluppare nel corso della crescita a alimentare per tutto il corso della vita. Non si smette mai di imparare e di conoscere.
NO alle soluzioni facili!
E’ bene incoraggiarli a chiedersi il perché e a ragionare sulle cose: anche con i più piccoli, di fronte alle difficoltà o alle loro domande e curiosità, bisogna cercare di evitare di dare subito una risposta che chiude il discorso, ma provare piuttosto a rigirare le domande, cercando di attivare una discussione: “Secondo te, perché accade questo?”, “Cosa si può fare per risolvere questo problema?”.
Con i ragazzi, si può fare questo esercizio, partendo proprio da alcune notizie che si trovano in rete, proponendo loro la LETTURA e la DISCUSSIONE da fare in seguito insieme. Bisogna spronarli al ragionamento, si deve capire cosa ne pensano in merito, le loro motivazioni e chiedere loro se ad esempio il titolo corrisponde a quanto detto all’interno dell’articolo. L’elasticità mentale va allenata. La rigidità porta a ottusità, convinzioni personali e mediocrità.
Bisogna aiutarli a distinguere i fatti, ciò che è accaduto, dai pensieri e dalle opinioni. È necessario comprendere se il modo in cui vengono descritti risulta coerente e comprensibile, cogliere le emozioni che la notizia cerca di trasmettere: solitamente, le false notizie vengono costruite in modo tale da suscitare paura o rabbia, che possono influire sulla capacità di analisi e critica. È bene, inoltre, leggere come viene descritta la stessa notizia da altri giornali o siti per vedere se ci sono aspetti contrastanti e cercare possibilmente la fonte.
L’obiettivo NON è fare in modo che i figli abbiano le stesse opinioni dei genitori ma che il loro pensiero sia motivato, aiutandoli a riflettere con senso critico e allenandoli a pensare con la loro testa.
Gli adulti dovrebbero fornire gli strumenti necessari per navigare nel marasma di informazioni online, parlando con loro e facendo da filtro ai contenuti che potrebbero essere per loro fuorvianti e a volte perfino dannosi.