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Bambini e adolescenti su TikTok. Quali sono i segnali di abuso a cui fare attenzione e come prevenire la dipendenza?

di Maura Manca, Psicologa

1 febbraio 2021

1340 Views

Troppo spesso parliamo di digitale come se fosse un altro mondo, mentre in realtà è il loro mondo. Non ha più senso demonizzare le piattaforme online, sono il pane quotidiano dei nostri ragazzi, per cui si deve investire il tempo per fare in modo che diventino un ambiente sempre più sicuro per i minori.

Ciò che nuoce alla salute di bambini e adolescenti (e non solo, anche degli adulti), è l’abuso e l’uso distorto, non il corretto utilizzo. Queste piattaforme, infatti, nascono per favorire la socializzazione e l’interazione tra i membri della comunità digitale, non devono diventare un mezzo sostitutivo che priva i ragazzi delle relazioni sociali e del loro tempo. Servono per ampliare la loro rete, le conoscenze, per informarsi, svagarsi, creare, condividere e oggi anche per formarsi, studiare e apprendere.

Bambini e ragazzi, infatti, non sono ancora pienamente consapevoli e responsabili, non sono in grado autonomamente di autoregolarsi, mettersi un limite, discernere tra un uso consapevole e una condotta a rischio, tutelarsi in autonomia dai pericoli che possono incontrare.

TikTok: la app più amata da bambini e adolescenti ma NON è una piattaforma per bambini

TikTok è una delle applicazioni più scaricate dai giovani. È una piattaforma di video-sharing che permette di registrare e condividere con gli altri utenti dei video molto brevi. Non è un app per bambini, ci si può iscrivere a partire dai 13 anni.

È una piattaforma che si basa sulla creatività e sul divertimento, gli utenti possono esprimersi in modo spontaneo senza essere necessariamente dei talenti o avere delle prestazioni particolari. Si possono utilizzare generi differenti: il fashion, la commedia, il ballo, il canto, le challenge o sfide alle quali si deve aggiungere il proprio tocco originale e personale. Ci sono però anche video emotivi, toccanti e commoventi.

La piattaforma, se utilizzata in maniera sicura e consapevole, permette di mettersi in gioco e sviluppare anche tutta una serie di competenze basate sulla creatività. Serve anche una buona capacità di sintesi perché i video sono abbastanza brevi. È una piattaforma immediata, molto intuitiva dove tutto scorre molto velocemente in cui serve anche un’efficacia comunicativa per far arrivare il proprio messaggio.

Come tutte le piattaforme online nasconde anche dei rischi poiché spesso vengono anche condivisi senza filtro contenuti non appropriati. È ovvio che TikTok abbia numerosi filtri costantemente aggiornati, ma è altrettanto ovvio che è impossibile monitorare tutti i contenuti. Per tale ragione l’utente ha la possibilità di segnalare e bloccare contenuti e persone non pertinenti e garantire la propria tutela e anche quella dei membri della community. Se viviamo in una grande comunità dobbiamo anche tutelarci e aiutare chi lo fa per noi.

TikTok, un app che può essere utilizzata insieme a figli e nipoti 

TikTok, oltre ad essere utilizzata da bambini e ragazzi, può essere anche molto divertente e utile per le famiglie. Si tratta di una piattaforma che ha permesso agli adulti di entrare a far parte del mondo digitale e social in maniera diretta, creando un ponte tra tutte le generazioni: ci sono genitori e figli, ma anche a nonni e nipoti, che condividono e creano insieme i contenuti. Esistono delle challenge o sfide, dove i figli fanno degli scherzi ai genitori e si divertono nel vedere le loro reazioni; altri si realizzano direttamente insieme a tutti i membri della famiglia che si devono coordinare, magari imparare i passi insieme o creare delle scenografie personalizzate.

Attraverso il divertimento è possibile anche scoprire tanti aspetti sconosciuti di figli e genitori. In questo modo, ci si avvicina sempre di più al loro mondo, si acquista ai loro occhi più credibilità e si accettano maggiormente i consigli.

Perché queste piattaforme attirano così tanto i più piccoli? A cosa fare attenzione?

La piattaforma attrae milioni di persone perché permette una navigazione piacevole, si basa su mini-clip divertenti e ha un sistema di montaggio video molto intuitivo. I contenuti scorrono velocemente, sono sempre diversi, brevi, interattivi, stimolano la curiosità e portano l’utente a trascorrere anche tanto tempo online.

