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Tra divertimento e popolarità online, le sfide social sono sempre più diffuse tra i giovanissimi: cosa dovrebbero sapere i genitori?

di Maura Manca, Psicologa

10 settembre 2021

1556 Views

Le sfide social o challenge lanciate in rete sono sempre più diffuse tra gli adolescenti, pronti a sfidarsi a colpi di video da pubblicare online, che diventino in poco tempo virali, visionati e condivisi.

Le challenge si diffondono attraverso la rete, nelle piattaforme online o via chat, in pochissimo tempo. Diventa una sorta di “catena” in cui si viene nominati o chiamati a partecipare da altri utenti della rete attraverso un hashtag.

Non tutte le sfide online sono pericolose, anzi la maggior parte sono a scopo benefico, di abilità o creative e divertenti. Purtroppo però c’è sempre chi distorce i messaggi, chi si vuole spingere al limite e chi lancia sfide che poi diventano pericolose per la salute. Queste sono il frutto di singole persone che trovano divertente farsi male, nessuna piattaforma online lancerebbe mai e poi mai una challenge che può mettere a rischio i suoi utenti. Purtroppo si diffondono attraverso i social e le chat e non è facile fermarle per la velocità con cui si diffonde l’hashtag via web e perché spesso, per non farsi bloccare dalle piattaforme, le ingannano cambiando lettere e parole negli hashtag. Per questa ragione ogni persona che viene a conoscenza di queste challenge pericolose deve segnalarla immediatamente senza ricondividerla per evitare di amplificare il problema.

Sono numerose le sfide autolesive, come quelle in cui si bruciano la pelle, la abradono o la lesionano; quelle legate alla magrezza estrema dove modificano il proprio corpo  deprivandosi del cibo, oppure basate sulla paura con immagini o frasi che richiamano la sfera horror. Infine, esistono anche quelle più estreme, quelle in cui si arriva a sfidare la morte.  Purtroppo sono tanti i ragazzi che hanno perso la vita per queste sfide. Alcuni adolescenti e giovani adulti si sono dati fuoco con sostanze infiammabili, altri hanno ingerito detersivi, altri ancora si sono autoindotti lo stato di soffocamento fino allo svenimento o la morte stessa.

La rete è solo il mezzo di diffusione, il problema è l’uso che se ne fa. Se vogliamo evitare che si spingano oltre il limite, e quindi tentare di impedire che si facciano del male, per prima cosa, gli adulti  di riferimento devono essere consapevoli dell’esistenza di questi fenomeni, conoscerne il funzionamento e monitorare i contenuti che bambini e ragazzi guardano quotidianamente.

Perché le sfide social sono così diffuse?

Molte di queste sfide stimolano la creatività di bambini e ragazzi che hanno la possibilità di esprimersi e mostrare le loro capacità in modi originali. Soprattutto nella fase adolescenziale, in cui il gruppo assume un ruolo fondamentale, i ragazzi possono partecipare anche per ricevere like e quindi approvazione social.

Inoltre, mettersi alla prova, sperimentare e prendere decisioni impulsive sono atteggiamenti propri dell’adolescenza che potrebbero spiegare la forte attrazione dei ragazzi per le sfide più pericolose, messe in atto per dimostrare il proprio coraggio e per ricevere approvazione non solo dal gruppo ristretto degli amici, ma soprattutto dal mondo virtuale.

Come aiutare bambini e ragazzi e proteggerli dai pericoli?

– Non bisogna farsi ingannare dalla dimestichezza con cui i figli utilizzano la tecnologia. Sicuramente conoscono e utilizzano quotidianamente social e app, ma questo non significa che siano in grado di usarli correttamente e che siano consapevoli dei pericoli che possono incontrare online.

– L’informazione e la conoscenza sono alla base di una buona prevenzione. Tante volte si demonizza subito la tecnologia senza conoscere l’utilizzo che i giovani fanno dei dispositivi elettronici. Gli adulti hanno l’obbligo di informarsi, conoscere e fornire gli strumenti necessari per navigare in rete, parlando con loro e facendo da filtro ai contenuti che potrebbero essere fuorvianti e a volte perfino dannosi. Bisogna avvicinarsi al loro mondo, così che possano comunicare e condividere con gli adulti le esperienze vissute in rete, sapendo di poter chiedere e ricevere aiuto anche se si sono messi nei guai.

– Aiutarli a sviluppare un pensiero critico. Uno dei compiti più importanti è quello di insegnare ai figli, sin da bambini, a pensare con la propria testa, a ragionare e analizzare in modo critico ciò che li circonda e anche ciò che incontrano online.

Conoscere insieme. È importante analizzare con loro alcune challenge, alcuni casi di cronaca che riportano gli effetti di alcune challenge per capire come si approcciano a queste sfide, come la pensano in merito, per fargli vedere altri punti di vista che il loro cervello in quel momento non prende in considerazione per mettergli dei limiti e dargli un contenimento.

 

 

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