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La paura della meningite e i suoi riflessi sulle vaccinazioni

14 giugno 2017

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di Giovanni Corsello, Professore Ordinario di Pediatria

Sugli organi di informazione compaiono sempre più spesso notizie di pazienti in grave pericolo di vita o morti in modo fulmineo per meningite. Queste notizie provocano sentimenti diffusi di paura e grande allarme nella popolazione. Il timore di una epidemia di meningite, malattia infettiva temuta e percepita da tutti come grave e pericolosa, ha innescato una corsa ansiosa verso la vaccinazione antimeningococcica, per proteggersi dal batterio responsabile delle forme più aggressive di meningite acuta.

 

 

MENINGITE, QUALI VACCINI– Nei confronti del meningococco è possibile oggi una protezione immunitaria che copre gran parte dei ceppi responsabili di malattia nell’uomo. Disponiamo di vaccini efficaci e sicuri nei confronti dei meningococchi C, B, A, W e Y. Secondo quanto previsto dal calendario vaccinale per la vita inserito nel piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019, il vaccino contro il meningocco B (anti B) si somministra nel corso del primo anno di vita, il vaccino contro il meningococco C (anti C) nel secondo anno di vita e il vaccino tetravalente (anti A,C,W,Y) dal 12° anno di vita in su anche come richiamo per chi è stato sottoposto alla vaccinazione anti C in precedenza.

-Per sapere tutte le vaccinazioni previste dal calendario vaccinale leggi anche “Vaccinazioni, quanti, quali e contro quali malattie”

Non va però dimenticato che i batteri responsabili della meningite nell’uomo non sono solo i meningococchi, ma anche il Pneumococco e Hemophilus influentiae B possono provocare soprattutto nei primi anni di vita meningiti gravi e non sempre facilmente trattabili con terapie antibiotiche tempestive ed efficaci.

Ecco perché, se vogliamo veramente abbattere il rischio di meningiti batteriche nel nostro Paese, bisogna aderire al calendario vaccinale. Solo così possiamo sperare di ridurre in modo consistente la circolazione di questi germi nella popolazione e vincere la battaglia contro le meningiti batteriche. Quando si parla di gravità e di conseguenze delle meningiti, infatti, non dobbiamo solo pensare agli alti tassi di mortalità, ma anche al rischio di danni permanenti e di esiti che provocano disabilità ed handicap motori, neurologici, sensoriali e da amputazione di estremità o regioni corporee soggette a necrosi ischemica in corso di malattia meningococcica.

 

MENINGITE, QUALE PROFILASSI – In Italia non si è verificata e non c’è una epidemia di meningite meningococcica, con l’eccezione della regione Toscana ove la diffusione nel corso degli ultimi anni di un ceppo più aggressivo di meningococco C “importato” ha aumentato il numero di soggetti affetti e di infezioni. I casi sporadici segnalati con grande evidenza sulla stampa, sui media e sui social network, causa di tanta ansia e allarme, non hanno mai presentato variazioni epidemiologiche degne di nota e comunque tali da giustificare stati di paura diffusa. Di fronte a segnalazioni di singoli casi, le misure di profilassi nei confronti di familiari e di soggetti che hanno condiviso ambienti di vita o di lavoro con un individuo certamente affetto da meningite menigococcica sono certamente utili e necessarie. Vanno attuate con cura e con attenzione anche all’età dei soggetti da sottoporre a profilassi e alla effettiva necessità, per evitare di incorrere in effetti avversi o collaterali o per ridurre al minimo l’impatto clinico.

In attesa di poter raggiungere i risultati sperati in termini di riduzione dei casi di meningite batterica grazie alle vaccinazioni contro tutti i germi responsabili, denominati con il termine capsulati per la presenza di una struttura cellulare di copertura della membrana, vale la pena sottolineare che la corsa alla vaccinazione antimeningococcica non deve mettere a repentaglio i livelli di copertura vaccinale contro le altre vaccinazioni dei primi anni di vita, esavalente e tetravalente MPRV in particolare, oggetto di irresponsabili attacchi per il rischio di danni neurologici del tutto privo di qualsiasi evidenza scientifica. Paure e dubbi che innescano quella sorta di esitazione dei genitori a far vaccinare i propri figli che dobbiamo contrastare con una informazione accurata, con una comunicazione in linea con i bisogni delle famiglie, con comportamenti coerenti da parte del personale sanitario, con interventi anche legislativi che favoriscono la diffusione di una sana cultura delle vaccinazioni in tutta la popolazione.

Family Health si impegna a diffondere la cultura della prevenzione consapevoli che il primo passo per il proprio benessere è pensare alla salute.

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