Le attività svolte al suo interno attraggono i più giovani perché sono motivo di gratificazione e appagamento immediato, stimolano specifiche aree cerebrali e il rilascio di specifici neurotrasmettitori che attivano quello che viene chiamato “circuito del piacere”. È importante, dunque, che i genitori impostino dei limiti di tempo e concordino con il figlio una determinata modalità di utilizzo per evitare che si sviluppi una vera e propria dipendenza.

Quando si parla di dipendenza non bisogna pensare soltanto al tempo trascorso online, ma anche al suo ripercuotersi nell’area del sonno, sociale, familiare e scolastica e al controllo quasi ossessivo delle notifiche. Per tutelare in maniera efficace un minore in rete c’è bisogno di conoscenza e presenza. Un genitore deve monitorare le attività di un figlio ed sempre presente, anche nella vita social del proprio figlio, per raddrizzargli la rotta fino a quando non sviluppa pienamente la capacità di autoregolazione e tutte le competenze per navigare da solo.

Non solo divertimento: video educativi e messaggi profondi.

Le piattaforme online sono sempre più vicine alle famiglie e gli strumenti di gestione e controllo più efficaci e in continua evoluzione. TikTok ha pensato anche agli aspetti educativi e legati all’apprendimento per i suoi utenti: oltre allo spirito ludico, vengono infatti trasmessi anche messaggi profondi, quelli che fanno riflettere sulla vita e sulle conseguenze delle proprie azioni.

Sono presenti, inoltre, tanti esperti in vari settori, critici d’arte, professionisti che usano i loro profili a scopi didattico-educativi come medici, psicologi, insegnanti e vari esperti. Ci sono tanti video educativi relativi all’alimentazione, allo sport, alle più svariate passioni (storia dell’arte, cucina, yoga, benessere, viaggi, storia, lingue straniere), spezzoni di video o canzoni, attraverso i quali è possibile apprendere divertendosi.

Un altro strumento importante è la funzione Collegamento Famigliare che permette anzitutto di inserire dei limiti di tempo. La velocità con cui vengono proposti i vari contenuti, infatti, crea un sovraccarico di stimoli che riesce a trattenere l’utente all’interno della piattaforma. Un tempo che per bambini e ragazzi rischia di diventare indefinito, poiché per loro è ancora più difficile rendersi conto dello scorrere del tempo.

Uso sano e consapevole di TikTok: come essere una guida per bambini e ragazzi?

Consigli per genitori e nonni

È necessaria sicuramente la presenza di adulti che possano essere una guida, che aiutino innanzitutto a filtrare i contenuti, valutare adeguatamente la scelta di cosa far vedere e cosa non far vedere ai figli e insegnare loro il concetto di intimo e privato. Devono, infatti, capire che non tutto può essere esposto, che qualcosa deve rimanere privato, per se stessi e per la propria famiglia.

Bisogna soprattutto disattivare la funzione dei messaggi diretti, per i minori di 16 anni in quanto uno dei pericoli più grandi oggi è l’adescamento online da parte di adulti malintenzionati che avviene in generale proprio attraverso le interazioni dirette.

È importante fare attenzione agli #hashtag, che sono delle porte che permettono di “aprire” agli altri anche il proprio profilo. Se si visualizzano, bisogna segnalare contenuti o profili inappropriati, per tutelare anche chi non è ancora in grado di percepire il pericolo e difendersi dalle trappole online.

Bisogna puntare sui contenuti, ma soprattutto sul divertimento perché non è una sfida a chi ha più numeri, più interazioni o commenti. È necessario fare attenzione e non farsi prendere la mano dal successo, perché altrimenti si perde l’obiettivo principale e si rischia di andare oltre, per esempio di sessualizzare troppo i propri contenuti o di esporre troppo la propria immagine, senza capire che ciò che viene condiviso sul proprio profilo diventa una carta d’identità che non si può più cancellare. Espressione di sé non è esibizione, c’è molta differenza tra esprimere se stessi e il proprio mondo interiore ed esibire la propria immagine. Quando ci si espone, non bisogna pensare esclusivamente al numero di visualizzazioni che verranno raggiunte, ma al contenuto che si sta mostrando e al fatto che uno stesso contenuto può essere interpretato in maniera diversa dalle altre persone, indipendentemente dal messaggio o dal significato che chi pubblica e condivide attribuisce a quel particolare contenuto. Nessun social o nessuna piattaforma vanno usati per ottenere approvazione dagli altri: l’autostima non può dipendere dal numero di visualizzazioni, di condivisioni, di follower o di commenti. Innanzitutto bisogna divertirsi, creare, produrre dei contenuti per se stessi, a meno che non si decida di fare il creator come lavoro e quindi si affianca al divertimento uno studio ben preciso dei contenuti, perché in questo caso cambia il proprio obiettivo.

