TI PRESENTO SOFIA
Gabriele, divorziato, è un papà premuroso e concentrato esclusivamente su Sofia, la figlia di 10 anni. Fino al giorno in cui rincontra Mara, una sua vecchia amica che detesta i bambini.
di Alberto Pellai, Medico Psicoterapeuta dell'età evolutiva, Ricercatore, Dip. Scienze Biomediche dell'università degli Studi di Milano
Regia di Guido Chiesa. Un film Da vedere 2018 con Micaela Ramazzotti, Fabio De Luigi, Caterina Sbaraglia, Andrea Pisani, Shel Shapiro. Genere Commedia, – Italia, 2018, durata 98 minuti.
TRAMA
Gabriele è un papà separato che si dedica completamente alla crescita della figlia Sofia, che ora ha 10 anni. Molti dei sogni cui ha dedicato le sue migliori energie non si sono realizzati. Il matrimonio è andato in frantumi ed ora l’ex mogie convive con un maestro di arti marziali che la sta per rendere di nuovo madre. E anche l’idea di costruire una carriera da musicista rock si è rivelata una chimera. Gabriele, infatti, lavora nel negozio di famiglia, vendendo strumenti musicali, affiancato dal fratello, un giovane uomo poco esperto di tutto, che ama vivere alla giornata. Gli amici cercano di far conoscere nuove compagne a Gabriele che però non ha alcuna motivazione a formare una nuova coppia e a rompere il sodalizio protettivo che ha costruito con sua figlia Sofia. Tutto però si rivoluziona, il giorno in cui Gabriele – quasi casualmente – re-incontra Mara, una vecchia fiamma di cui era profondamente innamorato e di cui ha perso traccia più di dieci anni prima. L’incontro tra Mara e Gabriele è uno di quelli che lasciano il segno: lui si sente “preso” come un tempo da lei e finalmente disposto a rimettersi in gioco. Ma c’è un problema: Mara appartiene ad un movimento di donne “child-free”, persone – cioè – che dichiarano l’intenzione di non voler diventare genitori. Più in generale, Mara sembra essere profondamente disinteressata ad avere contatti e interazioni con tutto ciò che ha a che fare con l’infanzia e la crescita. Per Gabriele comincia un periodo molto complicato: vuole rimanere un buon padre e punto di riferimento per la figlia Sofia e allo stesso tempo vuole frequentare Mara, tenendole nascosta però, la sua condizione di paternità. Il film da qui in poi si sviluppa proprio attorno a queste contraddizioni: può un uomo che vuole prima di tutto essere padre, convivere con una donna che non vuole saperne di bambini? E come può Sofia, che ha solo 10 anni, adattarsi ad una situazione in cui lei rappresenta il terzo incomodo nella vita del padre?
CHE COSA CI INSEGNA QUESTO FILM
“Ti presento Sofia” è un film molto divertente. Ci sono tantissime gag comiche ben sostenute da un cast di attori molto competente e capace di far ridere con battute davvero esilaranti. Ma il grande merito del film è la capacità di mostrarci come ciascuno di noi può trasformarsi grazie all’incontro con altre persone che per quanto temute e ritenute “pericolose” a prima vista, possono invece rivelarsi una straordinaria occasione di crescita ed evoluzione personale. Mara per Gabriele è l’occasione che aspetta da una vita. Ha il potere di riportarlo nel territorio dell’Amore e della scoperta di una energia vitale che sembrava ormai sopita e alla quale lo stesso Gabriele non credeva più. A sua volta Gabriele, rappresenta per Mara un’occasione per rivedere le proprie credenze su bambini e genitorialità senza tutte quelle remore e pregiudizi che l’accompagnano da sempre, in relazione anche alla storia famigliare da cui proviene. Ma il vero potere trasformativo è quello che Sofia fa sperimentare a tutti. E’ lei che con estrema intelligenza sa guardare nel cuore e nella mente degli adulti che la circondano e ne sa intuire i bisogni e i cambiamenti possibili. E’ Sofia che permette a suo padre di sentirsi all’altezza – finalmente – di una nuova storia d’amore e che allo stesso tempo crea le condizioni per permettere a Mara di trasformarsi da donna fortemente convinta di rimanere Child-free a donna capace invece di rivedere la propria concezione sui bambini e su una propria potenziale maternità. Alla fine del film, tutti i protagonisti trovano un nuovo equilibrio. Le persone sono le stesse che c’erano all’inizio della storia, ma il sistema relazionale che sono stati capaci di generare ora ha una forma e dinamiche completamente nuove. Il film inoltre pone uno sguardo speciale sui molti pregiudizi che una società adulto-centrica costruisce intorno a ruolo e funzioni dei bambini, che vengono da molti vissuti semplicemente come un ingombro e un impegno di cui è meglio fare a meno. La critica che il film propone in questo senso è davvero feroce e fa riflettere tutti. Infine il film ha il merito di mostrare in modo divertente le molte fatiche di adattamento che i bambini devono fare e vivere quando i loro genitori separati introducono nella loro vita i nuovi partner affettivi. La costruzione dei nuovi equilibri relazionali e famigliari che ne conseguono non è un processo semplice né tanto meno automatico: questo il film lo mostra in modo magistrale.
IL MESSAGGIO DEL FILM
Un bambino non è mai un ingombro nella vita di nessuno. Ciò che l’infanzia mette nella vita degli adulti è una straordinaria capacità di uscire dalla dimensione del “qui ed ora” per proiettarsi verso una nuova visione del futuro e di se stessi nel futuro.
LE DOMANDE DA PORSI DOPO LA FINE DEL FILM
Gabriele, all’inizio del film, vive solo per Sofia, che si trasforma addirittura in alibi per non coinvolgersi in nuove storie d’amore. Che cosa impedisce a Gabriele di mantenere un sano equilibrio all’interno della propria vita adulta?
Sofia attraversa varie fasi all’interno della relazione con Mara: le sai individuare e sai fornire i significati adattivi che esse hanno nel permetterle di far entrare una nuova figura così importante nella sua vita?
Mara vorrebbe vivere “child-free” e si muove in un mondo che la sostiene in questa decisione. Tra quelle raccontate dal film, quali analogie riscontri anche nella tua vita di genitore? In quali occasioni hai percepito che la presenza dei bambini era un fattore sgradito in ambiti e contesti sociali? Che cosa si potrebbe fare per modificare questa tendenza adultocentrica con cui il mondo – almeno in parte – sembra vedere nei bambini solo un ostacolo e non una risorsa?