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Come spiegare i vaccini ai bambini

di Alberto Pellai, Medico Psicoterapeuta dell'età evolutiva, Ricercatore, Dip. Scienze Biomediche dell'università degli Studi di Milano

7 gennaio 2021

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In queste settimane sta accadendo un evento importantissimo: molte nazioni stanno iniziando la loro campagna vaccinale contro il corona-virus. Vaccino: una parola che è stata la più attesa di questi mesi. Un traguardo per il quale migliaia di ricercatori e scienziati hanno lavorato giorno e notte nei laboratori di tutto il mondo. Ora è finalmente disponibile.

Ci vorranno mesi prima che tutti possano essere vaccinati, ma in questi mesi tutti insieme cercheremo di scrivere la parola fine per questa faticosa pandemia che ci ha cambiato la vita. I Vaccini insieme agli antibiotici hanno trasformato la storia dell’umanità. All’inizio del secolo scorso, un’infezione poteva costare la vita a chiunque. Alcuni nostri bisnonni e trisnonni non sono riusciti a sopravvivere ad infezioni anche banali oppure si sono ammalati di poliomielite, malattia che oggi non ci spaventa più. A quei tempi si poteva morire di diarrea o di polmonite ed era difficilissimo raggiungere i 70 anni di vita, ancora più raro arrivare agli 80, cosa assai comune oggi. La scienza, l’intelligenza, il progresso hanno oggi reso possibile questo risultato: si possono sconfiggere le malattie infettive e vivere molto più a lungo. E questo lo si deve moltissimo anche ai vaccini. Per capire come funziona un vaccino, bisogna prima sapere che i microrganismi che ci ammalano sono costituiti da componenti diverse: alcune ci fanno ammalare e per questo si chiamano patogene. Altre invece scatenano la risposta del nostro sistema immunitario, che dentro di noi funziona come un esercito pronto a sconfiggere il nemico. Il sistemo immunitario è composto da un vero e proprio plotone di cellule chiamate linfociti che come un esercito presidiano il benessere del nostro organismo e ci difendono da ogni attacco esterno. Quando entra un microorganismo loro lo vanno a stanare, lo riconoscono come potenzialmente pericoloso e si preparano al contrattacco.

E’ una lotta faticosa: perché il virus è molto veloce quando si riproduce dentro di noi, mentre i linfociti sono all’inizio più lenti nel produrre i “proiettili” con cui farlo fuori. Quei proiettili si chiamano anticorpi e sono la cosa più specifica che esista per fermare un’infezione. Sono infatti costruiti con lo stesso meccanismo con cui funziona una chiave con la sua serratura: per aprire una porta devi inserire la chiave giusta, se no non ci riesci. Per arrivare a produrre gli anticorpi specifici contro il virus, i globuli bianchi sono infatti capaci di riconoscerne una frazione, che interagisce con loro come farebbe una chiave dentro la serratura. Il meccanismo è esclusivo e molto efficace, solo che richiede tempo. E in quel tempo il virus fa danni, ci riempie di sintomi, ci può anche far ammalare e in pochi casi soprattutto con soggetti già fragili e vulnerabili, far morire. Una volta prodotti gli anticorpi in numero sufficiente succedono due cose meravigliose: il nostro corpo vince la sua battaglia contro il virus e lo sconfigge. Ma conserva anche la memoria della battaglia intrapresa: quegli anticorpi restano dentro di noi pronti a re-intervenire se il virus fa la sua ricomparsa, eliminandolo all’istante. Si chiama “memoria immunitaria” ed è proprio quella che si genera grazie al vaccino.  Quando un vaccino entra nel nostro corpo, gli scienziati lo hanno privato della sua capacità di produrre la malattia, mentre hanno mantenuto l’informazione necessaria a dare lo stimolo ai linfociti affinchè producano gli anticorpi. Così, se lui poi penetra nell’organismo che ha ricevuto il vaccino, quegli anticorpi intervengono subito e lo eliminano. Ecco perché questo vaccino ci cambierà la vita, di fronte alla minaccia del coronavirus. Non dovremo temerlo più, una volta vaccinati, perché dentro di noi avremo già pronto un esercito di anticorpi capaci di annientarlo.

Avere un vaccino, oggi ci riempie di speranza. Ma anche di meraviglia, perché ci testimonia la grandezza degli esseri umani, della loro intelligenza e l’importanza del progresso scientifico. Sapere che abbiamo un vaccino non vuol dire soltanto avere la certezza che ogni problema può essere affrontato e superato con l’impegno e l’intelligenza. Ma deve anche diventare uno stimolo affinchè ogni bambino che cresce, studia e va a scuola impari a sentirsi parte attiva di un mondo che ricerca e investe nel progresso scientifico. Le pagine dei libri di scuola su cui ogni studente fatica e che a volte sembra non abbiano senso sono piccoli mattoni che costruiscono una grande casa: la casa del progresso.

Non dobbiamo però dimenticare che noi esseri umani non siamo onnipotenti. Di fronte all’universo siamo come un granello di polvere. La nostra grandezza ha limiti e confini chiari: quest’anno lo abbiamo compreso molto bene. Ci siamo sentiti impotenti e a volte addirittura sconfitti. E quando questo succede, l’unica nostra forza è diventare una squadra, essere solidali, sentire la forza che deriva dalla nostra unione. In mancanza di un vaccino, l’unica cosa che potevamo fare era sentirci  tutti corresponsabili non solo del nostro destino, ma anche di quello di tutti coloro che ci vivono a fianco, adottando i comportamenti preventivi. A proposito di “fare squadra” ed essere “solidali”: è bellissimo sapere che tutte le nazioni europee si sono alleate, per garantire a tutti i cittadini europei di essere vaccinati, nei prossimi mesi.

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