Quando entra in ballo la variabile ludica e tutto viene percepito come un gioco perché  mi sto divertendo, rischia di venire meno il senso di responsabilità e l’analisi delle conseguenze delle mie azioni perché sono invischiato nella situazione che sto vivendo, rischio di abbassare la guardia e non valutare più i potenziali rischi e pericoli.

Per garantire un’educazione civica adeguata, ci devono essere delle regole chiare.

Noi abbiamo la Costituzione e così anche online ogni community, ogni piattaforma ha le sue regole e la prima cosa da fare è leggerle e conoscere gli strumenti che le diverse piattaforme online mettono a disposizione dei loro membri. Se non si conosce ciò che si può fare e ciò che non si può fare è possibile incorrere in situazioni spiacevoli o pericolose. Si tende troppo spesso a dare la colpa agli altri, senza assumersi le proprie responsabilità. Innanzitutto, è importante spiegare a un figlio che le regole servono per mettere dei limiti e che non sono solo dei blocchi o degli impedimenti: avere potenziale accesso alle loro password o utilizzare lo strumento del “Collegamento Famigliare”, gestire insieme i contenuti della piattaforma, non significa violare la sua privacy ma proteggerlo. Se il figlio rispetta il patto di fiducia, le regole che gli vengono date, dimostra di saper usare i diversi strumenti in modo responsabile e consapevole e che ci si può fidare di lui, non bisogna invadere la sua privacy. Un genitore non deve essere curioso, ma deve monitorare: non ci deve essere una curiosità morbosa in termini di controllo o gestione della vita del figlio, ma un sapere, un conoscere in termini di tutela e protezione.

L’importanza di essere una guida anche in un mare in cui navigano meglio loro di noi

È importante fungere da guida perché i bambini e gli adolescenti non si rendono conto in maniera consapevole dei rischi futuri e delle conseguenze negative: a livello fisiologico, per la loro struttura cerebrale, sono particolarmente incentrati sul presente e su quei tornaconti secondari positivi che rinforzano le loro azioni. Le aree cerebrali legate alla consapevolezza, al controllo emotivo e alla valutazione dei rischi sono ancora in fase di sviluppo durante l’adolescenza. Tutti questi aspetti vanno insegnati anche attraverso l’educazione civica digitale che dovrebbe essere fatta in parallelo dalle famiglie e dalla scuola: devono capire che tutto ciò che a loro sembra naturale e divertente spesso può nascondere anche dei pericoli, per cui monitorare le loro attività serve per proteggerli.

È necessario garantire una cultura digitale basata sulla prevenzione e sulla sicurezza, un’educazione civica digitale che insegni a vivere all’interno di una community online. Spesso ci si concentra sull’importanza delle regole di vita all’interno della società, dimenticando che i bambini, gli adolescenti e gli stessi adulti vivono all’interno di una società digitale, che ha le stesse regole in termini di rispetto dell’altro e di tutela di se stessi. Si tratta di un aspetto troppe volte sottovalutato, perché sembra che online tutto si possa fare e tutto sia dovuto. Bisogna lavorare su questo, sull’insegnare un’educazione civica digitale che porti a vivere tutte le relazioni online e approcciarsi alle attività online in una maniera rispettosa nei confronti di se stessi e degli altri.

Definire i tempi e gli spazi è particolarmente importante perché non hanno ancora sviluppato pienamente la capacità di autoregolazione per cui rischiano di trascorrere troppe ore all’interno della piattaforma. Bisogna aiutarli a capire che quel tipo di musiche, di feedback e la velocità con cui vengono trasmessi i contenuti sono aspetti studiati in modo da trattenere il più possibile l’utente sulla piattaforma. Più aumenta il tempo di utilizzo, minore è il distacco che si riesce a mantenere dal mezzo tecnologico: bisogna fare un uso più spezzettato e più circoscritto che aiuti ad evitare di essere invasi da tutti quei contenuti.

Family Health si impegna a diffondere la cultura della prevenzione consapevoli che il primo passo per il proprio benessere è pensare alla salute.

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